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Dove conviene fare la spesa in Italia: la classifica dei supermercati più convenienti secondo Altroconsumo

Pubblicato: 22/10/2025 12:41
succhi di frutta

L’indagine Altroconsumo sulla convenienza dei supermercati, giunta alla sua 36ª edizione e basata sull’analisi di 1,6 milioni di prezzi in 1.150 punti vendita su 67 città italiane, fornisce una mappa dettagliata e cruciale per i consumatori in un momento economico particolarmente complesso. Il costo del carrello della spesa è infatti in forte crescita, arrivando ad assorbire fino al 19% del bilancio familiare medio. In questo contesto, l’indagine non è solo un esercizio statistico, ma una vera e propria guida che indica come una famiglia di quattro persone possa arrivare a risparmiare fino a 3.700 euro l’anno, un taglio che equivale a quasi il 40% della spesa media annua stimata dall’Istat (9.276 euro).

I vantaggi sono significativi anche per le altre tipologie di nuclei familiari: le coppie possono risparmiare fino a 3.273 euro, mentre i single fino a 2.249 euro. La scelta attenta del luogo dove fare acquisti si configura, dunque, come un’azione di fondamentale importanza per la gestione del bilancio domestico, permettendo di alleggerire l’impatto di un costo che incide sempre più sulle finanze familiari.

L’aumento dei prezzi e l’inflazione alimentare

Il panorama dei prezzi al consumo in Italia è caratterizzato da un generale aumento, anche se con marcate differenze a seconda del canale di distribuzione. L’analisi di Altroconsumo, confrontando i dati tra marzo 2024 e marzo 2025, rivela un incremento medio dei prezzi nei supermercati italiani pari al 2,2%. Questo aumento, sebbene possa sembrare contenuto, risulta superiore a quello registrato nell’anno precedente, segnando una ripresa, seppur moderata, della dinamica inflattiva nel settore. I supermercati tradizionali hanno registrato i rincari maggiori, con una crescita del 2,4%, seguiti a breve distanza dai discount che hanno visto i prezzi salire del 2,1%. Gli ipermercati si sono dimostrati leggermente più resilienti, limitando l’incremento all’1,9%.

La prospettiva diventa più preoccupante se si allarga lo sguardo all’arco degli ultimi cinque anni (dal 2021 al 2025). L’inflazione alimentare si è manifestata con una forza ben superiore al trend generale. In questo quinquennio, i prezzi sono schizzati del 26% nei discount, del 24% nei supermercati e del 23% negli ipermercati. Questi valori sono sensibilmente più elevati rispetto all’inflazione generale che, nello stesso periodo, si è attestata al +19%. Questo dato sottolinea come l’acquisto di generi alimentari sia diventato un onere finanziario sempre più gravoso per le famiglie italiane, superando la dinamica inflattiva degli altri settori e rendendo il tema del risparmio sulla spesa una priorità assoluta.

Le catene di supermercati più convenienti per tipologia di spesa

L’indagine di Altroconsumo non si limita a un’analisi generale, ma stratifica la convenienza in base alle diverse strategie di acquisto adottate dai consumatori, ovvero la scelta tra prodotti più economici in assoluto, spesa mista, solo prodotti di marca o private label.

Per i consumatori che mirano al massimo risparmio, optando sempre per i prodotti meno cari a scaffale indipendentemente dalla marca, il discount si conferma la formula imbattibile. Il verdetto è chiaro: Eurospin è la catena più economica in assoluto. Scegliendo sistematicamente i prodotti più convenienti in questa catena, una famiglia può concretizzare il massimo risparmio potenziale di 3.700 euro annui. Nello specifico segmento dei discount, Eurospin è seguito da Aldi e dal tandem costituito da In’s Mercato e Lidl, che si posizionano a brevissima distanza in termini di convenienza.

La cosiddetta “spesa mista” rappresenta l’approccio di molti consumatori, che bilanciano prodotti di marca, articoli a marchio del supermercato (private label) e referenze più economiche. In questo scenario, le classifiche della convenienza subiscono un cambiamento, e alcune catene tradizionali emergono con forza. Nel settore dei supermercati e ipermercati tradizionali, Famila e Famila Superstore si distinguono per l’ottimo posizionamento, affiancati da Coop e Conad subito dietro. Nel campo dei discount per la spesa mista, la leadership passa a In’s Mercato, che offre un potenziale risparmio annuo di 2.838 euro. Eurospin e Lidl mantengono in questa categoria il loro ruolo di ottime alternative.

Per chi è fedele solo ai prodotti di marca, i risparmi, pur essendo più modesti rispetto alle altre categorie, rimangono comunque significativi. Anche in questo segmento, il primato spetta a Famila, che permette un taglio massimo di spesa di 506 euro annui. Nelle posizioni di vertice per i prodotti di marca figurano anche catene note come Esselunga, Ipercoop e Spazio Conad, a testimonianza di una competizione serrata tra i principali attori della distribuzione tradizionale.

