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Gaza, Trump: “Hamas rispetti l’accordo o la sua fine sarà rapida e brutale”

Pubblicato: 21/10/2025 15:54

Toni durissimi da parte dell’ex presidente Donald Trump, tornato al centro del dibattito internazionale con un chiaro messaggio a Hamas: «Rispetti l’accordo o la sua fine sarà rapida e brutale». La dichiarazione, diffusa sui media statunitensi, arriva mentre il fragile cessate il fuoco a Gaza rischia di rompersi per nuove violazioni.

Trump ha definito “inaccettabile” l’attuale atteggiamento del gruppo palestinese, invitandolo a rispettare «ogni punto dell’intesa siglata sotto supervisione internazionale». Le sue parole giungono mentre il vicepresidente USA J.D. Vance è già in Israele per coordinare i meccanismi di sorveglianza della tregua.

Nel frattempo, due uomini chiave vicini a Trump, Witkoff e Kushner, hanno incontrato a Gerusalemme il primo ministro Benjamin Netanyahu. L’obiettivo: rafforzare le basi del cessate il fuoco e spingere verso una soluzione duratura al conflitto in corso. Gli Stati Uniti, sotto la nuova leadership repubblicana, stanno cercando di tornare protagonisti nella gestione della crisi mediorientale.

La pressione statunitense ha già ottenuto un primo risultato: Israele ha riaperto due valichi per l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. Un gesto, però, bilanciato da un nuovo attacco militare. Netanyahu ha annunciato il lancio di 153 tonnellate di bombe contro obiettivi di Hamas, in risposta – ha detto – a «gravi violazioni della tregua».

Il premier israeliano ha poi chiarito che non intende convocare elezioni anticipate, allontanando le speculazioni su un possibile voto politico anticipato. «Si voterà a ottobre 2026», ha ribadito, cercando di rafforzare la propria posizione.

“Il problema è molto complesso però non riusciamo a capire come questi cristiani che vivono la loro vita normale possano essere oggetto di tanto accanimento”. Lo ha sottolineato il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, rispondendo ad una domanda sui cristiani attaccati dai coloni in Cisgiordania. “Adesso – ha aggiunto ai margini della presentazione del Rapporto di Aiuto alla chiesa che soffre sulla libertà religiosa – parlare di persecuzione è problematico, certamente sono situazioni che non possiamo accettare”.

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