
Negli ultimi due anni Tiziano Ferro ha vissuto una delle trasformazioni più profonde della sua carriera e della sua vita privata. Dall’estate del 2023, quando si concludeva l’ultimo tour, ad oggi, il cantautore di Latina ha affrontato una serie di cambiamenti radicali che hanno ridefinito la sua identità di uomo e di artista. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Ferro ha raccontato la separazione dal marito Victor Allen, con cui si era unito in matrimonio nel 2019, un momento doloroso ma anche di consapevolezza: «Ho la custodia, ma non vorrei portare via i bambini dall’America, anche se potrei. Questo mi porta a vivere in un luogo alienante nel quale non ho punti di riferimento», ha spiegato.
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A questo si è aggiunto un passaggio significativo: per la prima volta in venticinque anni, Tiziano ha deciso di cambiare manager — ora affiancato da Paola Zukar, nome noto dell’industria musicale per la sua collaborazione con Fabri Fibra, Marracash e Madame — e casa discografica, approdando alla Sugar. Scelte forti, che parlano di un artista pronto a mettersi in gioco, a rivedere il proprio percorso e a ripartire da sé stesso.
“Sono un grande”: un album di rinascita e introspezione
Il risultato di questo terremoto emotivo e professionale prende forma in «Sono un grande», il nuovo album di Tiziano Ferro, in uscita il 24 ottobre. «Nel disco ovviamente c’è finito tutto quello che è accaduto in questi due anni, un grande disastro ma non solo. È un disco di insicurezze ma anche di supposizioni che poi diventano nuove affermazioni di vita», spiega l’artista. Le ombre del dolore si riflettono in brani come «Quello che si voleva», dove la fine di un amore diventa una scena del crimine, ma il filo conduttore che attraversa tutto il lavoro è uno solo: la ricostruzione. Ferro affronta la fragilità, il rancore e la perdita con una consapevolezza nuova, spingendosi oltre il dolore per trasformarlo in onestà emotiva e rinascita. «Mi piacerebbe ci fosse già il finale felice, ma ho fatto la scelta della sincerità senza smania di apparire al top», racconta.

L’autostima come battaglia quotidiana
Il titolo «Sono un grande» non è un atto di superbia, ma un mantra terapeutico. «Mai prima d’ora mi ero detto una cosa del genere. Il titolo suona arrogante, ma è una forma di autoconvincimento. La mia generazione è portata a giustificare le proprie qualità invece di andarne orgogliosa», confessa Ferro. Cresciuto in una famiglia dove la dignità passava attraverso la privazione e la sofferenza, l’artista ha imparato solo di recente a riconoscere il proprio merito oltre la fortuna. Una consapevolezza maturata durante la scrittura di una canzone con Roberto Casalino, in cui ha trovato il coraggio di dire: “oltre al caso e alla fortuna, c’è il merito”.
Le canzoni della famiglia e delle origini
All’interno dell’album trovano spazio anche i legami familiari più intimi. «Le piace» è una dedica tenera alla figlia Margherita, mentre «Gioia» è ispirata alla nipote. «Ho scoperto che il ruolo da zio fa tirare fuori il meglio di sé, perché non hai nulla da perdere. Da padre, invece, sei pieno di insicurezze e timori», spiega. In questo percorso affettivo emerge anche il desiderio di rompere un ciclo familiare fatto di sacrifici e incomprensioni: «I nostri genitori erano poveri, ho dormito in camera con loro fino a otto anni, hanno commesso errori, ma comunque li ringrazio». C’è spazio anche per una riflessione sul rapporto con la madre, nel brano «Ti sognai»: non una madre scomparsa, ma una figura lontana nel dialogo e nella presenza. «È una morte più complessa: quella dei rapporti, quella della connessione. È una canzone dura, ma piena di perdono», dice Tiziano, mettendo in musica una ferita comune a molti.

La salute mentale come necessità di verità
Uno dei temi centrali dell’album è la salute mentale, che Tiziano Ferro affronta con lucidità e senza filtri. Nel brano «1-2-3» racconta i propri attacchi di panico, denunciando l’uso superficiale del tema nei social. «Mi fa rabbia che se ne parli solo perché va di moda. Nessuno affronta davvero l’evoluzione delle cure e il modo in cui possiamo oggi comprenderci meglio», riflette. L’artista ricorda come, in passato, la sofferenza psichica fosse curata con la sedazione e il silenzio, citando la nonna «che veniva sedata solo perché aveva opinioni». Oggi, invece, Tiziano sceglie la condivisione come strumento di guarigione, raccontando la sua esperienza senza vergogna e trasformando la vulnerabilità in forza.
Un ritorno sincero, senza maschere
Con «Sono un grande», Tiziano Ferro firma un disco di verità e coraggio, un viaggio tra paura, perdono e rinascita. Dopo anni di successi internazionali, tour trionfali e riconoscimenti, il cantautore sceglie la via più difficile: quella della sincerità. Non c’è bisogno di apparire “al top” per essere grandi: basta riconoscersi umani. E Tiziano Ferro, oggi più che mai, lo è.