
Un incontro ad alta tensione politica e un accessorio che scatena polemiche. Alla Casa Bianca, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un vertice ufficiale con le rispettive delegazioni. Un momento carico di significati simbolici, nel quale ogni gesto e dettaglio è stato attentamente scrutato. Ma a catturare l’attenzione, più delle parole, è stata una cravatta, apparentemente patriottica, che ha acceso un caso sui social.

Un accessorio che divide
Accanto a Trump, durante la riunione, sedevano il vicepresidente JD Vance, il segretario al Tesoro Scott Bessent, il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Guerra Pete Hegseth. Ed è proprio quest’ultimo ad aver involontariamente catalizzato l’attenzione pubblica: nel suo abbigliamento spiccava una cravatta a righe bianche, rosse e blu, apparentemente in omaggio ai colori della bandiera americana. Tuttavia, osservando con attenzione, l’alternanza delle bande cromatiche coincideva perfettamente con quella della bandiera russa, un dettaglio che non è certo passato inosservato.
Coincidenza o provocazione?
Sui social, l’immagine di Hegseth è diventata virale in pochi minuti, alimentando un acceso dibattito. «Provocazione o semplice distrazione?», si chiedono gli utenti, mentre diversi commentatori sottolineano la delicatezza del momento politico. L’incontro tra Trump e Zelensky, infatti, avviene in un clima di grande tensione internazionale, segnato dalle trattative sulla guerra in Ucraina e dalle pressioni per un possibile accordo con Mosca. In questo contesto, una cravatta che ricorda la bandiera russa è apparsa a molti come un gesto fuori luogo, se non addirittura una forma di ironia involontaria.
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, il segretario alla Guerra avrebbe scelto la cravatta senza alcuna intenzione simbolica, trattandosi di un accessorio “d’ordinanza” in uso da tempo. Tuttavia, il caso si è trasformato rapidamente in una miccia mediatica, interpretata da alcuni come un segnale ambiguo nei confronti di Kiev. «Non possiamo permetterci equivoci in un momento così delicato», ha commentato un funzionario ucraino presente all’incontro.
Per Trump, che ha sempre puntato sulla diplomazia diretta e sul controllo dell’immagine pubblica, la vicenda rischia di diventare un piccolo ma fastidioso incidente. Un dettaglio apparentemente banale che, in tempi di equilibri fragili e simbolismi pesanti, può trasformarsi in una questione politica.