
Non è più una semplice possibilità, ma un’urgenza concreta. L’Europa sta entrando in una nuova fase di fragilità economica e strategica: lo ha dichiarato con tono deciso la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Parlamento Europeo, alla vigilia del Consiglio Europeo del 23 ottobre. Il cuore del discorso è stato un monito netto: una crisi nell’approvvigionamento di materie prime critiche e nelle tecnologie pulite è ormai imminente, e la Cina sta mettendo fuori gioco l’industria europea.
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L’Europa e la lezione amara dell’industria solare
Von der Leyen ha ripercorso la parabola dell’industria solare europea, un tempo fiore all’occhiello dell’innovazione nel continente. “All’inizio del secolo, eravamo leader mondiali nel solare”, ha ricordato. Poi l’arrivo dei concorrenti cinesi, fortemente sovvenzionati dallo Stato, ha causato il crollo del settore europeo. “Oggi la Cina controlla il 90% del mercato globale del solare. Dobbiamo imparare da questa lezione e agire ora, prima che sia troppo tardi”.
Quello dell’industria verde è solo un esempio. Il pericolo, secondo la Presidente, è di ripetere lo stesso errore in altri settori strategici come le batterie, i semiconduttori, le auto elettriche e l’idrogeno verde. L’Europa, ha sottolineato, “deve avere il controllo delle tecnologie pulite e della produzione manifatturiera strategiche”.

Strategia in tre mosse per difendere l’industria europea
La risposta della Commissione Europea sarà una strategia articolata in tre punti, pensata per proteggere e rilanciare l’industria europea.
- Criterio “Made in Europe” per gli appalti pubblici: con una spesa che rappresenta circa il 14% del PIL europeo, gli appalti rappresentano un’arma potente per sostenere i prodotti continentali. “Dobbiamo creare una domanda stabile per i nostri settori chiave”, ha affermato von der Leyen.
- Controllo sugli investimenti esteri: la Commissione intende rafforzare le regole per evitare che capitali stranieri entrino nei settori strategici senza creare occupazione qualificata in Europa.
- Supporto diretto ai settori critici, attraverso strumenti come il nuovo “Battery Booster”, per aumentare la produzione di batterie in Europa e sostenere l’industria automobilistica nella transizione verde.
Energia: Von der Leyen accusa le tasse “disequilibrate”
Altro nodo cruciale è il costo dell’energia, sempre più determinante nella competitività industriale europea. “I prezzi più bassi si registrano nei paesi che producono energia a basse emissioni: solare, eolico, nucleare”, ha osservato la Presidente. Ma è il sistema fiscale europeo a frenare la transizione: “Le tasse sull’elettricità sono 15 volte più alte rispetto a quelle sul gas. È un paradosso che dobbiamo correggere”.
In particolare, von der Leyen ha sottolineato che in media il 42% delle bollette energetiche delle famiglie è costituito da tasse e oneri aggiuntivi. Un peso eccessivo, che disincentiva l’uso dell’elettricità prodotta da fonti pulite. “Lavoriamo insieme per ridurre le imposte sull’elettricità e incentivare comportamenti virtuosi”, ha esortato.

Transizione energetica globale e rischio dipendenze
L’urgenza dell’azione europea è amplificata dal fatto che la transizione verso le energie rinnovabili è già in atto a livello globale. Dalla Cina al Medio Oriente, fino ai Paesi emergenti, i mercati delle tecnologie pulite stanno vivendo un boom senza precedenti.
In molte aree del mondo, ha sottolineato la Presidente, l’obiettivo è produrre energia localmente per rompere le dipendenze da fornitori esterni. “La domanda è: vogliamo essere parte attiva di questa rivoluzione, o lasciare che siano altri a beneficiarne?”.
La risposta, per von der Leyen, è netta: l’Europa ha tutte le carte in regola – dall’innovazione tecnologica alla forza lavoro qualificata – per guidare la transizione verde. Ma deve fare in fretta. E soprattutto deve imparare dai propri errori passati.
Difesa europea, arriva la “Roadmap 2030”
Il discorso della Presidente si è concluso toccando anche un altro fronte strategico: quello della difesa comune. La Commissione presenterà infatti al prossimo Consiglio Europeo la nuova “Roadmap per la preparazione 2030”, un piano strategico militare per rafforzare la capacità autonoma del continente.
L’iniziativa si inserisce in un contesto geopolitico sempre più instabile, in cui la sicurezza economica è strettamente legata a quella militare. “Serve un’Europa più autonoma, più resiliente, più preparata”, ha ribadito von der Leyen.
Un bivio per il futuro industriale dell’Unione
Le parole di Ursula von der Leyen non lasciano spazio a interpretazioni: l’Europa è a un bivio. Da una parte c’è la possibilità di recuperare terreno e diventare leader globale delle tecnologie verdi, dall’altra il rischio concreto di una nuova dipendenza economica, questa volta nel settore energetico e tecnologico.
Materie prime critiche, industria manifatturiera strategica, costo dell’energia e difesa europea: i dossier sul tavolo del Consiglio Europeo sono tutti intrecciati. E da come verranno affrontati dipenderà il futuro industriale e strategico dell’Unione.