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Manovra, arriva l’annuncio di Salvini: “Quella roba? Mai!“

Pubblicato: 22/10/2025 12:24

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha espresso una posizione netta e decisa riguardo alla controversa norma concernente la regolamentazione degli affitti brevi. Durante la sua partecipazione alla trasmissione televisiva Agorà su Rai Tre, Salvini ha dichiarato senza mezzi termini che tale disposizione è destinata a non vedere la luce nella sua forma attuale. Le sue parole prefigurano una cancellazione della norma, che avverrà, secondo la sua previsione, o direttamente nel testo base prima della sua approvazione finale o, in alternativa, durante il dibattito parlamentare che seguirà la presentazione del testo. Questa presa di posizione evidenzia una forte critica e una volontà politica chiara di intervenire su un tema che tocca interessi economici significativi e che ha ripercussioni dirette sul settore turistico e sul mercato immobiliare delle principali città italiane.

La ferma opposizione del vicepremier

La dichiarazione di Matteo Salvini [“Non ci sarà. O alla base (del testo ndr) o in Parlamento verrà cancellata”] rappresenta un punto di svolta nel dibattito sulla regolamentazione degli short rents in Italia. L’esponente di governo non si è limitato a manifestare un dissenso generico, ma ha delineato un preciso percorso che porterà, a suo dire, all’eliminazione della norma. Questa determinazione suggerisce che le preoccupazioni e le critiche emerse intorno alla proposta di legge, avanzate da diversi attori tra cui associazioni di categoria, operatori del settore e rappresentanti politici della maggioranza stessa, hanno trovato una sponda autorevole ai massimi livelli istituzionali. La sua previsione di una cancellazione “alla base” implica che il testo normativo potrebbe essere modificato sostanzialmente prima ancora di iniziare il suo iter legislativo vero e proprio, un segnale che le pressioni per una revisione sono già attive e efficaci.

Le motivazioni dietro la presa di posizione

Sebbene Salvini non abbia specificato in dettaglio le ragioni della sua opposizione nel breve estratto riportato, la sua posizione si inserisce in un contesto più ampio di critiche mosse al progetto di legge sugli affitti brevi. Uno dei principali nodi contestati riguarda il potenziale impatto negativo sulla competitività del settore turistico. Molti operatori temono che restrizioni eccessive o oneri burocratici troppo pesanti possano penalizzare la flessibilità e la convenienza degli affitti brevi, che rappresentano una componente cruciale dell’offerta ricettiva italiana, in particolare per il turismo giovanile e per chi cerca soluzioni abitative alternative all’albergo. Inoltre, si è spesso sollevata la questione della eccessiva ingerenza dello Stato in un settore privato che, secondo alcuni, dovrebbe essere autoregolamentato o soggetto a regolamenti locali piuttosto che a una normativa nazionale rigida. La libertà d’impresa e la tutela della proprietà privata sono spesso citate come principi cardine a sostegno di una minore regolamentazione centrale.

Le alternative e il futuro della normativa

La dichiarazione di Salvini apre ora uno scenario di incertezza sul futuro della normativa in cantiere. Se la norma venisse effettivamente cancellata come da lui anticipato, si porrebbe la questione di come affrontare i problemi reali che la stessa intendeva risolvere, ovvero il fenomeno dell’abusivismo, la concentrazione eccessiva degli affitti brevi in alcune aree urbane e il conseguente impatto sulla disponibilità e sui costi degli affitti a lungo termine per i residenti. È probabile che la cancellazione della norma attuale porterà a una nuova fase di discussione, con l’obiettivo di trovare soluzioni di compromesso che possano bilanciare le esigenze del settore turistico con la necessità di tutelare il diritto all’abitare nelle città. Potrebbero emergere proposte alternative che prevedano una regolamentazione più flessibile, magari delegando maggiori poteri decisionali ai Comuni, o introducendo incentivi piuttosto che obblighi per gli operatori. Il Ministero delle Infrastrutture, guidato dallo stesso Salvini, ha un ruolo chiave in questa discussione, data la connessione tra politiche abitative e sviluppo turistico del territorio.

La reazione politica e settoriale

La netta posizione del vicepremier non mancherà di generare ampie reazioni sia all’interno della coalizione di governo che tra le forze di opposizione e le associazioni di categoria. Gli operatori del settore degli affitti brevi, che da tempo manifestano le loro perplessità sulla norma, vedranno nelle parole di Salvini un importante segnale di ascolto e una conferma delle loro preoccupazioni. Viceversa, le associazioni che spingono per una regolamentazione più stringente, per contrastare la speculazione e l’emergenza abitativa, potrebbero esprimere forte disappunto per il possibile stop alla legge. A livello politico, la presa di distanza di un esponente di spicco della maggioranza su un testo già in elaborazione evidenzia tensioni e divergenze interne che dovranno essere gestite per garantire la tenuta e la capacità legislativa del governo. Il percorso parlamentare della norma, qualora non venisse ritirata “alla base”, si preannuncia estremamente accidentato e ricco di emendamenti, a conferma della polarizzazione del dibattito su questo cruciale tema economico-sociale.

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