
Con voce ferma e sguardo limpido, Enrica Bonaccorti ha scelto di raccontare pubblicamente la sua battaglia più difficile: quella contro un tumore al pancreas che, come ha spiegato, “si è insinuato in un punto del corpo molto delicato, impossibile da operare”. La conduttrice e scrittrice, 75 anni, ha descritto il percorso doloroso che l’ha portata alla diagnosi e la necessità di interrompere la chemioterapia, in attesa di iniziare un ciclo di radioterapia. “Non ho più dolori né nausea, ma resta la debolezza”, ha detto, sottolineando la forza con cui sta affrontando la malattia.
La scoperta improvvisa
Tutto è cominciato pochi mesi fa, dopo un piccolo intervento all’addome per l’impianto di uno stent. “Ero andata a ritirare le analisi per sapere se sarei potuta andare in vacanza, invece dopo tre giorni facevo già la prima seduta di chemioterapia”, ha raccontato. Da allora, la sua vita è cambiata radicalmente: ha perso quattro chili, ma ha trovato nuovi equilibri, imparando a rallentare, a riposare, a vivere in modo diverso. “All’inizio mi sono bloccata: non avevo paura, ma nemmeno speranza. Era come se fossi già altrove”, ha confessato.
La chirurgia non è possibile, ma Bonaccorti affronta la realtà con una lucidità disarmante. “All’inizio pensavo che mi restassero pochi mesi, organizzavo le cose pratiche, le musiche, i dettagli. Poi, piano piano, la mente si è riaperta”, ha spiegato. È in questa lenta rinascita che ha trovato il modo di reagire: non con l’attivismo, ma con la calma di chi osserva e accetta. “La mia forza sta nel non reagire facendo cose, ma assorbendo, lasciando decantare. La lucidità mi dà energia ed equilibrio”.
La scrittura come rifugio
In questi mesi, Enrica ha riscoperto il potere delle parole. Sta lavorando a un nuovo libro, “Nove novelle senza lieto fine”, che uscirà a gennaio, e considera la scrittura un rifugio, un modo per elaborare ciò che sta vivendo. “Quando scrivo, la mente si alleggerisce. È come se per un attimo il corpo non avesse più peso”. La malattia, dice, le ha tolto forza ma non la curiosità: “Ogni giorno mi sorprendo a pensare al futuro, anche solo per immaginare la prossima pagina”.
Nonostante tutto, Bonaccorti non si lascia schiacciare dal dolore. Crede nei medici, nella ricerca e in una forma di speranza che non ha bisogno di miracoli. “Non credo nei miracoli, ma nel futuro”, ha detto, quasi come un manifesto. Oggi la sua voce è quella di una donna che affronta la realtà senza negarla, con l’intelligenza e l’ironia che l’hanno sempre accompagnata. La malattia non l’ha resa un’altra persona: ha soltanto reso più visibile la forza che aveva già dentro.