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Riparte il dialogo Trump-Putin: summit in arrivo a Budapest, frenata Usa sui missili

Pubblicato: 17/10/2025 06:39

Due ore di colloquio, un linguaggio di apertura e una promessa di incontro a Budapest “entro due settimane”. La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, avvenuta alla vigilia della visita di Volodymyr Zelensky a Washington, riaccende la prospettiva di un negoziato per la fine della guerra in Ucraina, ma apre anche nuovi interrogativi sull’asse tra Stati Uniti e Russia. Il leader del Cremlino, secondo fonti americane, avrebbe mostrato “disponibilità al dialogo” dopo le minacce della Casa Bianca di fornire missili Tomahawk a Kiev, ma non è escluso che si tratti dell’ennesima mossa tattica per guadagnare tempo.

Atterrando nella capitale americana, Zelensky ha commentato con prudenza: “Mosca ha riaperto il dialogo quando ha sentito parlare dei Tomahawk. Speriamo che la fine della guerra in Medio Oriente aiuti a far cessare anche quella con la Russia”.

Trump annuncia: “Vertice produttivo, presto nuovi incontri”

La telefonata, annunciata dallo stesso Trump su Truth Social, si è svolta alle 11.21 di ieri mattina e si è protratta per circa due ore. “È stata molto produttiva”, ha dichiarato poi il presidente americano, lasciando intendere che la decisione di inviare i missili a lunga gittata all’Ucraina potrebbe essere stata sospesa. Il repubblicano ha rivelato che Putin “si è congratulato per il grande traguardo della pace in Medio Oriente”, aggiungendo che “quel successo contribuirà ai nostri negoziati per porre fine alla guerra con Russia e Ucraina”.

Trump ha poi svelato un passaggio significativo: “Abbiamo trascorso molto tempo a parlare di scambi commerciali tra Russia e Usa una volta terminata la guerra”, frase che alimenta i sospetti su un possibile interesse economico dietro il riavvicinamento tra i due leader. Al termine della chiamata, è stato concordato un incontro tra i rispettivi consiglieri per la sicurezza: Marco Rubio guiderà la delegazione americana, mentre da parte russa sarà Sergej Lavrov a condurre i colloqui preparatori.

Budapest nuovo terreno diplomatico

Secondo quanto confermato dalla portavoce Karoline Leavitt, il vertice di Budapest sarebbe “molto probabile e vicino”, con l’obiettivo di verificare se “si possa porre fine a questa ingloriosa guerra”. Trump non avrebbe escluso la possibilità di far incontrare Putin e Zelensky “nella stessa stanza”. Sarebbe il primo faccia a faccia diretto dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022, e il primo tentativo concreto di pace dopo il fallimento del summit di Anchorage, naufragato per le divergenze tra l’inviato speciale americano Steven Witkoff e il Cremlino.

Il contesto, però, è mutato. Mosca non è più in fase di avanzata sul fronte orientale e il Cremlino, stretto dalle sanzioni, ha bisogno di tempo. Trump, dal canto suo, vuole presentarsi come l’artefice di una pace “americana” prima delle elezioni di mid-term.

Washington frena sui missili e valuta un compromesso

L’incontro di oggi tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca, originariamente previsto per discutere della consegna dei Tomahawk e del rafforzamento delle difese Patriot, assume ora un significato diverso. Trump ha già dichiarato che “non possiamo esaurire le nostre scorte, servono anche a noi”, una frase interpretata come una frenata sulle forniture.

Sul tavolo rimangono le sanzioni energetiche contro la Russia e il sostegno economico a Kiev, ma il tono dell’amministrazione sembra più prudente. Putin, infatti, ha avvertito che la fornitura di armi a lungo raggio “danneggerebbe le prospettive di pace”.

Resta da capire se la nuova fase diplomatica porterà a un reale cessate il fuoco o se si tratta dell’ennesimo gioco di specchi del Cremlino. In ogni caso, il summit di Budapest si profila come il più importante incontro tra Stati Uniti e Russia dall’invasione dell’Ucraina, con l’Europa costretta ancora una volta a osservare da spettatrice il destino del proprio continente.

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