
La piccola e graziosa cittadina di Vallecrosia, incastonata nella splendida Riviera ligure in provincia di Imperia, ha intrapreso una singolare battaglia nell’era digitale, lanciando una sfida diretta all’onnipresente algoritmo di Google. L’obiettivo del sindaco Fabio Perri è ambizioso quanto necessario per un centro a vocazione turistica: rilanciare il turismo della località, spesso ingiustamente ignorata e sottovalutata dai motori di ricerca. Nonostante Vallecrosia sia un comune affacciato sul mare, vanti spiagge pittoresche e offra scorci costieri di notevole bellezza, la sua visibilità online è drammaticamente compromessa.
Il problema, secondo l’amministrazione comunale, risiederebbe proprio nel nome del paese. Il termine “Valle” contenuto in Vallecrosia avrebbe fuorviato i sistemi automatici dei motori di ricerca, spingendoli ad associare erroneamente la località a una zona dell’entroterra piuttosto che a una meta balneare. Questa penalizzazione digitale si traduce in un significativo svantaggio nella competizione turistica con i comuni limitrofi, come le più note Bordighera e Ventimiglia, che godono di una maggiore e più immediata riconoscibilità online.
L’analisi del problema: la trappola del nome
L’iniziativa del sindaco Perri si basa su una profonda e pragmatica analisi della realtà digitale. Nell’odierno panorama turistico, la visibilità online è un fattore determinante per l’attrattività di una destinazione. Se un potenziale turista cerca una località di mare in Liguria e il motore di ricerca non propone Vallecrosia tra i risultati pertinenti, il comune viene di fatto escluso dalla scelta. Il primo cittadino ha individuato nella parziale ambiguità del toponimo “Vallecrosia” la radice di questa invisibilità digitale. Il prefisso “Valle” suggerisce un contesto geografico interno, montano o collinare, in netto contrasto con la reale posizione costiera del paese. Questa dissonanza tra nome e vocazione marittima crea un cortocircuito informativo che l’algoritmo non riesce a sanare. La conseguenza diretta è una perdita di opportunità economiche e un freno allo sviluppo del settore turistico, vitale per la Riviera ligure. La mossa di Vallecrosia non è solo un atto burocratico, ma una dichiarazione di intenti: non si può più prescindere dalla dimensione digitale nella promozione del territorio.
La proposta rivoluzionaria: “Vallecrosia al mare”
Per superare questa barriera algoritmica, l’amministrazione comunale ha elaborato una proposta che ha il sapore della rivoluzione toponomastica: cambiare ufficialmente la denominazione del Comune in “Vallecrosia al mare”. Questa aggiunta, apparentemente minima, è strategica e densa di significato. L’espressione “al mare” eliminerebbe ogni ambiguità, comunicando in modo diretto e inequivocabile la natura balneare della località, sia agli utenti che, soprattutto, ai motori di ricerca. L’idea non è isolata o del tutto inedita nel contesto regionale; essa si ispira ad altre fortunate esperienze liguri come San Lorenzo al Mare o San Bartolomeo al Mare, i cui nomi riflettono già in modo limpido e immediato la loro identità costiera. Il Consiglio comunale di Vallecrosia, consapevole dell’urgenza e del potenziale impatto della misura, ha già approvato la proposta nella seduta tenutasi il 15 ottobre. A questa prima e fondamentale tappa amministrativa ha fatto seguito anche il parere favorevole della Regione Liguria, confermando la serietà e la visione strategica dell’iniziativa.
Il parere dei cittadini: il referendum popolare
Nonostante l’approvazione istituzionale, l’ultima e più importante parola spetta ai cittadini di Vallecrosia. La scelta di modificare il nome di una comunità è un atto che coinvolge l’identità e la storia, e per questo è stata demandata a uno strumento di democrazia diretta: il referendum popolare. Il referendum rappresenterà il vero e proprio banco di prova per la proposta del sindaco Perri. Affinché il cambio di nome possa diventare effettivo, la consultazione popolare dovrà superare due soglie fondamentali. In primo luogo, sarà necessaria la partecipazione di almeno il 30% degli aventi diritto al voto, una soglia di quorum posta a garanzia di una rappresentatività decisionale adeguata. In secondo luogo, la proposta dovrà ottenere una maggioranza di voti favorevoli tra i partecipanti. Solo con l’assenso popolare il nuovo nome potrà entrare ufficialmente in vigore, trasformando Vallecrosia nel cuore di una scommessa digitale.
La praticità amministrativa e la rassicurazione
Il sindaco Perri, in previsione delle naturali preoccupazioni dei residenti riguardo a potenziali complicazioni burocratiche, ha voluto rassicurare i suoi concittadini. La modifica del nome, dal punto di vista pratico e amministrativo, è stata concepita per essere il meno invasiva possibile. Il codice di avviamento postale della località, un elemento fondamentale per la logistica e la corrispondenza, resterà lo stesso. Inoltre, il processo di aggiornamento di documenti e registri anagrafici sarà gestito in maniera automatica dal Comune, sollevando i cittadini da oneri e perdite di tempo. Perri ha minimizzato l’impatto burocratico, spiegando che la modifica è da intendersi come una mera, ma cruciale, “specificazione“, un “messaggio in più per farsi trovare anche online“. L’enfasi è posta sul valore strategico della scelta, non sulla creazione di disagi per la popolazione. La semplificazione amministrativa è un elemento chiave per ottenere il consenso in un’iniziativa così identitaria.
La sfida finale: l’algoritmo e i numeri del turismo
Una volta superata la prova del referendum e ottenuta l’ufficialità del nuovo nome, la vera e definitiva sfida avrà inizio. Il test più importante non sarà infatti di natura politica o amministrativa, ma puramente economica e digitale. Saranno i numeri del turismo a decretare se la mossa di “Vallecrosia al mare” si sarà rivelata un successo e avrà davvero conseguito l’obiettivo dichiarato: sconfiggere l’algoritmo di Google. L’incremento delle prenotazioni, l’aumento dei flussi turistici, la maggiore frequenza nelle ricerche online e, in ultima analisi, il miglioramento del posizionamento della località sui motori di ricerca rappresenteranno i parametri di valutazione dell’intera operazione. Vallecrosia è pronta a dimostrare che, anche nell’era del predominio digitale, la volontà umana e una strategia mirata possono influenzare e persino correggere le fredde logiche dei sistemi automatici, aprendo la strada a una nuova, meritata, stagione di visibilità e successo turistico.