Vai al contenuto

Cosa accadrebbe se Putin morisse? La previsione che fa tremare il mondo

Pubblicato: 18/10/2025 07:32

La politologa russa Ekaterina Schulmann, tra le analiste più autorevoli del sistema politico moscovita e oggi in esilio, ha ipotizzato cosa potrebbe accadere in Russia nel caso di una morte improvvisa di Vladimir Putin. Una riflessione che arriva in un momento di crescente tensione, mentre la guerra in Ucraina consuma risorse e consenso e il Cremlino tenta di mostrare un’immagine di potere incrollabile. Dietro quella facciata di forza, spiega la studiosa, si nasconde però un equilibrio fragile, costruito su paura, rassegnazione e fedeltà personale.

Nel suo intervento al quotidiano tedesco Welt, Schulmann afferma: “Nonostante centinaia di migliaia di soldati caduti, il capo del Cremlino è saldamente al potere. Ma qualcosa mina da dentro il regime”. Il giornale sottolinea come la politologa descriva la Russia come un’“autocrazia personalistica”, in cui ogni potere — politico, economico e giudiziario — fa riferimento diretto al presidente. Tutti gli equilibri ruotano attorno alla sua figura, e la sua autorità si regge sulla censura, sul controllo dei media e sulla distribuzione selettiva delle risorse economiche. Secondo Schulmann, la forza di Putin non sta nella legittimazione politica, ma nella capacità di adattare il regime a ogni circostanza, trasformando la paura in consenso. Ma proprio questo, avverte, è il limite strutturale del sistema: “un potere che non sa riprodursi senza il suo capo è un potere già malato”.

Il futuro incerto del Cremlino

Welt evidenzia come la Russia viva oggi un paradosso: da un lato il presidente appare più saldo che mai, dall’altro le fondamenta del potere si stanno erodendo. La popolazione è depoliticizzata, le élite divise, e nessuno all’interno dello Stato ha mai immaginato una successione ordinata. L’eventuale morte di Putin, spiega il giornale, non porterebbe a un collasso immediato, ma a un periodo di instabilità e rivalità interne. I servizi di sicurezza, in particolare l’FSB, assumerebbero un ruolo dominante, mentre le regioni più lontane da Mosca potrebbero rivendicare maggiore autonomia, rischiando di innescare tensioni centrifughe.

Secondo Schulmann, l’esito più probabile sarebbe la nascita di una leadership collettiva, un gruppo di funzionari e generali determinato a preservare lo status quo e a evitare un vuoto di potere che potrebbe travolgere l’intero sistema. Ma un regime costruito su una sola figura, conclude, non può sopravvivere intatto alla sua scomparsa. Per questo, la morte di Putin non sarebbe solo un evento politico, ma un terremoto capace di cambiare la Russia — e con essa l’equilibrio del mondo.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure