
È venuto a mancare all’età di 103 anni lo scienziato cinese-americano Chen Ning Yang, figura monumentale della fisica del Novecento. La sua scomparsa segna la fine di un’era: uno dei protagonisti della rivoluzione concettuale nella fisica delle particelle, che ha portato al consolidamento del Modello Standard. L’istituzione che lo aveva accolto, la Tsinghua University di Pechino, ha annunciato la notizia sottolineando il suo ruolo irrinunciabile nel campo della ricerca teorica e dell’educazione scientifica in Cina.
La sua storia: come è arrivato a vincere il Nobel

Chen Ning Yang nacque nel 1922 a Hefei, nella provincia di Anhui. Figlio di un professore di matematica, crebbe in un ambiente familiare improntato alla cultura scientifica. Conseguì il Bachelor of Science presso la National Southwest Associated University di Kunming nel 1942, e il Master of Science alla Tsinghua University nel 1944.
Nel 1946 arrivò negli Stati Uniti per proseguire gli studi all’Università di Chicago, dove ottenne il dottorato nel 1948 sotto la direzione di Edward Teller. Durante il periodo americano, Yang fu anche influenzato dal grande fisico Enrico Fermi, entrando così nel cuore della comunità scientifica internazionale.
Carriera e risultati scientifici

Dopo il dottorato, Yang rimase a Chicago come istruttore, poi dal 1949 entrò al prestigioso Institute for Advanced Study di Princeton, dove divenne professore nel 1955. Qui iniziò la sua carriera come ricercatore di punta nei campi della meccanica statistica, delle simmetrie e della fisica delle particelle.
Tra le sue scoperte più rilevanti spicca la collaborazione con Tsung-Dao Lee, con cui dimostrò che la simmetria di parità — cioè il principio secondo cui i processi fisici appaiono identici in un’immagine speculare — non è sempre valida nell’interazione debole. Questa scoperta, rivoluzionaria e inattesa, costituì una pietra miliare della fisica moderna.
Mettere in discussione la conservazione della parità significava rompere un dogma della fisica: fino ad allora si credeva che tutte le interazioni fondamentali rispettassero tale simmetria. I risultati di Yang e Lee, verificati sperimentalmente, aprirono la strada a una nuova comprensione delle interazioni deboli, uno dei pilastri del Modello Standard.
Negli anni successivi, Yang sviluppò con Robert Mills la celebre teoria di Yang-Mills, una teoria di gauge non abeliana che fornì la struttura matematica per descrivere le forze fondamentali come quella debole e quella forte. Questo modello rappresenta la base teorica del Modello Standard delle particelle elementari, e ancora oggi costituisce un caposaldo della fisica teorica moderna.
Premio Nobel e riconoscimenti

Nel 1957, Chen Ning Yang e Tsung-Dao Lee ricevettero il Premio Nobel per la Fisica “per la loro penetrante indagine delle cosiddette leggi di parità che ha condotto a importanti scoperte riguardanti le particelle elementari”. La scoperta segnò un punto di svolta nella comprensione della struttura dell’universo, rivelando che le leggi della natura non sono perfettamente simmetriche.
Nel corso della sua carriera, Yang ottenne numerosi riconoscimenti internazionali e fu membro di prestigiose accademie scientifiche. Contribuì anche in modo determinante alla formazione di generazioni di fisici, lasciando un’impronta profonda sia nella ricerca teorica che nell’insegnamento universitario.
Il ritorno in Cina e l’impegno accademico
Una delle caratteristiche più significative della sua vita fu la doppia appartenenza culturale. Cresciuto in Cina ma formatosi negli Stati Uniti, Yang mantenne sempre un forte legame con la sua patria d’origine. Dopo decenni all’estero, tornò in Cina, dove contribuì a rilanciare la fisica teorica e la formazione scientifica, lavorando presso la Tsinghua University.
Nel 2015 decise di rinunciare alla cittadinanza statunitense, riaffermando il proprio impegno verso la Cina, che considerava il centro della sua identità e della sua missione educativa. La sua figura è tuttora considerata un punto di riferimento per la ricerca scientifica nel paese.
Eredità e impatto
Il contributo di Chen Ning Yang non si limita ai risultati specifici ottenuti in laboratorio o in teoria. La sua influenza si estende alla cultura scientifica globale, alla pedagogia e al dialogo tra scienza e filosofia. Le teorie da lui formulate rappresentano ancora oggi l’“architettura invisibile” della fisica moderna.
La teoria di Yang-Mills continua a ispirare la ricerca contemporanea: il cosiddetto “mass gap”, la quantizzazione rigorosa e le connessioni con la matematica pura sono ancora oggetto di studio. La profondità delle sue intuizioni testimonia la portata duratura del suo lavoro.
L’annuncio della morte
La notizia della sua scomparsa è stata diffusa il 18 ottobre 2025 a Pechino. Chen Ning Yang si è spento per cause naturali dopo una vita interamente dedicata alla scienza, lasciando un’eredità che trascende i confini nazionali e temporali.
Con la morte di Chen Ning Yang, il mondo perde non solo un grande fisico, ma anche un ponte tra generazioni e culture, tra scienza e società. La sua vita rimane un esempio di curiosità, disciplina ed eleganza teorica, qualità che hanno contribuito a cambiare per sempre il modo in cui comprendiamo l’universo.