
Una frase, un tweet e si scatena la polemica. Il giornalista Bruno Vespa, storico volto della televisione italiana, è finito al centro di una tempesta mediatica dopo aver criticato duramente Jannik Sinner per la sua assenza dalla Coppa Davis, la storica competizione a squadre del tennis mondiale. La miccia è esplosa su X, l’ex Twitter, dove Vespa ha messo in discussione l’italianità del tennista altoatesino, sollevando un polverone. «Perché un italiano dovrebbe tifare per lui?», ha scritto Vespa, alludendo al fatto che Sinner parla tedesco, risiede a Montecarlo e, a suo dire, “si rifiuta di giocare per la nazionale”.
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Una frase che non solo ha suscitato indignazione tra i tifosi e gli addetti ai lavori, ma che è stata anche accompagnata da una clamorosa gaffe: nel tentativo di esaltare lo spirito patriottico di un altro giocatore, Vespa ha scritto “onore ad Alvarez che gioca la Coppa Davis con la sua Spagna”, confondendo il nome del campione iberico Carlos Alcaraz, uno degli astri nascenti del tennis mondiale. Un errore che ha fatto il giro dei social e ha contribuito a rendere virale il post, attirando commenti ironici e critici da parte di utenti, sportivi e anche esponenti politici.
Perché un italiano dovrebbe tifare per Sinner? Parla tedesco (giusto, è la sua lingua madre), risiede a Montecarlo, si rifiuta di giocare per la nazionale. Onore ad Alvarez che gioca la coppa Davis con la sua Spagna.
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) October 22, 2025
Il web difende Sinner: “Campione educato e orgoglio italiano”
La reazione degli utenti non si è fatta attendere. In centinaia hanno risposto al tweet, sottolineando la professionalità, la classe e il comportamento esemplare di Jannik Sinner, ritenuto da molti uno dei migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo dello sport. «Forza Jannik sempre! Lo spagnolo si chiama Alcaraz!», ha scritto un utente, correggendo la gaffe del giornalista. Un altro ha ironizzato: «Però Alvarez, il grande, irreprensibile Alvarez… non sapevo facesse anche tennis».
C’è anche chi ha messo in dubbio la paternità del post: «Spero ti abbiano hackerato il profilo, perché questa roba non si può sentire…». E chi ha preferito attaccare frontalmente Vespa: «Prima di parlare di sport, inizia a studiare. Poi ricomincia da capo. Fallo almeno cento volte. Magari serve a qualcosa.»
Salvini e Zoff schierati con Sinner: “Orgoglio italiano, lasciamolo respirare”
Nel coro di voci a favore del campione altoatesino, spicca quella del vicepremier Matteo Salvini. Il leader della Lega ha preso le difese di Sinner con parole nette: «Non farei il processo a Sinner. È un orgoglio italiano». A margine della firma per il nuovo conservatorio a Rogoredo, Milano, Salvini ha aggiunto: «Capisco la rabbia, la frustrazione, l’invidia di qualche tennista da salotto, ma godiamoci un campione che ci invidia il mondo».
Anche Dino Zoff, leggenda del calcio e portiere dell’Italia campione del mondo 1982, ha espresso solidarietà a Sinner ai microfoni di Un Giorno da Pecora su Radio1: «Jannik ci porta già gloria e vittorie. Ci sta che possa fermarsi un attimo. È un campione che merita rispetto».

Bertolucci: “Nel tennis moderno la Davis conta sempre meno”
A offrire un’analisi più tecnica è Paolo Bertolucci, ex capitano azzurro di Coppa Davis e vincitore del trofeo nel 1976. Ai microfoni dell’Adnkronos, Bertolucci ha inquadrato la rinuncia di Sinner come parte di una tendenza più ampia: «Era nell’aria. Negli ultimi anni abbiamo visto grandi giocatori rinunciare alla Davis: Federer, Djokovic, Nadal, Alcaraz». Secondo lui, nel tennis moderno la Coppa Davis ha perso importanza rispetto agli Slam e ai Masters 1000, che garantiscono punti, visibilità e premi ben più consistenti: «La Davis è diventata una competizione secondaria. Quella di Sinner non è la prima né l’ultima rinuncia che vedremo».
Pietrangeli critico, ma resta isolato
Se la maggior parte delle voci si è alzata in difesa di Jannik Sinner, non sono mancate critiche anche da chi conosce bene la Coppa Davis. Nicola Pietrangeli, storico ex tennista e simbolo della competizione a squadre, ha espresso disappunto per la scelta del campione azzurro. Ma le sue parole, in un clima già incandescente, sono apparse minoritarie e poco condivise.
Un campione bersaglio delle polemiche, ma amato dagli italiani
Il caso sollevato da Bruno Vespa ha finito per sollevare un dibattito più ampio: cosa vuol dire essere “italiano” nello sport? Jannik Sinner, 23 anni, professionista serio, educato, riservato, è diventato un simbolo di eccellenza sportiva riconosciuto a livello mondiale. Le sue scelte, spesso ponderate e lontane dai riflettori, non hanno mai messo in discussione il suo legame con l’Italia.
Parlare tedesco come madrelingua o vivere a Montecarlo per motivi fiscali, come fa la maggior parte dei tennisti d’élite, non lo rendono meno italiano. Anzi, è proprio con la sua racchetta che Sinner porta lustro e visibilità al nostro Paese. L’assenza dalla Davis, come ricordano in molti, è legata a esigenze di gestione fisica, non a disinteresse. E forse, prima di lanciare accuse affrettate, sarebbe utile ricordare che il rispetto per i campioni passa anche per la capacità di comprendere le loro scelte.