
Il progetto di Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport e Turismo di Roma, ha preso corpo ieri all’Hotel dei Principi, nel cuore della capitale, dove una sala gremita ha accolto la presentazione del suo “Progetto Civico Italia”. L’iniziativa nasce con l’ambizione di riunire sindaci, assessori, consiglieri, ma anche associazioni e movimenti civici in una rete che possa diventare il fulcro di quella che molti chiamano “la Cosa Centrista”. L’obiettivo, secondo l’assessore, è di offrire una casa politica a chi non si riconosce né nella destra né nella sinistra tradizionale, per costruire una nuova alleanza riformista. “Il campo politico c’è già, ci sono le destre e le sinistre. Forse bisogna creare il centro-sinistra. L’obiettivo è contribuire all’alternativa a questa destra. E questo percorso è riformista, popolare e civico”.
Come ha spiegato un’analisi del quotidiano Libero, l’iniziativa di Onorato si inserisce in un momento in cui la galassia centrista e riformista vive una fase di grande fermento, tra le ambizioni di Matteo Renzi, che dalla Leopolda tenta di ridare slancio a Italia Viva, e le spinte provenienti dalle amministrazioni locali che chiedono più rappresentanza. L’incontro romano, pur essendo formalmente un evento civico, ha assunto contorni politici precisi: una sorta di Opa sull’area di mezzo, quella che vorrebbe tornare a essere determinante per la costruzione di un nuovo centrosinistra.
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In platea non mancavano i volti noti del mondo politico e amministrativo. Tra i presenti c’erano il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, la sindaca di Genova Silvia Salis – indicata da molti come possibile leader di questa nuova aggregazione – e il primo cittadino di Udine, Alberto Felice De Toni. Ospite d’eccezione, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, accompagnato da Stefano Bonaccini e da Goffredo Bettini, che è considerato il vero ispiratore di questo nuovo fronte riformista. Bettini, già stratega del Pd e promotore dell’idea di una “tenda riformista”, ha sostenuto apertamente Onorato, convinto che questa iniziativa possa rappresentare la chiave per unire Pd, M5S e Avs.

La sorpresa della giornata è arrivata con l’ingresso in sala di Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle, pur in un momento di tensione interna al suo partito, ha deciso di presenziare all’evento, scelta che ha immediatamente assunto un significato politico. “Era stato invitato”, hanno minimizzato i suoi, ma la sua presenza è apparsa come una chiara apertura verso il mondo civico e riformista. Il legame personale e politico tra Conte e Bettini, infatti, è noto da tempo, e non è un caso che il capo del M5S abbia voluto offrire una sorta di legittimazione al progetto di Onorato.
Dal palco, Onorato non ha perso l’occasione per rivolgersi a Conte: “Saluto Conte”, ha detto, “e mi permetto di dire che leggendo il dibattito nei Cinquestelle, mi viene da riflettere sul lavoro difficile e fruttuoso che hai fatto in questi anni, un lavoro prezioso: hai trasformato un Movimento antipolitico in forza di governo”. Parole che hanno suonato come un riconoscimento pubblico, non solo per il percorso personale di Conte, ma anche per la volontà di includere il M5S nel dialogo riformista che il progetto civico vuole promuovere.
Conte ha ricambiato la cortesia, sottolineando la volontà di costruire un fronte progressista più ampio: “Ho ascoltato con interesse la relazione di Onorato”, ha dichiarato, “ognuno deve lavorare per la sua forza politica ma sono molto interessato a costruire, dare un contributo per un progetto politico fortemente marcato nel segno del progressismo che possa costituire una efficace alternativa al governo Meloni e quindi il dialogo ci sta”. Parole che, lette tra le righe, sembrano aprire a una collaborazione concreta con il fronte civico e con il Pd.

La “benedizione” non è arrivata solo da Conte. Anche Gualtieri ha voluto sottolineare l’importanza del civismo come motore di rinnovamento: “Credo”, ha detto il sindaco di Roma, “che le forze del civismo e dell’associazionismo, soprattutto quelle impegnate nelle città, intercettano tutti i grandi temi e in questo momento sono risorse molto preziose per un centrosinistra forte e vincente e di governo”. È un messaggio chiaro: la rinascita del centrosinistra passa anche per chi amministra i territori, non solo per i vertici dei partiti.
Tra le figure più osservate della giornata, Silvia Salis ha conquistato l’attenzione generale con un intervento appassionato e pragmatico. “Sono qui”, ha detto la sindaca di Genova, “per dire che non siamo contro qualcuno o qualcosa, ma siamo a favore. Essere progressisti in questo momento vuol dire non essere contro, ma essere a favore del futuro, a fianco delle persone”. E ancora: “Io non credo che sia il caso di attaccare, io credo che si debba proporre una politica diversa. Basta con questa corsa a chi è più di sinistra, più radicale. Quello che conta è l’unione. Se alla destra levi questo argomento, non ne ha altri”.
Il lessico scelto dai protagonisti dell’evento – riformismo, dialogo, esperienze dal basso – è quello di chi vuole presentarsi come un’alternativa moderata ma concreta. Tuttavia, resta aperta la questione principale: come gestire le ambizioni e i ruoli all’interno di un panorama centrista sempre più affollato. Dopo la Leopolda e ora con il Progetto Civico Italia, la corsa alla leadership del “nuovo centro” è ufficialmente iniziata. E, a giudicare dalla partecipazione di ieri, il dibattito sul futuro del centrosinistra è appena cominciato.