
Misure di sicurezza rafforzate, allerta massima e un decollo anticipato. È quanto accaduto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump all’aeroporto internazionale di Palm Beach, dove il leader americano è stato fatto salire rapidamente sull’Air Force One utilizzando una piccola scaletta laterale, fuori dal protocollo abituale. La motivazione? Una potenziale minaccia alla sicurezza presidenziale rilevata poco prima del suo arrivo nella zona di imbarco.
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L’episodio, confermato da un funzionario della Casa Bianca a Fox News, ha immediatamente attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità federali. Secondo quanto riferito, sarebbe stato individuato un presunto appostamento nei pressi dell’aeroporto, in una posizione che garantiva una visuale diretta sull’aereo presidenziale.
Scoperta una struttura sospetta con vista sull’aereo
A innescare l’allarme sono stati i servizi segreti americani, sempre incaricati della sicurezza del presidente degli Stati Uniti. Durante un sopralluogo preliminare, prima dell’arrivo del presidente, gli agenti avrebbero individuato quella che è stata definita una sorta di piattaforma sopraelevata, collocata in linea visiva diretta con la pista di atterraggio dove era previsto l’arrivo dell’Air Force One.
La struttura, descritta come una “piattaforma di caccia”, ha immediatamente sollevato timori su un possibile attentato pianificato o un tentativo di sorveglianza armata. In quel momento, però, sul posto non è stata trovata alcuna persona.
Nonostante l’assenza di individui nelle vicinanze, il livello di rischio è stato ritenuto sufficiente per modificare i protocolli di accesso all’aereo e garantire al presidente un imbarco rapido e protetto, attraverso una via secondaria e meno esposta.

L’Fbi prende il controllo delle indagini
A prendere ufficialmente in carico l’intera indagine è stato l’Fbi, come confermato dal suo direttore Kash Patel, che ha parlato pubblicamente della vicenda.
«Prima del ritorno del presidente a West Palm Beach, i servizi segreti hanno scoperto quella che sembrava essere una piattaforma di caccia sopraelevata nella linea visiva della zona di atterraggio dell’Air Force One», ha spiegato Patel in un’intervista a Fox News Digital.
«Non sono state trovate persone sul posto. Da allora l’Fbi ha assunto la guida delle indagini. Abbiamo inviato risorse per raccogliere tutte le prove dalla scena e stiamo impiegando le nostre capacità di analisi dei cellulari».
Il coinvolgimento diretto dell’Fbi sottolinea la serietà dell’episodio. Gli inquirenti starebbero esaminando la zona circostante, raccogliendo tracce fisiche e dati digitali per cercare di risalire a chi possa aver costruito o utilizzato quella struttura.

Nessun arresto, ma l’allerta resta alta
Ad oggi, nonostante la presunta minaccia alla sicurezza, nessuna persona è stata arrestata. L’indagine è in corso e, secondo fonti vicine all’intelligence, si starebbe verificando se si tratti di un tentativo reale di attentato o di un falso allarme, magari frutto di un’attività ricreativa o di caccia mal interpretata. Tuttavia, la presenza di una struttura elevata proprio in prossimità del punto di atterraggio dell’aereo presidenziale ha spinto i servizi a non correre rischi.
Questo episodio si inserisce in un contesto già teso per quanto riguarda la sicurezza dei leader politici negli Stati Uniti, e riaccende il dibattito sulle vulnerabilità di alcune infrastrutture aeroportuali, anche nei confronti di figure di altissimo profilo come l’ex presidente Trump.
Trump silenzioso sull’incidente
Al momento, Donald Trump non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito all’episodio. La sua partenza anticipata e l’imbarco fuori programma, però, non sono passati inosservati nemmeno agli occhi dei presenti all’aeroporto, dove era atteso un protocollo completamente diverso.
L’episodio potrebbe avere anche ripercussioni politiche, in vista dei prossimi impegni pubblici dell’ex presidente. Il suo staff, da parte sua, ha fatto sapere di non commentare per motivi di sicurezza.