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Mosca rifiuta il cessate il fuoco, scontro tra Lavrov e Rubio: sfuma il summit di Budapest

Pubblicato: 22/10/2025 10:55
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La Russia chiude ogni spiraglio su un possibile cessate il fuoco in Ucraina, facendo saltare il summit di Budapest e inasprendo lo scontro diplomatico con gli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha respinto ogni ipotesi di tregua e accusato la Ue di sabotaggio, mentre Donald Trump ha deciso di sospendere l’incontro con Vladimir Putin. “Non nel prossimo futuro”, precisano da Washington. La telefonata tra Lavrov e il segretario di Stato Marco Rubio, nata per riaprire uno spiraglio dopo settimane di gelo, si è conclusa con un nulla di fatto e un reciproco scambio di accuse. Da Mosca filtrano toni di chiusura e il Cremlino parla di “tempi lunghi” per qualsiasi vertice.

Diplomazia in stallo

La svolta negativa è arrivata proprio dopo il colloquio telefonico tra Lavrov e Rubio. Il capo della diplomazia russa ha ribadito che Mosca non accetterà “nessuna tregua temporanea” e che l’unica pace possibile dovrà essere “duratura e sostenibile”, cioè alle condizioni del Cremlino. Gli Stati Uniti, invece, spingevano per un congelamento della linea del fronte, utile a stabilizzare i contatti in vista del vertice tra Trump e Putin. Il rifiuto russo ha spinto la Casa Bianca a sospendere ogni preparativo, con un portavoce che ha chiarito come “non ci siano piani per un incontro nel prossimo futuro”.

Secondo Reuters, Mosca avrebbe inviato a Washington un cosiddetto “non paper”, un documento informale con le sue richieste massimaliste: annessione del Donbass, riconoscimento delle autorità separatiste e divieto di dispiegamento Nato in territorio ucraino anche dopo un’eventuale intesa.

Trump in difficoltà, Mosca prende tempo

Durante l’incontro con Volodymyr Zelensky a Washington, Trump aveva tentato di convincere Kiev a rinunciare al Donbass per ottenere da Putin una tregua simbolica, ma il presidente ucraino ha respinto la proposta. “Trump continua a girare a vuoto”, ha commentato un funzionario ucraino all’Afp, sottolineando l’impasse del negoziato.

Da parte russa, Lavrov ha mantenuto toni prudenti ma fermi. Ha parlato di “contatti costruttivi” con Rubio, ma ha insistito sul fatto che “la sede e la data del vertice sono meno importanti della sostanza”. Il Cremlino ha ribadito che “serve tempo per una seria preparazione”, frase che molti diplomatici leggono come un rinvio indefinito. “C’è un’intesa tra i presidenti, ma non possiamo rinviare ciò che non è stato ancora definito”, ha spiegato un portavoce di Mosca.

L’Europa accusata di sabotaggio

A Budapest cresce il disappunto. Il ministro ungherese Peter Szijjarto, che aveva lavorato per ospitare il vertice, ha ammesso che “ci aspettano giornate impegnative”. Dall’altra parte, il vice ministro russo Sergej Rjabkov ha attaccato l’Unione Europea accusandola di “lavorare per ostacolare ogni cosa, danneggiare la Russia e minare le nostre posizioni”. Per Mosca, ha detto, “la Ue è la forza più distruttiva sulla scena internazionale”.

Un diplomatico europeo, citato da Reuters, ha commentato: “I russi volevano troppo e gli americani hanno capito che non ci sarebbe stato nessun accordo a Budapest. Lavrov ha fatto il solito discorso e Rubio gli ha risposto: ci vediamo più in là”. Intanto il segretario Nato Mark Rutte vola a Washington per incontrare Trump, ma con poche speranze di sbloccare la situazione. Ancora una volta, come in agosto, l’illusione di un negoziato si arena tra la sfiducia reciproca e le ambizioni irrealistiche di due potenze che non vogliono cedere.

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