Un’altra strategia di risparmio è l’acquisto esclusivo di private label, ovvero i prodotti a marchio del supermercato. In questa specifica classifica, è Carrefour a dominare, garantendo ai consumatori un potenziale risparmio annuo considerevole, fino a 3.308 euro. Seguono a ruota Spazio Conad e Conad. All’estremo opposto, la catena che registra i prezzi più alti per le private label è Eurospar.

Differenze territoriali: città e regioni più convenienti

L’indagine di Altroconsumo rivela come la convenienza non sia un dato uniforme, ma muti drasticamente a seconda dell’area geografica e del singolo punto vendita.

Al di là delle classifiche di catena, Altroconsumo ha individuato i singoli negozi con la migliore competitività di prezzo. L’Iper Rossetto di Marcon, in provincia di Venezia, si posiziona come il punto vendita di riferimento in Italia, con un indice di convenienza pari a 100. La catena Rossetto dimostra una particolare solidità, piazzando ben cinque punti vendita nella top 10 nazionale. Il podio dei negozi più competitivi è completato dall’Iperal di Como e da tre supermercati Mega situati rispettivamente a Pordenone, Treviso e Udine.

Nel Centro e nel Sud Italia la presenza nelle posizioni di vertice è meno marcata, ma si segnalano comunque eccellenze, come il Coop.fi di Sesto Fiorentino e un punto vendita Dok Supermercati a Taranto. All’opposto della classifica, in termini di convenienza, si trovano un Despar di Cagliari e un Sigma di Bologna, dove i prezzi risultano superiori rispettivamente del 31% e del 32% rispetto al punto vendita di riferimento più economico.

Le regioni e le città dove il risparmio è massimo

Il Nord Italia si conferma l’area geografica più competitiva in termini di prezzi. In alcune città settentrionali, come Como, scegliere il supermercato più economico può tradursi in un risparmio annuo di ben 1.386 euro. Differenze rilevanti, con una forbice di prezzo che supera i 1.300 euro, si riscontrano anche in città come Roma e Bologna. Milano, pur restando un centro ad alta competitività, si attesta poco al di sotto di questa soglia.

Il Sud Italia mostra un quadro di concorrenza debole: a Napoli e Caserta, ad esempio, il massimo risparmio potenziale annuo è estremamente ridotto, non superando i 50 euro. Nel Centro Italia spicca Firenze, dove il potenziale risparmio arriva a 970 euro, mentre altre città come Perugia, Arezzo, Pisa, Pescara, Latina e Prato offrono margini di risparmio compresi tra i 400 e i 700 euro.

Analizzando il costo complessivo della spesa annuale per una famiglia, Venezia detiene il primato come città più conveniente, con una spesa minima contenuta a 6.260 euro. Seguono Como (6.282 euro) e Verona (6.386 euro). La città meno conveniente in assoluto risulta essere Sassari, dove la spesa minima supera i 7.410 euro.

Il peso della spesa sul bilancio familiare

L’analisi dell’incidenza del costo della spesa sul reddito familiare rivela le disuguaglianze economiche tra le regioni italiane. Le regioni del Sud mostrano un peso sproporzionato del carrello della spesa. In Puglia la spesa assorbe il 19,3% del bilancio familiare, in Calabria il 19,2%, in Campania il 18,5% e in Basilicata il 18,3%. In queste regioni, i redditi medi si mantengono al di sotto dei 40.000 euro annui, il che amplifica l’impatto di un costo della vita già elevato.

Al contrario, nel Nord Italia, grazie a redditi medi più elevati, l’incidenza della spesa è nettamente inferiore. In Trentino-Alto Adige il peso scende al 10,7%, in Lombardia all’11,1%, e rimane stabilmente sotto il 13% anche in Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Liguria e Toscana. Questo divario evidenzia come, a parità di spesa in termini assoluti (con la Sicilia che spende in media il 10% in meno della Val d’Aosta), l’onere finanziario sia distribuito in modo estremamente iniquo sul territorio nazionale, trasformando la spesa in un fattore di disparità economica.

Conclusioni: l’importanza della scelta informata

L’indagine Altroconsumo si conclude con un messaggio chiaro e operativo: risparmiare sulla spesa è non solo possibile, ma può generare benefici economici notevoli per il bilancio familiare. La scelta oculata dell’insegna e del singolo punto vendita può tradursi in un alleggerimento del portafoglio di migliaia di euro l’anno.

Sebbene i discount si confermino come imbattibili sul fronte del prezzo in generale (soprattutto per l’acquisto di prodotti meno cari in assoluto, con Eurospin in testa), l’indagine dimostra che le catene tradizionali possono difendersi con successo. Insegne come Famila e Carrefour si distinguono in segmenti specifici, rispettivamente nella spesa mista/prodotti di marca e nelle private label.

In un contesto generale di aumenti dei prezzi e di forti divari territoriali che vedono il Nord più competitivo e il Sud con una concorrenza debole, la convenienza non è mai un dato statico. Essa cambia drasticamente da città a città e da insegna a insegna. Per i consumatori italiani, l’informazione e il confronto costante dei prezzi si rivelano l’arma più efficace per esercitare un controllo attivo sul carrello della spesa e per mitigare l’impatto di un costo che, come dimostrato dai dati sul peso sul reddito, incide sempre di più sulla serenità finanziaria delle famiglie.

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