
Era un giorno come tanti per una giovane donna di 25 anni, impegnata nella ricerca di un’opportunità lavorativa come accade a moltissime persone. Un annuncio online, una risposta ricevuta, una conversazione apparentemente innocua: tutto sembrava seguire una traiettoria normale, una delle tante interazioni che ogni giorno popolano le piattaforme digitali. E invece, da quello scambio virtuale si è innescato un incubo reale, una spirale di violenza e sopraffazione che si è conclusa solo grazie all’intervento provvidenziale dei Carabinieri.
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La cronaca nera torna a parlare di trappole digitali, dove dietro un profilo social può nascondersi chiunque, anche chi è pronto a trasformare un pretesto di lavoro in un’aggressione brutale. Ed è quanto sarebbe accaduto a Cogorno, in provincia di Genova, dove una ragazza è stata rapita, sequestrata e violentata da un uomo conosciuto solo via web.
Il drammatico incontro e la richiesta di aiuto
A far emergere l’intera vicenda è stato un pattugliamento di routine. Una volante dell’Arma impegnata in controlli sul territorio si è imbattuta in una giovane donna in evidente stato di shock, confusa, tremante, incapace di spiegare subito cosa le fosse accaduto. Dopo i primi tentativi di rassicurazione, la ragazza ha trovato la forza per raccontare una storia di orrore appena vissuta.
Secondo quanto riferito dalla vittima ai militari, un uomo l’aveva avvicinata nei giorni precedenti via social network, proponendole un’opportunità lavorativa. Dopo aver ottenuto il contatto telefonico, l’uomo avrebbe iniziato a tempestarla di messaggi e telefonate, con un tono sempre più insistente e inappropriato. Le sue avance, respinte con fermezza dalla giovane, sono però sfociate in qualcosa di ben più grave.

Il sequestro e la violenza nella casa dell’aggressore
La mattina del giorno dell’arresto, l’uomo – un 35enne – si è presentato sul luogo di lavoro della ragazza. Qui l’ha bloccata con la forza, costringendola a salire nella sua auto e conducendola, sotto minaccia, nella propria abitazione. In quel contesto, secondo il racconto della vittima, l’avrebbe violentata prima di abbandonarla in strada, nello stesso luogo in cui poco dopo sarebbe stata soccorsa dai carabinieri e dal personale del 118.
Il racconto è stato subito ritenuto attendibile e coerente dagli inquirenti, che hanno attivato una ricerca immediata dell’aggressore. Grazie alle informazioni fornite e alle telecamere presenti lungo il percorso, i carabinieri hanno potuto individuare il veicolo dell’uomo e fermarlo poco dopo mentre cercava di fuggire dalla zona.
Arrestato cittadino straniero irregolare: ora è in carcere
Il presunto aggressore è stato identificato come cittadino straniero irregolare sul territorio italiano. Dopo essere stato fermato dai Carabinieri della compagnia di Sestri Levante, con il supporto delle stazioni di Moneglia e Carasco, è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con le pesantissime accuse di sequestro di persona e violenza sessuale.
Attualmente si trova recluso nel carcere di Pontedecimo, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Genova, che ha già raccolto le prime testimonianze e i rilievi necessari per procedere con l’iter giudiziario. Ulteriori accertamenti sono in corso anche per verificare se l’uomo possa essere coinvolto in episodi simili, o se la sua condotta fosse già stata segnalata in precedenza.

Il rischio nascosto dietro i social: un’emergenza sottovalutata
Il caso di Cogorno riaccende i riflettori su un fenomeno sempre più insidioso: l’uso distorto dei social network per adescare vittime. In questo caso, una presunta offerta di lavoro è servita come pretesto per ottenere informazioni personali e pianificare un’aggressione. È un copione già visto in altre occasioni, ma che continua a sorprendere per la sua brutalità.
Non è un caso isolato, e gli investigatori lanciano un appello alla prudenza: “Mai accettare incontri con sconosciuti in luoghi isolati o senza una verifica approfondita delle intenzioni”, avverte una fonte interna. “Soprattutto se l’approccio avviene via social, occorre prestare massima attenzione, anche quando si parla di lavoro”.
La ragazza ora è al sicuro, ma il trauma resta
La 25enne vittima dell’aggressione è stata ricoverata in ospedale e si trova ora in un luogo sicuro, seguita da personale sanitario e supportata da un team di psicologi e assistenti sociali. Il percorso di guarigione, soprattutto a livello emotivo e psicologico, sarà lungo e delicato, ma la speranza è che possa presto ricominciare la sua vita.
La sua testimonianza, coraggiosa e chiara, è stata fondamentale per permettere alle autorità di intervenire in tempo, evitando che l’aggressore potesse far perdere le proprie tracce o peggio, colpire di nuovo.