
La risposta di Roberto Vannacci al Consiglio federale della Lega, che ha bloccato la sua associazione “Il mondo al contrario”, è arrivata senza esitazioni e con un tono che sa di sfida. “L’associazione movimento ‘Il Mondo al Contrario’ è un gruppo di persone che si è riunito per promuovere i punti del mio libro, senza fini di lucro”, ha dichiarato l’ex generale, aggiungendo che “l’azione dei team va avanti come prima e più di prima”.
E ancora: “Se membri dell’Associazione vorranno candidarsi alle elezioni future lo potranno fare, come ogni cittadino italiano”. Un messaggio che suona come un “me ne frego” politico, in perfetta coerenza con l’immaginario valoriale a cui Vannacci si richiama da sempre. E che, tradotto nel linguaggio dei rapporti di forza, rappresenta un atto di autonomia destinato a pesare negli equilibri interni del partito di Matteo Salvini.
Le ambiguità che imbarazzano il Carroccio
Già da tempo la natura dei Team legati al movimento è materia di discussione in via Bellerio. Lo stesso Salvini, durante il consiglio federale, ha ribadito che “le associazioni culturali sono legittime, ma non devono fare concorrenza politica alla Lega”. Una frase che lascia spazio a ogni interpretazione, segno della difficoltà del leader leghista di gestire una creatura che, pur nascendo nel perimetro dell’area, rischia ora di sfuggirgli.
Non è un mistero che il doppio binario di regole interne – flessibili per alcuni, rigide per altri – abbia già prodotto malumori. Agli iscritti è stato vietato, ad esempio, ogni contatto con “Patto per il Nord”, altra associazione di ex leghisti in rotta con Salvini. Ma l’atteggiamento verso Vannacci appare ben più tollerante, almeno per ora.

Le nuove alleanze e i segnali da destra
Intanto, attorno all’ex generale si muove un microcosmo politico in fermento. I responsabili dei team di Milano, Busto Arsizio e Verona hanno avviato contatti con “Il Talebano”, il laboratorio culturale della destra radicale che negli ultimi anni ha gravitato nell’orbita leghista. Da quel contesto proveniva Vincenzo Sofo, ex eurodeputato del Carroccio poi passato a Fratelli d’Italia, oggi figura di riferimento nel gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti (Ecr) e marito di Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen.
Secondo quanto riportato dallo stesso sito del Talebano, le due realtà si sono incontrate “per verificare possibili sinergie”. Un segnale eloquente: il mondo “bruno” della destra identitaria sta sondando nuove convergenze, mentre la galassia vannacciana si consolida come possibile incubatore politico alternativo al partito di Salvini.
Uno scenario in evoluzione
La sfida di Vannacci, dunque, non è più un episodio isolato, ma una linea politica in costruzione. Il generale che doveva rappresentare un’arma elettorale per la Lega sta ora assumendo i contorni di un potenziale competitor. E nel partito, dove la disciplina interna è sempre più fragile, la sua disinvoltura rischia di diventare contagiosa.
Il Carroccio si ritrova così con una nuova grana politica: un alleato diventato scottante e un movimento che, sotto la veste di associazione culturale, sta testando le basi per un futuro politico proprio.