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“Inchiodato dalle telecamere”. Bomba a Ranucci, svolta nelle indagini: la scoperta shock

Pubblicato: 17/10/2025 18:25

Un ordigno con circa un chilo di esplosivo, posizionato vicino all’auto del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci: l’esplosione fortissima ha così coinvolto le macchine del giornalista e della figlia parcheggiate davanti casa a Pomezia.

L’ordigno non è stato azionato a distanza o con un timer ma è stato lasciato, presumibilmente con la miccia accesa, tra due vasi esterni alla villetta. Gli inquirenti stanno cercando eventuali telecamere che abbiano immortalato il momento cui l’ordigno è stato lasciato.  

Un passante avrebbe visto un uomo incappucciato a poca distanza dall’abitazione del giornalista. In base a quanto si apprende, l’uomo avrebbe raccontato agli inquirenti della presenza sospetta. In base ai primi risultati delle indagini, inoltre, non è escluso che chi ha posizionato l’ordigno rudimentale abbia seguito gli spostamenti del giornalista e il percorso seguito per rientrare nella villetta. Nelle vicinanza dell’abitazione è stata trovata un’auto rubata.

A confermare la gravità della situazione è stato il giornalista e collega Giorgio Mottola, intervistato nel programma Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. “Sigfrido mi ha avvertito personalmente”, ha detto. “Mi ha raccontato che sua figlia aveva parcheggiato l’auto mezz’ora prima dell’esplosione e che lui era tornato a casa solo dieci minuti prima”.

Il dettaglio più inquietante, secondo Mottola, è che Ranucci non tornava a casa da dieci giorni, a causa di impegni lavorativi. “Questo fa pensare che qualcuno lo stesse seguendo, monitorando i suoi spostamenti”, ha aggiunto. Una circostanza che apre scenari inquietanti sulla possibile preparazione e premeditazione dell’atto.

Alla domanda su come sarebbe stata innescata l’esplosione, Mottola ha parlato di una miccia accesa manualmente. “Un soggetto incappucciato è stato visto fuggire dal luogo dell’esplosione”, ha dichiarato, sottolineando che si tratta di un gesto estremamente pericoloso e mirato.

Le forze dell’ordine, coordinate dai carabinieri della compagnia di Frascati, stanno acquisendo immagini di videosorveglianza e ascoltando testimonianze per risalire al responsabile o agli eventuali mandanti. L’episodio ha generato preoccupazione anche nei vertici Rai.

“Sigfrido è profondamente spaventato”, ha ribadito Mottola. “Lo è per la sua famiglia, perché l’esplosione è avvenuta a pochi metri dalla sua abitazione. Ma è anche preoccupato per il significato di questo gesto. Non sappiamo chi ci sia dietro e se si tratti di un avvertimento per qualcosa di più grave in arrivo”.

L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di pressioni e minacce ai giornalisti d’inchiesta, un fenomeno sempre più frequente in Italia. La redazione di Report, già in passato, ha subito attacchi e denunce. Ma questo caso sembra avere connotazioni diverse, con un elemento esplosivo e personale.

Al momento non ci sono rivendicazioni ufficiali. Le indagini proseguono senza sosta, mentre cresce la richiesta di maggiore tutela per i giornalisti sotto minaccia. In attesa di sviluppi, la comunità giornalistica e l’opinione pubblica restano con il fiato sospeso davanti a un episodio che potrebbe rappresentare una nuova escalation intimidatoria contro l’informazione libera.

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