
Le forze ucraine hanno colpito duramente uno dei punti nevralgici dell’industria bellica russa. In un’operazione che lo Stato Maggiore di Kiev definisce un “attacco combinato aereo e missilistico su larga scala”, è stato preso di mira l’impianto chimico di Bryansk, situato nel sud-ovest della Russia. Si tratta di una struttura considerata strategica per la produzione militare russa, che ora avrebbe subito “danni massicci”.
L’attacco è stato condotto nelle ultime 24 ore ed è stato confermato su Facebook dallo stesso Stato Maggiore, ripreso da Ukrinform e da altri media ucraini. Secondo la ricostruzione, l’azione ha coinvolto anche i missili da crociera Storm Shadow, forniti dal Regno Unito, che sarebbero stati lanciati da aerei militari ucraini.
I missili Storm Shadow, grazie alla loro tecnologia di guida avanzata e alla capacità di volare a bassa quota sfuggendo ai radar, sono riusciti a penetrare con successo il sistema di difesa aerea russo. Le fonti ucraine parlano di un colpo chirurgico portato a termine con precisione, anche se al momento è ancora in corso la verifica della reale entità dei danni provocati all’impianto.

L’obiettivo colpito non è un sito qualsiasi: l’impianto chimico di Bryansk è ritenuto una componente chiave del complesso militare-industriale della Russia. Secondo le fonti, produce polvere da sparo, esplosivi e componenti di carburante per missili. Materiali fondamentali per la realizzazione di munizioni e razzi che Mosca impiega nei suoi attacchi contro l’Ucraina.
Il raid rappresenta un messaggio forte sul piano militare e simbolico. L’attacco ha avuto luogo proprio mentre a Bruxelles e a Londra si discuteva di nuove misure contro la Russia. Lo stesso giorno, infatti, il primo ministro britannico Sir Keir Starmer e altri leader europei hanno annunciato l’intenzione di inasprire le sanzioni contro l’economia e l’apparato militare di Vladimir Putin.
La BBC, emittente del Paese che ha fornito gli Storm Shadow a Kiev, ha dato grande evidenza alla notizia. In un approfondimento, spiega come questi missili da crociera a lungo raggio vengano lanciati da una distanza di circa 250 chilometri e siano dotati di guida GPS, sistema di navigazione conforme al terreno e telecamere frontali in grado di inquadrare il bersaglio con estrema precisione.
Secondo fonti militari, i missili potrebbero essere stati sganciati da F-16 o da altri velivoli compatibili con il sistema Storm Shadow. Il loro percorso di avvicinamento al bersaglio è studiato per ridurre al minimo la probabilità di intercettazione, sfruttando tattiche stealth e il profilo di volo radente al suolo.
L’attacco segna un nuovo livello nell’evoluzione del conflitto, che vede l’Ucraina sempre più determinata a colpire non solo le truppe russe sul campo, ma anche le infrastrutture militari nel cuore della Russia. Il messaggio politico è chiaro: Kiev, con l’appoggio dell’Occidente, è pronta a portare il conflitto nei gangli vitali della macchina bellica russa.
Nel frattempo, Mosca non ha ancora rilasciato una versione ufficiale sull’accaduto, ma le reazioni potrebbero arrivare a breve. Se confermati, i danni all’impianto di Bryansk rappresenterebbero un duro colpo alla capacità produttiva bellica del Cremlino, in un momento in cui l’offensiva ucraina si prepara a nuove fasi cruciali.