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M5S, Grillo si «riprende» il simbolo sul web e lancia un sito parallelo

Pubblicato: 21/10/2025 19:40

Beppe Grillo si riprende il simbolo del Movimento 5 Stelle. Almeno, sul web. Un passo che appare tutt’altro che casuale e che suona come il preludio di un nuovo scontro, forse definitivo, tra il fondatore del Movimento e l’attuale leader Giuseppe Conte. Dopo mesi di silenzio e distacco apparente dalla politica attiva, Grillo è tornato a farsi sentire – e vedere – con una mossa dal forte significato simbolico e legale: ha riattivato il sito storico www.movimento5stelle.it, dominio originario della creatura politica lanciata nel 2009.

Il sito, “ibernato” per anni e oscurato durante il passaggio di consegne al Movimento contiano, è stato riaperto il 23 agosto scorso, con tanto di logo storico del M5S in bella vista: quello che reca il dominio all’interno del contrassegno, depositato ufficialmente nel 2015 presso l’Ufficio marchi europeo dall’Associazione Movimento 5 Stelle con sede a Genova. È lo stesso logo al centro di una disputa legale latente, che potrebbe presto esplodere in tribunale.

La mossa, pur discreta, non è sfuggita agli osservatori più attenti: quel simbolo è ancora nella disponibilità di Grillo, che figura formalmente come titolare del marchio. E il fatto che sia stato riportato online, in un momento politicamente delicato per Conte, alimenta le ipotesi di un conflitto imminente sulla legittimità di utilizzo del simbolo da parte dell’ex premier. Una frattura mai del tutto sanata tra i due volti storici del Movimento.

Nel sito riattivato non c’è solo il logo. Ci sono i documenti ufficiali dell’associazione genovese, tra cui i verbali delle assemblee, i rendiconti aggiornati al 2024, e persino il testo inviato alla Commissione di garanzia sugli statuti dei partiti politici. Spiccano alcuni dettagli economici: un disavanzo di quasi 10 mila euro, crediti verso Grillo per 88 euro, e debiti verso di lui per oltre 8.400 euro. Voci simboliche, certo, ma che indicano un’associazione ancora formalmente attiva, pronta – forse – a rivendicare spazi politici.

A rafforzare il significato politico dell’operazione è anche la lettera aperta di Paolo Becchi, ex “ideologo” del Movimento, indirizzata proprio a Grillo e pubblicata sui social. Becchi rievoca lo spirito originario dei Cinque Stelle e invita il fondatore a “recuperare il simbolo” per preservarne la dignità storica. “Non sono degni di usarlo, Beppe”, scrive, riferendosi al Movimento guidato da Conte. Un messaggio chiaro, che sembra fare eco a quello implicito contenuto nel gesto di Grillo.

La causa legale per il simbolo appare ora sempre più concreta. Finora le divergenze tra Grillo e Conte erano rimaste nei corridoi, tra frecciate indirette e malumori malcelati. Ma la riattivazione del sito e il posizionamento pubblico del simbolo potrebbero rappresentare il primo atto formale di una battaglia giuridica, che potrebbe culminare in occasione del deposito delle liste elettorali per le Europee o in regionali sensibili come quelle in Campania.

Per Conte si tratterebbe di una sfida delicata: senza il simbolo storico, il Movimento rischierebbe una crisi di identità ancora più profonda, in un momento in cui i sondaggi lo danno in difficoltà e la base mostra segni di disaffezione. Lo scontro sul logo potrebbe rivelarsi anche uno scontro di legittimità politica, su chi rappresenta davvero il “vero” M5S.

Grillo, intanto, non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche. Ma la sua mossa, fatta con discrezione e calcolata precisione, dice molto. Non è solo nostalgia o orgoglio personale. Potrebbe essere il segnale che il “padre” del Movimento non è disposto a lasciarlo morire in silenzio, né tantomeno a vederlo trasformarsi in qualcosa che non gli appartiene più.

Nel frattempo, in attesa di sviluppi ufficiali, le due anime del Movimento – quella del fondatore e quella del successore – sembrano nuovamente su un binario di collisione. E questa volta, la battaglia potrebbe giocarsi non solo nelle aule politiche, ma anche in quelle giudiziarie.

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