
La questione Sinner-Coppa Davis sta scadendo nel ridicolo. E sinceramente non se ne può più, l’impressione è che molta gente cerchi di ottenere visibilità sfruttando il nome del tennista altoatesino. Per mettere subito le cose in chiaro, Sinner ha giocato più del doppio delle partite in Davis rispetto ad Alcaraz, guidando l’Italia alla vittoria per due anni di fila. Non risulta che in Spagna sia successo niente, né per le rinunce di Alcaraz, né per quelle di Nadal in passato.
La stessa cosa si può dire per altri campioni che in più occasioni hanno rinunciato alla Coppa Davis per preservare il loro fisico in un tennis sempre più duro e competitivo. Basta fare i nomi di Federer e di Zverev, solo per citare due esempi illustri. Nessuno li ha mai accusati per questo, solo in Italia stiamo assistendo a un fuoco di fila che sta diventando nauseante.
La surreale petizione del Codacons
Il Codacons ha deciso di entrare in campo, chissà a quale titolo, e di giocare una partita tutta sua: dopo il rifiuto di Jannik Sinner di partecipare alle Final Eight di Coppa Davis, l’associazione chiede addirittura il ritiro di tutti i riconoscimenti ufficiali e delle onorificenze assegnate al tennista.
Sì, avete letto bene: dal Collare d’Oro al merito sportivo del Coni alla nomina ad “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport” della Farnesina, fino alla cittadinanza onoraria di Torino. Tutto in bilico perché un giocatore ha deciso di gestire la propria carriera con intelligenza, facendo quello che molti altri campioni hanno fatto prima di lui.

Una richiesta che sfiora il surreale
Nel comunicato, il Codacons spiega che la scelta di Sinner è uno “schiaffo all’Italia, agli italiani e a milioni di tifosi appassionati di tennis”. Il tennista, secondo l’associazione, non potrebbe essere rappresentante del Paese se non partecipa a una competizione internazionale. Per carità, logica cristallina: se non giochi una manifestazione, addio onorificenze. E pazienza se grazie a te l’Italia ha trionfato per due anni consecutivi.
Questa interpretazione delle regole nessuno si è mai sognato di applicarla ai grandi campioni del passato e del presente. Roger Federer, Rafael Nadal, Alexander Zverev e perfino il giovane Carlos Alcaraz hanno spesso rifiutato convocazioni in Coppa Davis senza subire minacce di revoca di riconoscimenti o campagne mediatiche surreali. Ma Sinner deve pagare il prezzo della puntualità italiana nelle regole immaginarie.
La morale secondo il Codacons
Il comunicato chiude con una punta di veleno: “Se Sinner dedicasse meno tempo a girare spot pubblicitari per qualsiasi prodotto, forse avrebbe modo di rappresentare meglio il proprio Paese sia nello sport sia fuori dallo sport”.
Tradotto: non importa che sia numero 2 al mondo, vinca partite, faccia la differenza in campo, abbia portato l’Italia alla conquista di due Coppe Davis dopo 50 anni. Non importa che sia un simbolo vincente dello sport italiano ammirato in tutto il mondo. Al Codacons hanno deciso di fargli le pulci anche per come gestisce la sua vita, gli affari e il tempo libero. Come se non fossero cavoli suoi. E come se altri sportivi non facessero esattamente le stesse cose.
La realtà dei fatti
Sinner sta semplicemente facendo ciò che fanno tutti i top player: gestire la propria vita e preservare il corpo, la carriera e la preparazione in vista della prossima stagione. È la normale prudenza di un atleta di altissimo livello, che sa quanto conti programmare al meglio gli impegni.
Che il Codacons reagisca con proposte assurde come togliere onorificenze sembra davvero fuori luogo. Con la crisi economica che vivono i consumatori italiani, forse sarebbe il caso che l’Associazione si occupasse di qualcosa di più serio. E speriamo che questo sia l’ultimo atto del “tiro a Sinner”, perché non se ne può più.