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Carlo III pronto a varcare il soglio di Pietro in Vaticano, il principe Andrea perde titoli e ruolo a Windsor

Pubblicato: 21/10/2025 09:52
Re Carlo Vaticano svolta

Tra visite storiche e tagli senza precedenti, la monarchia britannica si trova oggi nel pieno di una trasformazione profonda. Mentre re Carlo III si prepara a varcare le porte del Vaticano per partecipare a un rito pubblico accanto a Papa Leone XIV, la casa reale annuncia anche la definitiva revoca dei titoli al principe Andrea, segnando un doppio passaggio simbolico: apertura spirituale da un lato, rigore istituzionale dall’altro.
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Due eventi in apparenza distinti, ma che parlano la stessa lingua: quella di una nuova direzione per la corona, più attenta alla reputazione pubblica, alle aspettative del tempo presente e, soprattutto, alle dinamiche interne che vedono il principe William in un ruolo sempre più centrale.

Un re divorziato in Vaticano: la svolta simbolica

La visita ufficiale di Carlo III in Vaticano rappresenta molto più di un semplice incontro tra due capi di Stato. Come sottolinea l’avvocato Marco Ubezio, esperto della monarchia inglese, è “un momento senza precedenti da quasi cinquecento anni”. L’ingresso di un sovrano inglese, capo della Chiesa anglicana, in un rito religioso condiviso con il Papa, segna un punto di svolta nei rapporti tra cattolicesimo e anglicanesimo, rimasti a lungo su binari paralleli dopo lo scisma di Enrico VIII.

E il paradosso è potente: una Chiesa nata da un divorzio che oggi si apre a un rito spirituale condiviso da un re divorziato, accompagnato dai cori della Cappella Sistina, della Cappella di San Giorgio e di Saint James’s Palace. Un gesto carico di significato personale, oltre che istituzionale, che rappresenta un ponte tra due tradizioni religiose, da sempre distinte ma mai del tutto separate.

Nel corso della visita, Carlo riceverà anche il titolo di “Royal Confrater of St Paul”, un’onorificenza antica che riafferma i legami nascosti ma profondi tra la monarchia britannica e la tradizione cattolica romana. E sebbene Carlo abbia già visitato il Vaticano più volte – nel 1985, al funerale di Giovanni Paolo II nel 2005, e poi nel 2009 e nel 2017 – questa sarà la prima visita ufficiale da sovrano, e la prima a sfociare in un evento religioso pubblico.

La monarchia si spoglia dei suoi tabù: la caduta del principe Andrea

Mentre Carlo III cerca di costruire ponti spirituali e diplomatici, la famiglia reale si ritrova a dover tagliare con forza un ramo divenuto troppo fragile: quello del principe Andrea. La revoca del titolo di Duca di York segna una decisione senza precedenti, formalmente presentata come “rinuncia”, ma di fatto imposta dall’alto, secondo quanto evidenzia Marco Ubezio.

La perdita del titolo, tradizionalmente riservato ai secondogeniti maschi della casa Windsor, come Giorgio V e Giorgio VI, è un segnale inequivocabile. Il primo vero spartiacque dell’era post-Elisabetta. E dietro questa rottura, emerge chiaramente la regia del principe William, descritto da Ubezio come “il promotore di una linea non dura, durissima”.

Il riferimento è al coinvolgimento di Andrea nello scandalo Epstein e alle nuove ombre gettate dal libro postumo di Virginia Giuffrè, la giovane che lo accusò di abusi. Con le recenti anticipazioni, la pressione sull’ex duca è tornata altissima. Non si tratta più di voci o indiscrezioni, ma di un dossier pubblico, con implicazioni pesantissime per l’immagine della monarchia.

William guida il cambiamento: il futuro della casa Windsor

Secondo Ubezio, la scelta di revocare i titoli a Andrea è anche una risposta alle aspettative dell’opinione pubblica. “La corona non tollera più zone grigie. Chi resta dentro deve condividere i valori dell’istituzione”. E se da un lato il gesto di Carlo in Vaticano apre all’unità e alla riconciliazione, la linea adottata da William è diametralmente opposta: nessuna ambiguità sarà più tollerata.

Non a caso, il futuro re e la principessa Kate avrebbero già fatto sapere di non voler la presenza di Andrea a nessuna cerimonia ufficiale. E senza titoli, il fratello del re non potrà essere presente all’incoronazione di William, quando avverrà. Ubezio è chiaro: “William sta già costruendo la monarchia del futuro. E lo fa con lucidità e fermezza”.

Anche sul fronte delle tensioni familiari con Harry, qualcosa si muove. Per la prima volta da tempo, William avrebbe fatto un accenno pubblico al fratello, ma secondo Ubezio è improbabile un ritorno da ‘working royal’ part-time, formula che la famiglia ha già rifiutato. La linea, anche in questo caso, è netta: o dentro o fuori.

Questioni di soldi, reputazione e trasparenza

Ma il caso Andrea potrebbe non essere finito qui. Secondo Ubezio, ci sono dubbi sull’origine del denaro utilizzato per il patteggiamento con la Giuffrè. “Si parla addirittura della possibilità che Andrea debba dimostrare la provenienza dei fondi. Se emergesse che quei soldi provengono da un prestito della regina Elisabetta, la questione potrebbe esplodere in una nuova crisi istituzionale”.

Ancora una volta, il vero timore è l’impatto sull’immagine pubblica della monarchia. Usare fondi privati, o peggio ancora pubblici, per coprire scandali privati, rappresenterebbe una minaccia diretta alla credibilità della corona. E non è escluso che la questione possa riemergere in sede giudiziaria o parlamentare.

Simboli opposti, stesso messaggio: la monarchia cambia pelle

La visita in Vaticano di Carlo III e la revoca dei titoli al principe Andrea raccontano due storie diverse, ma convergenti. Da una parte, l’apertura spirituale e il dialogo interconfessionale; dall’altra, la determinazione a separare la monarchia da ogni zona d’ombra, anche a costo di rinunciare a un membro della famiglia.

Come sintetizza Ubezio: “La monarchia britannica sta dicendo: sì, continuerò a essere simbolo, continuità, tradizione. Ma se vuoi far parte di questa istituzione, devi accettare che i tempi sono cambiati. Non sei più un nobile con privilegi privati: sei un rappresentante pubblico, al servizio del Paese”.

È in questa dialettica tra passato e presente che si gioca oggi il futuro della corona britannica. Una monarchia che, dopo la lunga ombra della regina Elisabetta II, cerca ora una nuova identità. Meno imperiale, più responsabile. Meno indulgente, più trasparente. Più spirituale, forse, ma anche più spietata quando in gioco c’è la propria sopravvivenza.

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Ultimo Aggiornamento: 21/10/2025 09:54

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