
La tensione tra Russia, Stati Uniti ed Europa continua a crescere, alimentata da sviluppi diplomatici e militari che segnalano un deterioramento nei rapporti internazionali. Il ministro degli Esteri polacco ha lanciato un messaggio durissimo: “Non escludiamo l’atterraggio forzato e l’arresto di Vladimir Putin” nel caso in cui il presidente russo sorvolasse lo spazio aereo polacco per recarsi a Budapest, dove si sta pianificando un incontro con Donald Trump. Sul leader del Cremlino pende un mandato di arresto della Corte penale internazionale, e Varsavia non esclude azioni dirette per farlo rispettare.
Intanto, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito “prematuro” parlare della partecipazione di Paesi dell’Unione Europea al vertice russo-americano, lasciando intendere che le trattative per l’incontro Trump-Putin sono ancora in fase di definizione. Secondo Mosca, l’Europa “non sostiene la pace, ma incita Kiev a proseguire la guerra”, aggiungendo ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche.

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha confermato che la Russia è contraria a un cessate il fuoco immediato in Ucraina. A suo dire, fermare ora le ostilità significherebbe ignorare le “cause profonde del conflitto” e tradire gli accordi già discussi con Trump nel recente vertice in Alaska. Lavrov ha sottolineato che una tregua immediata non garantirebbe una pace “duratura e sostenibile”, linea condivisa – a suo dire – anche dall’ex presidente americano.
Una posizione che si scontra apertamente con quella dell’Europa e dell’Ucraina. In una dichiarazione congiunta, i leader europei, tra cui Giorgia Meloni, hanno ribadito il sostegno all’Ucraina e affermato che “i confini internazionali non devono essere modificati con la forza”. Anche il presidente francese Emmanuel Macron, da Lubiana, ha dichiarato che eventuali concessioni territoriali potranno essere negoziate solo da Zelensky, respingendo qualsiasi imposizione esterna.
Lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha accusato Mosca di sfruttare la momentanea riduzione della pressione militare per rallentare i negoziati. Secondo Zelensky, l’incertezza sulla consegna di missili Tomahawk a Kiev ha incoraggiato il Cremlino a guadagnare tempo. “Appena la pressione si è allentata – ha dichiarato – i russi hanno cominciato a sabotare il dialogo”.
Parallelamente, si intensificano le operazioni di intelligence sul territorio europeo. La Romania ha annunciato di aver sventato un tentativo di sabotaggio ai danni della compagnia logistica ucraina Nova Post a Bucarest. Due cittadini ucraini, secondo il Servizio di Informazioni Romeno (SRI), erano stati coordinati direttamente dai servizi segreti russi per piazzare dispositivi incendiari. La Romania sospetta un’operazione più ampia in coordinamento con cellule già attive anche in Polonia.

Sul fronte dei diritti umani, desta preoccupazione il caso della giornalista e attivista Olga Komleva, arrestata nel marzo 2024 per aver collaborato con la Fondazione anti-corruzione dell’oppositore russo Aleksei Navalny. Condannata a 12 anni di carcere per aver diffuso “fake news” sull’esercito russo, Komleva ha perso l’uso della parola in carcere. Lo ha scritto in una lettera al marito dal centro di detenzione preventiva di Dyurtyuli, in Bashkortostan.
Secondo il sito indipendente Meduza e il gruppo OVD-Info, è probabile che Komleva abbia subito molestie fisiche e psicologiche durante la detenzione. Il marito aveva già denunciato episodi di violenza sessuale da parte del personale del centro di Ufa, cessati solo dopo la pressione mediatica e legale. Il processo si è svolto a porte chiuse e i dettagli sono ancora oscuri, aggravando le preoccupazioni della comunità internazionale.
Komleva, diabetica, ha avuto difficoltà anche a ricevere i farmaci necessari. La sua vicenda si aggiunge a un lungo elenco di repressioni nei confronti della società civile russa, in particolare verso chi ha sostenuto Navalny o ha criticato la guerra. La giornalista aveva più volte coperto le proteste in Bashkortostan e collaborato con la testata indipendente RusNews, venendo arrestata anche durante le manifestazioni del 2021.
Mentre la diplomazia arranca e la repressione interna si intensifica, la guerra in Ucraina prosegue in un contesto internazionale sempre più frammentato. Con il dialogo tra Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio momentaneamente sospeso, e l’incontro con Trump ancora incerto, le prospettive di una risoluzione negoziata sembrano allontanarsi. E con esse, anche la speranza di una pace prossima.