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Caso Gintoneria, arriva la decisione del tribunale su Davide Lacerenza e Stefania Nobile: shock

Pubblicato: 22/10/2025 14:52

Il tribunale di Milano ha ratificato il patteggiamento per Stefania Nobile e Davide Lacerenza, accusati di aver gestito un giro di prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti all’interno della loro Gintoneria e del privé La Malmaison. Entrambi gli indagati hanno ottenuto l’accesso a misure alternative al carcere, con pene patteggiate di 4 anni e 8 mesi per Lacerenza e 3 anni per Nobile. Il procedimento si concluderà con la vendita di tutti i beni confiscati, inclusi champagne e arredi di lusso, che fungeranno da risarcimento.

Le pene patteggiate e le misure alternative

Le pene sono state ratificate dalla gip milanese Marta Pollicino. Per Stefania Nobile, 60enne ed ex compagna di Lacerenza, responsabile della gestione amministrativa e contabile dei locali, è stata immediatamente concessa la possibilità di accedere ai lavori di pubblica utilità. Questo beneficio le è stato accordato in parte perché non le era contestato il reato di spaccio di cocaina e in parte come riconoscimento per la sua scelta di farsi interrogare durante le indagini.

Per Davide Lacerenza, titolare dei locali, la situazione è leggermente diversa. Già sottoposto ai domiciliari, misura cautelare che gli era stata revocata un mese prima del patteggiamento, Lacerenza potrà comunque richiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Le accuse a suo carico erano più gravi, includendo sia lo spaccio che lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. I giorni trascorsi ai domiciliari per esigenze cautelari contribuiranno a evitare la cella. La misura alternativa potrà anche consentirgli di proseguire e completare un percorso di disintossicazione dalle sostanze stupefacenti all’interno di una comunità. L’obiettivo è offrire a Lacerenza una seconda chance e una possibilità di recupero sociale, come sottolineato dal suo legale, Liborio Cataliotti.

Il risarcimento attraverso i beni confiscati

Oltre alle sentenze penali, il tribunale di Milano ha stabilito che i beni già confiscati verranno utilizzati come risarcimento. La confisca include diverse decine di migliaia di euro trovate in vari conti correnti e tutti gli arredi dei due locali. Il risarcimento più significativo, tuttavia, è rappresentato dalle bottiglie di champagne che venivano regolarmente servite ai clienti.

Il valore stimato di questi alcolici di lusso ammonta a circa 900mila euro. La cifra esatta sarà determinata solo dopo che le bottiglie verranno battute all’asta. L’avvocato di Lacerenza ha chiarito le implicazioni economiche di questa decisione, affermando che la sentenza “azzera completamente le proprietà di Davide Lacerenza”, costringendolo a ripartire da zero dal punto di vista patrimoniale. Se il ricavato dell’asta superasse il valore stimato, l’eventuale differenza in eccesso sarà comunque consegnata all’ex titolare dei locali.

Il sistema: champagne, escort e droga

L’indagine, secondo quanto stabilito dai giudici del Riesame, ha rivelato che l’attività dei locali non si limitava semplicemente alla somministrazione di alcolici. Il fulcro del sistema era la “messa a disposizione di ragazze e stupefacenti”. Questa offerta era strategicamente finalizzata a incrementare il consumo di alcolici da parte della clientela.

I servizi di prostituzione erano disponibili non solo all’interno dei locali, ma anche a domicilio. La presenza di cocaina era presentata come una “disponibilità compresa nella complessiva offerta del servizio”. In sostanza, ai clienti venivano proposti veri e propri “pacchetti” che includevano una combinazione di champagne, escort e droga, mirati a spingere il cliente a un consumo estremo e completo del servizio illecito. La gestione di Stefania Nobile era essenziale per l’amministrazione e la contabilità di questo complesso e lucroso giro d’affari.

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