
Alti e bassi per la fragile tregua tra Israele e Hamas . Dopo giorni di tensione crescente, l’ordine di Benjamin Netanyahu di interrompere la consegna degli aiuti umanitari e chiudere i valichi verso Gaza segna di fatto la fine di una pausa che già appariva instabile. Nel sud della Striscia, le Idf hanno ripreso i raid aerei su Rafah, accusando miliziani palestinesi di aver attaccato le proprie truppe oltre la cosiddetta Linea Gialla. Hamas nega ogni violazione del cessate il fuoco, sostenendo che le operazioni in corso fossero rivolte contro bande armate sostenute da Israele. Sul terreno, intanto, si moltiplicano le vittime civili, mentre l’esercito israeliano consolida le proprie posizioni e traccia fisicamente i confini di ritiro, piantando blocchi di cemento giallo lungo la linea di separazione.
Da Washington arrivano appelli alla moderazione. Gli Stati Uniti, che hanno garantito il fragile equilibrio dell’accordo voluto dal presidente Donald Trump, lavorano dietro le quinte per scongiurare il collasso della tregua. “Rispondere sì, ma senza far deragliare l’intesa”, è il messaggio trasmesso al governo israeliano, mentre a Gerusalemme si susseguono le riunioni d’emergenza. Sul fronte politico, cresce la pressione della destra radicale: il ministro Itamar Ben Gvir chiede la ripresa immediata delle operazioni militari su vasta scala, denunciando la “falsa illusione che Hamas possa rispettare gli accordi”. Dall’altra parte, l’organizzazione islamista invia al Cairo una delegazione guidata da Khalil al-Hayya per salvare il cessate il fuoco. Ma la situazione resta esplosiva e la pace, ancora una volta, sembra svanire nel rumore dei caccia e nelle macerie di Gaza.

21:06 – Pressioni Trump fanno riprendere aiuti a Gaza
Dopo le pressioni esercitate dall’amministrazione Trump, Israele ha annullato la sospensione degli aiuti a Gaza: i valichi verranno riaperti e le forniture riprenderanno domani mattina. La notizia è riportata dal giornalista di Axios Barak Ravid, che cita fonti ufficiali israeliane.
18:29 – Delegazione Hamas al Cairo
Una delegazione di Hamas, guidata dal capo negoziatore Khalil al-Hayya, è arrivata al Cairo per discutere con i mediatori egiziani il futuro del cessate il fuoco. L’obiettivo, secondo fonti arabe, è verificare il rispetto degli accordi dopo gli scontri delle ultime ore. La missione giunge mentre il movimento islamista ribadisce la propria fedeltà alla tregua, accusando Israele di voler forzare la mano per tornare a colpire la Striscia. Secondo Sky News Arabia, l’incontro avverrà in presenza di rappresentanti dei servizi egiziani e del Qatar, ma le possibilità di una rapida distensione appaiono scarse.
17:59 – Netanyahu ordina stop degli aiuti
Il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato la chiusura immediata di tutti i valichi verso Gaza e lo stop alla consegna degli aiuti umanitari. La decisione, riportata dal giornalista israeliano Barak Ravid su Axios, sarebbe una risposta diretta alla “violazione della tregua” attribuita a Hamas dopo gli scontri di Rafah. “Non permetteremo che la nostra buona fede venga usata contro di noi”, avrebbe detto Netanyahu ai suoi ministri. La misura, che blocca anche i convogli coordinati con l’Onu e la Mezzaluna Rossa, rischia di aggravare ulteriormente la crisi umanitaria nella Striscia.
17:31 – Usa: risposta senza far crollare accordo
L’amministrazione Trump ha invitato Israele ad agire con “proporzionalità e moderazione” per evitare che il conflitto torni a esplodere. Secondo fonti di Channel 12, Washington sta lavorando per mantenere in vita il piano di pace e ha inviato in Israele il vicepresidente J.D. Vance, Jared Kushner e l’inviato speciale Steve Witkoff. Il team americano dovrebbe coordinare gli sforzi per il ritorno dei corpi degli ostaggi e la creazione di una futura forza di sicurezza internazionale a Gaza. “La situazione è fragile, ma può ancora essere salvata”, ha spiegato un funzionario Usa a Axios.
17:10 – Idf, nuovi raid nel sud di Gaza
Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno confermato di aver lanciato una nuova ondata di raid aerei contro obiettivi di Hamas nel sud della Striscia. “In risposta alla palese violazione del cessate il fuoco di questa mattina, abbiamo colpito installazioni terroristiche nella zona di Rafah”, si legge in un comunicato. Testimoni locali parlano di esplosioni violente e di una densa colonna di fumo che si alza dalla periferia della città. Le autorità sanitarie palestinesi denunciano diverse vittime civili, ma l’esercito israeliano sostiene che tutti gli obiettivi colpiti fossero “legati all’infrastruttura militare di Hamas”.
17:07 – Israele: reagiremo con forza
“Hamas rappresenta una minaccia per israeliani e palestinesi. Risponderemo con forza al suo dominio brutale e alla sua presenza armata a Gaza”. Così l’ufficio del premier Netanyahu ha confermato che le operazioni difensive continueranno finché non sarà garantita la sicurezza delle truppe israeliane. Il messaggio arriva in un clima politico incandescente, con i partiti ultranazionalisti che chiedono la fine di ogni negoziato e l’avvio di una nuova campagna militare.
17:02 – Gaza, almeno 11 morti nei raid
Il portavoce della Difesa civile di Gaza, Mahmoud Basal, ha dichiarato che almeno 11 persone sono state uccise nei bombardamenti israeliani odierni. Tra le vittime, sei civili colpiti nel nord della Striscia mentre tentavano di lasciare le proprie abitazioni. “Le nostre squadre faticano a raggiungere le aree colpite”, ha detto Basal ad Al Jazeera, parlando di “condizioni umanitarie disperate” e di “mancanza di coordinamento per i soccorsi”.
13:55 – Hamas: tregua violata da Israele
Hamas ribadisce di non aver violato il cessate il fuoco, accusando Israele di “cercare un pretesto per riprendere la guerra”. Il dirigente Izzat al-Risheq ha definito “infondate” le accuse sull’attacco a Rafah, denunciando che “l’occupazione tenta di eludere i suoi impegni sotto la pressione della coalizione estremista di governo”. Il movimento islamista sostiene che le proprie operazioni si limitino a “interventi di sicurezza interna contro bande criminali sostenute da Israele”.
11:08 – Attacchi aerei Idf su Rafah
Gli aerei israeliani hanno colpito Rafah in seguito a un presunto attacco delle forze di terra da parte di “agenti terroristici”. Secondo il Times of Israel, la risposta israeliana è stata immediata e ha coinvolto artiglieria e droni da ricognizione. L’episodio segna il punto di rottura della tregua, anche se Hamas continua a negare qualsiasi coinvolgimento diretto, parlando di “provocazioni organizzate da gruppi criminali infiltrati”.
09:34 – Demarcata la Linea Gialla
Le Idf hanno iniziato a delimitare fisicamente la cosiddetta Linea Gialla, confine di ritiro stabilito dall’accordo con Hamas. Blocchi di cemento e cartelli metallici color giallo delimitano ora oltre la metà del territorio della Striscia. Il ministro della Difesa Israel Katz ha spiegato che “ogni violazione avrà una risposta immediata”. La misura, pensata per evitare nuovi scontri, viene interpretata a Gaza come il preludio a una nuova fase di controllo militare permanente.