
Incontro dai toni distesi e, per certi aspetti, sorprendenti quello avvenuto alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. A poche settimane dal previsto vertice tra il presidente americano e Vladimir Putin a Budapest, i due leader si sono confrontati per la prima volta dopo mesi di contatti indiretti e dichiarazioni incrociate. Al centro dei colloqui, la prospettiva di una tregua duratura e la possibilità di aprire un nuovo capitolo nei negoziati sulla guerra in Ucraina.
Trump ha parlato di un incontro “cordiale e interessante”, ribadendo la linea che va maturando da settimane: “Gli Stati Uniti non vogliono un’escalation, è tempo di fare un accordo”, ha detto ai giornalisti dopo il colloquio con il leader ucraino. Il presidente americano ha insistito sull’importanza di “un dialogo diretto” e ha sottolineato che “la pace passa anche da un impegno reciproco per la sicurezza”.
Dall’altra parte, Zelensky ha espresso parole di fiducia nei confronti dell’amministrazione americana: “Ci fidiamo degli Stati Uniti, del fatto che Trump voglia davvero che la guerra finisca”, ha dichiarato. Una frase che segna una differenza di tono rispetto ai mesi precedenti, quando da Kiev erano arrivate critiche velate sull’incertezza della politica statunitense verso la guerra.
Durante l’incontro, il presidente ucraino ha chiarito che non sono stati affrontati i dettagli sulle forniture di missili a lungo raggio né le operazioni militari contro le infrastrutture energetiche russe. “Non abbiamo parlato dei missili a lungo raggio”, ha spiegato Zelensky, preferendo concentrare la conversazione sulla necessità di garantire stabilità e sicurezza. Tuttavia, ha aggiunto che “la Russia ha paura dei Tomahawk”, lasciando intendere che la deterrenza militare resta un elemento centrale nella strategia di Kiev.

Secondo fonti diplomatiche americane, l’incontro sarebbe durato poco meno di un’ora e si sarebbe svolto in un clima “costruttivo e pragmatico”. Trump avrebbe confermato la disponibilità degli Stati Uniti a sostenere un formato di dialogo bilaterale o trilaterale, che includa eventualmente Mosca, “purché finalizzato a un risultato concreto e verificabile sul terreno”.
Anche Zelensky si è detto aperto a ogni soluzione che possa avvicinare la pace, ribadendo che l’obiettivo dell’Ucraina non è solo difendersi, ma porre le basi per un processo politico stabile. “Siamo pronti a discutere in qualsiasi sede, in qualsiasi formato, se questo ci porta più vicini alla pace”, ha affermato il presidente ucraino.
L’incontro alla Casa Bianca arriva in un momento di intensa attività diplomatica. Il summit Trump–Putin, annunciato nei giorni scorsi, dovrebbe tenersi a Budapest nel giro di un paio di settimane, con la mediazione del premier ungherese Viktor Orbán, che rivendica il ruolo della sua capitale come “ponte tra Est e Ovest”. Sul tavolo, non solo la fine del conflitto, ma anche il possibile avvio di un dialogo economico post-bellico tra Washington e Mosca, un tema che Trump ha definito “inevitabile” una volta ristabilita la stabilità in Europa orientale.