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“Oddio, si sta muovendo!”. La dichiarano morta a 20 anni, poi succede l’incredibile: da brividi

Pubblicato: 17/10/2025 18:14

Una tragedia tra i confini dell’errore medico e dell’assurdo. Timesha Beauchamp, una ragazza di 20 anni affetta da paralisi cerebrale, era stata dichiarata morta nel 2020 a Southfield, in Michigan, dopo un arresto cardiaco. Ma quando il corpo era già stato consegnato alle pompe funebri e la giovane si trovava in una sacca mortuaria pronta per l’imbalsamazione, un dipendente ha fatto una scoperta sconcertante: Timesha aveva gli occhi aperti e respirava. Era ancora viva.

La giovane è stata immediatamente trasportata d’urgenza in ospedale, ma le sue condizioni, già critiche, non le hanno lasciato scampo: è deceduta otto settimane dopo. A distanza di cinque anni, la madre della ragazza, Erica Lattimore, è tornata a parlare pubblicamente, chiedendo giustizia e denunciando le gravi negligenze che avrebbero portato alla morte della figlia. A riportare la notizia è People, mentre il caso sta tornando alla ribalta anche nella stampa americana.

«Organizzare il funerale per tua figlia pensando sia morta, per poi sentirti dire che invece è ancora viva, è qualcosa di devastante», ha dichiarato Lattimore durante una conferenza stampa. Una frase che racchiude tutto lo shock e il dolore vissuti da una madre costretta a passare dal lutto alla speranza, per poi essere travolta dalla perdita definitiva — questa volta reale — della figlia.

Secondo quanto ricostruito, dopo la dichiarazione di morte, nessun esame medico supplementare è stato effettuato. Il medico legale ha autorizzato la consegna della salma senza disporre ulteriori verifiche, nonostante la giovane fosse affetta da una patologia neurologica complessa, che poteva complicare l’accertamento del decesso. «È stato un errore imperdonabile», affermano oggi i legali della famiglia, che si preparano a portare il caso in tribunale.

Tuttavia, l’azione legale è stata ostacolata più volte da rinvii e ritardi procedurali. Ben tre le udienze rimandate, l’ultima a soli tre giorni dalla data prevista. I rappresentanti legali della famiglia Beauchamp denunciano che ai genitori «è stato di fatto negato il diritto di comparire in tribunale» per ottenere verità e giustizia.

Nonostante tutto, Erica Lattimore non si arrende. «Timesha ha vissuto 20 anni. Se ce ne vorranno altri 20 per ottenere giustizia per lei, io sarò qui a lottare», ha promesso con fermezza. La sua determinazione è diventata simbolo di una battaglia che va oltre il caso specifico, ponendo domande cruciali sull’affidabilità del sistema sanitario e sulle tutele legali per i cittadini più vulnerabili.

Il caso Beauchamp ha avuto un enorme impatto mediatico anche nel 2020, quando fu reso pubblico, sollevando interrogativi internazionali sulla sicurezza delle procedure di accertamento del decesso. Oggi, a cinque anni di distanza, è diventato anche un caso emblematico di negligenza istituzionale e di ritardi giudiziari.

Nel frattempo, l’ospedale coinvolto non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni ufficiali, mentre il personale sanitario che prese parte alla vicenda è sotto esame da parte degli ordini professionali. La battaglia legale è ancora aperta, e la famiglia spera che questa volta nessuno chiuda gli occhi di fronte a una verità tanto dolorosa quanto evidente.

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