Vai al contenuto

“Dio li fa e poi li accoppia!”. Orsini e Albanese insieme: cosa succede? Esplode la polemica

Pubblicato: 21/10/2025 09:20
Orsini Albanese insieme polemica

È bastato uno scatto condiviso su X per riaccendere l’infinito dibattito sull’informazione, sulla guerra in Medio Oriente, e sulle posizioni che dividono radicalmente l’opinione pubblica italiana. Protagonisti, loro malgrado o forse no, Alessandro Orsini, professore della Luiss, e Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. A innescare la miccia è un post al vetriolo del giornalista Antonello Piroso, che accompagna la foto dei due con un commento destinato a fare rumore: “Dio li fa e poi li accoppia”.
Leggi anche: “Lo ha detto davvero? Ma dove ca*** vive?”. Cruciani fuori di sé dopo le parole di Elly Schlein

Un giudizio secco, tagliente, che in poche ore genera una vera e propria tempesta social, spaccando la rete tra chi difende i due personaggi e chi, al contrario, li considera esempi di un’informazione “ideologica”, “faziosa” o “antisistema”.

Albanese fotografata lui polemica

Il post di Antonello Piroso e la valanga di reazioni

La foto in questione — che ritrae Orsini e Albanese sorridenti fianco a fianco — viene rilanciata da Antonello Piroso in un momento in cui la tensione sul fronte israelo-palestinese è altissima, anche nel dibattito italiano. Il giornalista, noto per il suo tono provocatorio e la penna affilata, commenta con ironia amara: “Dio li fa e poi li accoppia”. Un’espressione che non lascia spazio all’interpretazione neutra e che immediatamente polarizza l’attenzione online.

Nel giro di poche ore, il post diventa virale. Migliaia le interazioni, i commenti e le condivisioni. C’è chi definisce Piroso un “coraggioso” per aver osato dire quello che molti pensano, e chi invece lo accusa di alimentare il clima d’odio contro il dissenso politico e intellettuale.

Orsini e Albanese, due figure divisive

Non è la prima volta che Alessandro Orsini e Francesca Albanese finiscono al centro della bufera. Il primo, docente di sociologia del terrorismo, è spesso ospite in talk show televisivi dove porta avanti posizioni critiche verso la NATO, gli Stati Uniti e Israele, suscitando accese polemiche. La seconda, in qualità di rappresentante ONU, ha espresso ripetutamente posizioni molto severe sul comportamento di Israele nei territori occupati, arrivando a parlare di “apartheid” e “crimini di guerra”.

Entrambi sono considerati da una parte dell’opinione pubblica come voci fuori dal coro, capaci di rompere la narrazione dominante. Ma per altri sono l’emblema di una comunicazione faziosa e sbilanciata, che tenderebbe a legittimare regimi o gruppi ritenuti “nemici dell’Occidente”.

La foto che li ritrae insieme, dunque, è diventata un simbolo, un contenitore su cui si riversano proiezioni, rabbia, accuse e consensi.

Social spaccati: tra indignazione e applausi

Sotto il post di Piroso, la sezione commenti è diventata un’arena digitale. C’è chi ironizza, chi insulta, chi difende a spada tratta. Alcuni utenti accusano il giornalista di mancanza di rispetto verso due professionisti che, piaccia o meno, rappresentano una parte del dibattito pubblico. Altri parlano di “libertà di espressione”, affermando che è legittimo sottolineare la pericolosa convergenza ideologica tra Orsini e Albanese.

In mezzo, una larga fascia di utenti chiede di abbassare i toni, segnalando come ogni tema legato alla guerra in Palestina e Israele venga ormai strumentalizzato a fini politici o identitari. Tuttavia, il clima resta rovente, complice una polarizzazione che sembra ormai irreversibile nel dibattito pubblico italiano.

Il nodo dell’informazione e il ruolo degli intellettuali

La vicenda pone ancora una volta il tema della responsabilità di chi interviene nel dibattito pubblico, specie quando si occupa di conflitti armati e diritti umani. Il ruolo degli intellettuali critici, come Orsini e Albanese, viene ora messo in discussione anche sul piano della percezione sociale. Non è solo quello che dicono a fare notizia, ma chi li sostiene, chi li attacca, e in che contesto vengono fotografati insieme.

Il post di Antonello Piroso ha agito da detonatore, ma la miccia era accesa da tempo. La presenza di figure polarizzanti in un contesto mediatico già fortemente divisivo rischia di trasformare ogni contenuto — anche una semplice immagine — in una bandiera da sventolare o da abbattere.

Un confronto che riflette il disagio del Paese

La foto e il commento di Piroso sono solo l’ultimo episodio di una lunga serie di scontri culturali e ideologici che attraversano l’Italia contemporanea. Una società in cui la frattura tra informazione “ufficiale” e informazione “alternativa” si allarga sempre più, con i social che fanno da amplificatori, ma anche da catalizzatori di rabbia e frustrazione.

In questo contesto, la polarizzazione è diventata la regola, e ogni immagine pubblicata — ogni parola pronunciata o scritta — può trasformarsi in polemica nazionale. Che si tratti di un’intervista, di una presa di posizione o di un semplice scatto, il giudizio è immediato, totale e quasi sempre ideologico.

Conclusione: libertà d’espressione o scontro perenne?

Il caso del post di Antonello Piroso su Orsini e Albanese mette in luce una crisi profonda del dibattito pubblico, in cui la critica si trasforma facilmente in attacco personale e la dialettica in tifoseria. La questione non è più se si è d’accordo o meno con le opinioni dei protagonisti, ma quanto si è disposti a tollerare la loro esistenza nello spazio pubblico.

Una società democratica dovrebbe essere in grado di accogliere anche le voci più scomode, ma la realtà dei social — e di certa stampa — sembra puntare più sulla spettacolarizzazione del conflitto che sulla costruzione di un confronto maturo. E in questo gioco al rialzo, ogni foto può diventare una condanna, ogni commento una miccia. E ogni like, un voto in una guerra ideologica che sembra non conoscere tregua.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure