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Antolin, Gonzalez, l’ex pilota spagnolo confessa di aver ucciso il padre pugnalandolo al collo con un machete

Pubblicato: 23/10/2025 13:22
campione ammazzato mio padre

Una vita che sembrava destinata alla gloria, spezzata da una tragedia che ha sconvolto la Spagna. Antolin González, un tempo considerato uno dei giovani piloti più promettenti del suo Paese, ha confessato di aver ucciso il padre. Un delitto che ha messo fine non solo a una vita, ma anche a un sogno. Da bambino prodigio del karting e delle competizioni internazionali, González è passato in pochi anni dai circuiti automobilistici al banco degli imputati, accusato di omicidio aggravato.
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Per mesi aveva negato ogni responsabilità, mantenendo un silenzio freddo e impenetrabile. Poi, durante un interrogatorio in tribunale, è crollato. Davanti al giudice ha pronunciato parole che hanno gelato la sala: «È stato un momento, non so spiegare perché l’ho fatto». La sua versione parla di un gesto accidentale, nato da una colluttazione con il padre. Ma la dinamica del delitto e la fuga successiva non convincono affatto gli inquirenti spagnoli, che continuano a indagare per ricostruire quanto accaduto in quella maledetta giornata di luglio.

Il delitto di Aranda de Duero

Era il 5 luglio 2024 quando una chiamata di emergenza ha allertato la polizia di Aranda de Duero, nella provincia di Burgos. Un uomo era stato trovato riverso a terra, colpito con un’arma da taglio al collo. Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi, le ferite si sono rivelate mortali. L’aggressore si era dileguato, ma le indagini hanno presto portato a un nome: quello del figlio della vittima, Antolin González, 23 anni.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il giovane era andato a trovare il padre nel magazzino industriale di famiglia, alla periferia della città. L’incontro, però, sarebbe degenerato in un violento litigio. González ha sostenuto che il padre, un uomo di 56 anni, avesse impugnato per primo un machete con lama lunga oltre dieci centimetri. Nella colluttazione successiva, racconta, l’arma sarebbe finita tra le sue mani e il colpo mortale sarebbe partito “per errore”.

Dopo il delitto, l’ex pilota è fuggito, disfandosi sia dell’arma che di uno zaino gettandoli vicino a un fiume. La polizia lo ha arrestato poche ore dopo in una località vicina. Da allora si trova in carcere preventivo, dove è rimasto per quattro mesi prima di confessare, nel tentativo – evidente – di ottenere uno sconto di pena.

La confessione e il racconto della difesa

Durante la deposizione in tribunale, Antolin González ha mostrato un atteggiamento emotivamente instabile, alternando momenti di pentimento a tentativi di giustificare il gesto. Ha detto: «Non volevo ucciderlo. È successo tutto in pochi secondi. Mio padre era fuori controllo». Dopo l’interrogatorio, ha collaborato con la polizia indicando il punto esatto in cui si era liberato del machete. L’arma, tuttavia, non è mai stata ritrovata, un dettaglio che lascia ancora molte zone d’ombra.

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La difesa sostiene che il ragazzo fosse sottoposto a un’intensa pressione psicologica, aggravata dal recente divorzio dei genitori e dalle due denunce per maltrattamenti presentate dalla madre nei confronti del padre. Un contesto familiare complesso e carico di rancori che, secondo i legali, avrebbe inciso in modo determinante sullo stato mentale del giovane al momento dei fatti.

L’ascesa e la caduta di un talento del motorsport

Prima di questa tragica svolta, Antolin González era noto negli ambienti sportivi come una promessa del motorsport spagnolo. Fin da bambino aveva dimostrato un talento naturale per la guida, vincendo diverse competizioni di karting e attirando l’attenzione di team internazionali. Nel 2017, a soli 15 anni, si era trasferito in Asia per gareggiare nella Formula Masters Asia Series con la scuderia Pinnacle Motorsport, conquistando risultati costanti e dimostrando grande maturità tecnica.

L’anno successivo era passato alla Formula Renault asiatica con il team BlackArts Racing, dove aveva ottenuto diverse vittorie e piazzamenti sul podio. La stampa specializzata lo indicava come il “nuovo Alonso”, il futuro del motorismo iberico. Ma il sogno si è presto infranto. Con la pandemia e la crisi economica, la sua carriera si è fermata improvvisamente. Mancavano gli sponsor, le opportunità e forse anche la fiducia. Da allora, González è scomparso dal panorama sportivo, lasciando dietro di sé solo promesse mancate e un talento mai pienamente espresso.

Una parabola di successo e distruzione

La storia di Antolin González è una parabola amara che unisce successo, declino e tragedia familiare. Da giovane prodigio delle corse automobilistiche a protagonista di un caso di cronaca nera che ha sconvolto la Spagna, la sua vicenda mostra il volto fragile di chi, pur abituato alla velocità e alla competizione, non è riuscito a gestire i fallimenti e le pressioni personali.

Il suo nome, un tempo accostato a quello dei grandi piloti europei, oggi è associato a un crimine che lascia dietro di sé solo dolore. Mentre la giustizia spagnola prosegue nel suo lavoro per accertare le responsabilità, la storia di González rimane il simbolo di una discesa agli inferi inarrestabile: quella di un giovane che aveva tutto per vincere, ma che ha perso contro sé stesso.

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