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Ho perso un bambino così”. Denunciato il padre di Elisabetta Gregoraci. Le parole atroci dell’ex compagna

Pubblicato: 21/10/2025 11:26
Elisabetta Gregoraci denunciato padre

Non sempre la violenza si presenta con il volto che ci si aspetta. A volte si nasconde dietro sorrisi affabili, parole dolci e promesse d’eternità. E proprio quando si veste da amore, diventa più pericolosa, più subdola, più difficile da riconoscere. Troppe donne vivono per anni in una spirale che inizia con piccoli gesti di controllo e finisce per inghiottire tutto: l’autostima, la libertà, perfino la salute fisica e mentale.
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Ma c’è un momento, spesso doloroso quanto liberatorio, in cui si decide di dire basta. In cui la vittima smette di sentirsi colpevole e trova la forza di spezzare il silenzio. È quello che è successo a Rosita Gentile, 56 anni, che dopo dodici anni di abusi e maltrattamenti ha deciso di denunciare l’uomo con cui aveva condiviso la vita: Mario Gregoraci, 75 anni, noto anche per essere il padre della showgirl Elisabetta Gregoraci.

Una denuncia che scuote Soverato: Gregoraci indagato

A raccontare l’episodio è il sito Calabria7, che ha raccolto la testimonianza di Rosita Gentile. Secondo quanto riportato, la donna ha denunciato l’ex compagno per maltrattamenti e stalking, dando così avvio a un’inchiesta della Procura di Catanzaro. I fatti si sarebbero consumati nella zona di Soverato, dove i due si erano conosciuti più di dieci anni fa.

Lui si era presentato come il principe azzurro“, ha raccontato Rosita. “Diceva che ero unica, che solo io riuscivo a capirlo”. Ma presto il sogno si è trasformato in incubo. Dietro la facciata affascinante, il compagno avrebbe nascosto un’indole ossessiva e violenta. “La maschera è caduta e lui ha rivelato il suo vero volto”, ha aggiunto la donna.

Minacce, violenze fisiche e psicologiche: il racconto di Rosita

Il racconto della donna è agghiacciante. Schiaffi, lividi, strattoni, capelli tirati con forza e la testa sbattuta contro il piano cottura. E poi le parole che lasciano ferite invisibili ma profonde: “Tu non sei niente“, le avrebbe ripetuto mentre lei cercava di asciugarsi il sangue. Non solo violenza fisica, ma anche controllo costante: videochiamate per verificare dove si trovasse, minacce di danneggiare i suoi abiti, paura quotidiana che diventava isolamento.

In un episodio particolarmente drammatico, Gregoraci l’avrebbe minacciata con un coltello, puntandoglielo alla gola. Ma la donna, come spesso accade nelle storie di violenza domestica, è rimasta, nella speranza che qualcosa potesse cambiare. Invece, secondo quanto dichiarato, le cose sarebbero peggiorate fino al punto più doloroso: un aborto causato da un pestaggio.

Una nuova vita dopo la denuncia: si attende l’udienza

Solo nel 2024, dopo anni di silenzio, Rosita è riuscita a lasciare definitivamente il compagno e a presentare denuncia. Ora, la giustizia è chiamata a fare il suo corso: il prossimo 5 novembre, il tribunale di Catanzaro dovrà decidere se rinviare a giudizio Mario Gregoraci per le gravi accuse mosse nei suoi confronti.

La sua è una storia che richiama, ancora una volta, l’urgenza di ascoltare le donne, di dare spazio alle loro voci e di garantire loro protezione concreta. Non si tratta solo di cronaca, ma di un grido che rompe l’omertà, di un esempio per chi si trova intrappolata in situazioni simili.

La forza di uscire dal silenzio

La vicenda di Rosita Gentile non è un caso isolato. Ogni giorno, in Italia, centinaia di donne subiscono violenze fisiche e psicologiche tra le mura di casa, spesso da parte di uomini che dicono di amarle. Il coraggio di Rosita, la sua decisione di denunciare dopo dodici anni, rappresentano un gesto di enorme forza che va riconosciuto e sostenuto.

Se la giustizia farà il suo corso, lo diranno i prossimi mesi. Ma intanto questa storia diventa un tassello importante nella battaglia per il riconoscimento dei diritti delle donne, per dire con chiarezza che nessuno ha il diritto di distruggere la dignità di un altro essere umano, mai.

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