
Si è conclusa in tragedia la vicenda della scomparsa di Fabio Celella, un pizzaiolo di 45 anni originario di Amorosi, in provincia di Benevento, la cui vita si è spezzata in una zona impervia della Costiera Amalfitana. L’uomo, dipendente stagionale dell’Hotel Caruso di Ravello, si era volatilizzato da Ravello tre giorni prima del ritrovamento del suo corpo senza vita. La sua sparizione aveva dato il via a un’intensa mobilitazione e a un “giallo” che purtroppo ha avuto il più amaro degli epiloghi.
Celella era in procinto di terminare il suo contratto stagionale presso l’hotel, un impiego che manteneva per il terzo anno consecutivo, segno della sua professionalità e affidabilità. L’ultima volta che era stato visto risaliva alla sera del 14 ottobre, in piazza Vescovado, subito dopo aver terminato il suo turno di lavoro. Da quel momento, il quarantacinquenne era svanito nel nulla, lasciando colleghi e datori di lavoro nella più totale incertezza.
L’allarme della direzione
A far scattare l’allarme non è stata la famiglia o un conoscente, ma la direzione dell’Hotel Caruso. Celella, infatti, non si era presentato al lavoro per due giorni consecutivi, un comportamento che la direzione ha immediatamente giudicato anomalo e del tutto fuori dal comune per un lavoratore fidato come lui. La sua assenza, non giustificata né preannunciata, ha rappresentato il primo segnale di un potenziale problema. Data l’affidabilità dimostrata negli anni e la serietà professionale del pizzaiolo, i colleghi e l’albergo hanno avviato una catena di contatti e tentativi di rintraccio. Per ore, hanno provato incessantemente a chiamarlo sul suo cellulare, ma l’unica risposta erano squilli a vuoto, seguiti poi dal silenzio più totale, un silenzio che si è fatto via via più inquietante.
Le indagini e il sopralluogo
Dopo l’allarme, la vicenda è passata rapidamente nelle mani delle autorità competenti. Le ricerche sono state avviate e, nel frattempo, sul posto sono giunti anche i familiari di Fabio Celella, desiderosi di capire cosa potesse essergli accaduto. Le indagini preliminari, condotte dai carabinieri, hanno portato a un sopralluogo nell’abitazione del pizzaiolo. Durante il suo periodo di lavoro a Ravello, l’uomo alloggiava in un appartamento nella frazione di Torello, una sistemazione destinata ai dipendenti stagionali della struttura alberghiera. L’ispezione nella sua stanza ha fornito un elemento cruciale per escludere un allontanamento volontario: tutti gli effetti personali erano al loro posto. Nulla era stato spostato, e nessun oggetto era stato portato via. Questa circostanza ha suggerito fin da subito l’ipotesi che la scomparsa non fosse intenzionale, alimentando i timori per un evento improvviso e drammatico.
Le ricerche incessanti
La macchina delle ricerche si è attivata con grande determinazione, non tralasciando alcuna pista né zona. Nonostante il maltempo, con la pioggia che ha reso le operazioni ancora più difficili e pericolose, le squadre hanno lavorato senza sosta per tutta la notte successiva alla denuncia di scomparsa. Le operazioni si sono concentrate anche nelle zone impervie e boscate che circondano Ravello, un territorio notoriamente complesso e aspro. Ed è stato proprio in una di queste aree difficili da raggiungere, in un’insidiosa porzione della Costiera Amalfitana, che si è consumato il dramma. Il corpo di Fabio Celella è stato infine trovato senza vita, ponendo fine alla speranza di un lieto fine.
Il profilo della vittima e le ipotesi investigative
Le testimonianze di amici e colleghi hanno dipinto il ritratto di una persona molto pacata e professionale, un uomo che a loro dire non aveva manifestato o affrontato particolari problemi di sorta, né personali né professionali, che potessero far presagire una scelta estrema o un allontanamento volontario. Questo quadro, unito all’evidenza degli effetti personali lasciati a casa, ha portato gli inquirenti e gli investigatori a privilegiare al momento le piste di un malore improvviso o di un incidente. L’ambiente in cui è stato rinvenuto il corpo è impervio, e l’uomo potrebbe essere scivolato o caduto mentre si trovava in quella zona, magari a causa dell’oscurità o delle condizioni del terreno. Sarà ora l’autopsia, disposta dalle autorità competenti, a fornire risposte definitive sulle cause del decesso e a stabilire se la morte di Fabio Celella sia stata la tragica conseguenza di un incidente o di un evento naturale non prevedibile. La comunità e i suoi colleghi si stringono nel cordoglio per la scomparsa prematura di un uomo stimato e benvoluto.