
L’intervento del leader di Azione, Carlo Calenda, al Senato in vista del Consiglio europeo ha acceso un dibattito sfaccettato toccando temi cruciali per il futuro dell’Italia e dell’Europa, dalla difesa nazionale alla geopolitica internazionale, in particolare riguardo alla questione israelo-palestinese e alle relazioni transatlantiche nell’era di Donald Trump. Calenda ha mantenuto un approccio che potremmo definire di opposizione costruttiva nei confronti della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, caratterizzato da un’alternanza di critica e dialogo, un classico esempio di approccio politico del “bastone e la carota” portato direttamente in Aula.
La richiesta di chiarezza sul piano per la Difesa
Uno dei punti focali dell’intervento di Calenda è stata la pressante richiesta di trasparenza e dettagli riguardo al piano del Governo per il rilancio della difesa italiana. Il leader di Azione ha espresso un chiaro sostegno all’obiettivo di un esercito più forte come precondizione per la vera sovranità nazionale, affermando in modo inequivocabile: «Certo che abbiamo bisogno di un esercito più forte per essere davvero sovrani». Tuttavia, ha immediatamente controbilanciato questo sostegno con un’esigenza di chiarezza procedurale: «ma dovete venire a spiegarci come volete farlo». Questa posizione non è un rifiuto a priori, ma un’esortazione al Governo a onorare il principio di responsabilità democratica.
Calenda ha specificamente chiesto che il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, riferisca in Parlamento per illustrare i dettagli operativi e finanziari del piano. La disponibilità a sostenere l’iniziativa è subordinata alla conoscenza del progetto: «Siamo pronti a votarlo, ma dobbiamo sapere qual è il piano». Questo sottolinea l’importanza per Azione di una programmazione strategica chiara e di un confronto parlamentare informato su questioni di sicurezza nazionale di tale portata.
L’accordo sulla questione israelo-palestinese e la prudenza necessaria
Nonostante la linea di opposizione generale, Calenda ha dimostrato di condividere la posizione del Governo su alcuni dossier di politica estera, in particolare per quanto riguarda il piano degli Stati Uniti su Gaza. Ha riconosciuto la validità della posizione della Premier Meloni, affermando: «Siamo d’accordo presidente che il piano Usa su Gaza va sostenuto, che bisogna provarci in ogni modo possibile».
Questo accordo evidenzia la volontà di trovare un terreno comune sulle grandi sfide internazionali, riconoscendo l’urgenza di una soluzione nella regione. Tuttavia, il leader di Azione ha immediatamente aggiunto una nota di cauta saggezza, mettendo in guardia dalle facili illusioni. Ha raccomandato prudenza, sottolineando una distinzione cruciale nella natura del piano stesso: «non è un piano di tregua, ma di pace, è molto instabile e ha nemici chiari sia in Israele che in Palestina». Questa precisazione serve a temperare l’ottimismo e a richiamare l’attenzione sulla fragilità della situazione e sulla complessità degli equilibri interni e regionali necessari per una pace duratura.
L’avvertimento sul rischio Trump e l’autonomia strategica europea
Il momento più incisivo e profetico dell’intervento di Calenda è stato dedicato alle relazioni con gli Stati Uniti, in particolare in relazione alla figura di Donald Trump e alle sue implicazioni per l’Europa. Calenda ha invitato Meloni a non farsi illusioni sulla possibilità di mantenere Trump legato agli interessi europei, specialmente riguardo alla questione Ucraina. Ha espresso profondo scetticismo sull’efficacia degli sforzi attuali: «Capisco che tutti ora cerchino di tenerlo legato sull’Ucraina, ma non funzionerà». La sua analisi del pensiero di Trump è netta: la sua visione è essenzialmente autocratica negli USA e vede l’Europa non come un alleato, ma come una minaccia. L’avvertimento più duro è stato che la Presidente Meloni si troverà «prima o poi nelle condizioni di difendere l’Europa da lui».
Secondo Calenda, l’obiettivo ultimo di Trump è disarticolare l’Unione Europea. Questo non si limiterà a questioni commerciali, come i dazi, ma si inserisce in una più ampia strategia geopolitica: Trump, nell’analisi di Calenda, vuole spartirsi l’Europa con Putin in un mondo diviso tra vassalli di Usa e Russia. La conclusione è un monito all’azione: l’Italia e l’Europa dovranno difendere la nostra economia e soprattutto la nostra autonomia strategica di fronte a queste minacce esterne. Questo punto rafforza l’idea che la difesa comune europea e la sovranità nazionale sono strettamente interconnesse nel contesto di un ordine globale sempre più instabile e competitivo.