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Werthein lascia il governo a quattro giorni dal voto: scossone per Milei alla vigilia delle legislative

Pubblicato: 22/10/2025 18:24

A soli quattro giorni dalle elezioni legislative, l’Argentina è scossa dalle dimissioni del ministro degli Esteri Gerardo Werthein, che ha lasciato l’incarico presentando la sua rinuncia al presidente Javier Milei. Una decisione improvvisa, confermata in via ufficiosa da fonti di governo e riportata dai principali media locali, che segna un nuovo punto di tensione all’interno dell’esecutivo liberale.

Secondo fonti argentine, il nome di Werthein era già al centro di indiscrezioni su un imminente rimpasto di governo, previsto dopo il voto di domenica e annunciato dallo stesso Milei. Tuttavia, la scelta di dimettersi ora – alla vigilia di una consultazione cruciale per l’equilibrio politico del Paese – appare come un segnale di rottura politica anticipata.

Crisi diplomatica e tensioni interne

Werthein, uomo d’affari e figura chiave nei rapporti con gli Stati Uniti e Israele, era considerato uno dei profili più internazionali del governo Milei. Negli ultimi mesi aveva difeso con forza la linea filo-occidentale e filo-israeliana dell’Argentina, in contrasto con le aperture economiche verso la Cina sostenute da altri ministri.

La sua uscita potrebbe quindi riflettere non solo divergenze personali con Milei, ma anche spaccature strategiche sulla politica estera. Secondo la stampa di Buenos Aires, la decisione è maturata dopo un colloquio teso con il presidente, che avrebbe già individuato un sostituto ad interim per garantire la continuità diplomatica fino al voto.

L’effetto politico sul voto

La notizia arriva in un momento delicatissimo per Milei, che punta alle elezioni legislative come banco di prova della sua riforma economica radicale e della politica di “shock liberale”. Le dimissioni di Werthein, simbolo della credibilità internazionale del governo, rischiano ora di indebolire la narrativa di stabilità che la presidenza stava cercando di consolidare negli ultimi giorni di campagna.

Il presidente, finora, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ma il colpo politico è evidente: la diplomazia argentina resta senza guida proprio mentre si moltiplicano le pressioni internazionali e cresce l’incertezza interna. Milei dovrà ora convincere elettori e mercati che il suo progetto resta sotto controllo, nonostante una crepa che – a pochi giorni dal voto – rischia di trasformarsi in un segnale di fragilità politica.

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Ultimo Aggiornamento: 22/10/2025 18:25

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