
L’introduzione del nuovo calendario fiscale per le accise sulle sigarette rappresenta una mossa significativa del governo, destinata a rimodellare il panorama dei prezzi al consumo e ad avere un impatto diretto sulle abitudini dei fumatori. Questa misura, come delineato nella Relazione tecnica allegata alla manovra finanziaria, non è una variazione isolata, ma l’inizio di un incremento progressivo e programmato che vedrà i costi dei singoli pacchetti di sigarette salire in modo cadenzato nel corso dei prossimi anni.
L’obiettivo primario di questa rimodulazione fiscale è duplice: da un lato, incrementare le entrate erariali per finanziare altre misure previste dalla legge di bilancio e, dall’altro, perseguire una politica di salute pubblica volta a disincentivare il fumo attraverso l’innalzamento del prezzo, rendendolo meno accessibile, specialmente per le fasce più giovani della popolazione. La portata di tale intervento è notevole, e merita un’analisi dettagliata per comprendere appieno le sue implicazioni economiche e sociali.
L’analisi della relazione tecnica e gli incrementi previsti
La Relazione tecnica è il documento chiave che certifica l’entità degli aumenti e ne spiega la logica sottostante. Essa evidenzia in modo inequivocabile che la disposizione in esame, modificando la struttura delle accise, non mira soltanto a un aumento del prelievo fiscale, ma agisce in modo tale da costringere i produttori e i rivenditori a recuperare i margini di ricavo che, altrimenti, verrebbero compressi dalla nuova tassazione. Questo meccanismo di “recupero margini” si traduce, inevitabilmente, in un aumento del prezzo equo di vendita al pubblico. Tale aumento non sarà uniforme e immediato, ma seguirà una traiettoria ascendente ben definita che si snoderà su un arco temporale di tre anni, a partire dal 2026.
Il dettaglio degli aumenti annuali
L’impatto sul prezzo medio di un pacchetto di sigarette sarà, come accennato, graduale ma sostanziale. L’aumento è stato calcolato per tutte le fasce di prezzo, garantendo che l’incremento non colpisca in modo sproporzionato solo alcune categorie di prodotti.
Il primo anno di applicazione del nuovo calendario fiscale, il 2026, vedrà un aumento che, secondo la media stimata, si attesterà intorno ai 15 centesimi a pacchetto. Questo primo incremento, sebbene il meno incisivo del triennio, servirà a stabilire il nuovo equilibrio fiscale e a permettere al mercato di assorbire l’impatto iniziale della manovra. Quindici centesimi possono sembrare un aumento modesto sul singolo acquisto, ma su base annua, per un fumatore medio, la spesa complessiva comincerà a mostrare un rialzo tangibile.
L’anno successivo, il 2027, è previsto un salto più consistente. La Relazione tecnica indica un aumento medio di circa 25 centesimi a pacchetto. Ciò significa che l’incremento totale, cumulato rispetto al periodo precedente la manovra, sarà di ben 40 centesimi (15 centesimi nel 2026 + 25 centesimi nel 2027). Questa accelerazione riflette probabilmente l’entrata in vigore di ulteriori scaglioni di accisa o l’applicazione di aliquote maggiori, come previsto dalla programmazione finanziaria a medio termine.
Il culmine di questo ciclo di aumenti verrà raggiunto a partire dal 2028. Da questa data in poi, gli incrementi si stabilizzeranno su un valore medio di circa 40 centesimi a pacchetto. È fondamentale notare che questo valore rappresenta l’aumento aggiuntivo rispetto a quanto già stabilito nei due anni precedenti. Pertanto, sommando gli incrementi annuali (15 centesimi nel 2026, 25 centesimi nel 2027 e 40 centesimi nel 2028), l’incremento totale del prezzo rispetto al periodo pre-manovra sarà estremamente significativo. I 40 centesimi a pacchetto rappresentano la nuova soglia di incremento fiscale stabilizzata, destinata a rimanere in vigore negli anni successivi, consolidando il nuovo livello di prezzo per i prodotti del tabacco.
Le implicazioni economiche e sociali della manovra
L’innalzamento delle accise ha ripercussioni notevoli sull’intera filiera del tabacco e sulla società in generale. Dal punto di vista economico, il governo prevede un aumento del gettito fiscale che potrà essere impiegato per la copertura di altre spese statali. Per i produttori e i distributori, l’adeguamento dei prezzi è un passaggio obbligato per non vedere erosi i propri margini, pur dovendo affrontare il rischio di una contrazione della domanda dovuta all’elasticità del prezzo.
Dal punto di vista sociale e sanitario, la manovra si allinea alle raccomandazioni internazionali che identificano l’aumento dei prezzi come uno degli strumenti più efficaci per la lotta al tabagismo. Rendere le sigarette più costose è una barriera economica all’inizio del vizio, specialmente per i giovani, e un potente incentivo per i fumatori attuali a considerare la cessazione.
L’incremento, che a partire dal 2028 sarà un fattore di costo permanente per i fumatori, è pensato per avere un impatto cumulativo nel tempo, rafforzando l’effetto deterrente. Tuttavia, è anche essenziale monitorare il rischio di un aumento del contrabbando di sigarette, un fenomeno che spesso si acuisce in risposta a drastici aumenti dei prezzi legali, e che rappresenta una sfida per le autorità di controllo e sicurezza. La manovra, quindi, pur essendo finanziariamente e sanitarmente motivata, richiede una gestione attenta e multidisciplinare per assicurare che gli obiettivi prefissati siano raggiunti senza generare effetti collaterali indesiderati.