
Il terribile femminicidio di Luciana Ronchi, avvenuto a San Giuliano Milanese per mano dell’ex marito Luigi Morcaldi, è stato un evento di violenza inaudita la cui agghiacciante rapidità è stata immortalata da una telecamera di sorveglianza. La dinamica, concisa ma brutale, si è consumata in poco più di sessanta secondi, lasciando dietro di sé una scia di orrore e un’altra vittima della furia omicida dettata dalla fine di una relazione.
La dinamica dell’agguato
La tragedia si è consumata mercoledì mattina, in pieno giorno, poco prima delle 10. Il teatro di questo atto efferato è stata via Grossini, una strada a fondo cieco situata nel quartiere Bruzzano, nella periferia nord di Milano. L’intera sequenza è stata ripresa con impietosa chiarezza da una telecamera installata su un caseggiato nelle vicinanze del civico 5. L’obiettivo della telecamera ha inizialmente inquadrato l’arrivo di Luigi Morcaldi, l’aggressore, che è giunto sul posto a bordo del suo motorino. L’uomo, con una premeditazione che traspare dalle sue azioni, si è immesso nella via, ha effettuato una rapida inversione di marcia e ha parcheggiato il veicolo. Il tutto in un tempo brevissimo, sufficiente per preparare l’attacco imminente.
L’arrivo della vittima e l’istinto di difesa
Quasi immediatamente dopo che Morcaldi si è sistemato, è apparsa nell’inquadratura Luciana Ronchi, la vittima designata della sua furia. La donna, che aveva 62 anni, era l’ex moglie dell’aggressore. Non appena ha riconosciuto la sagoma e la presenza di Luigi Morcaldi, la sua reazione è stata quasi puramente istintiva, un tentativo disperato di proteggersi. Ha cercato immediatamente di aumentare la distanza tra sé e l’uomo, accelerando il passo nella sua direzione verso il cancello della propria abitazione. Un gesto di difesa purtroppo vano contro la determinazione omicida dell’ex coniuge.
La furia delle coltellate
A questo punto, la scena si è trasformata nell’aggressione brutale. Luigi Morcaldi, un uomo di 64 anni, si è scagliato con violenza inaudita contro Luciana Ronchi. Armato di un coltello, ha iniziato a infierire sulla donna, colpendola ripetutamente. I colpi inferti sono stati numerosi e di una ferocia sconcertante. L’aggressore si è fermato solamente quando due operai, che si trovavano nelle vicinanze, sono intervenuti, cercando di distrarre l’uomo e, in qualche modo, di portare soccorso alla vittima. Il loro tempestivo e coraggioso intervento ha probabilmente interrotto l’azione di Morcaldi, che altrimenti avrebbe potuto continuare a colpire la donna.
Il drammatico epilogo e la fuga
A seguito dell’intervento dei due passanti, la scena ha visto un momento di drammatica sospensione. Luciana Ronchi, nonostante le gravissime ferite che le erano state inferte, è riuscita a rialzarsi. Ha mosso pochi, barcollanti passi, un estremo tentativo di allontanarsi dal luogo dell’aggressione e cercare sicurezza. Purtroppo, la portata devastante delle quattordici coltellate ricevute ha avuto il sopravvento: la donna è crollata a terra, priva di forze, davanti agli occhi degli increduli testimoni. Contemporaneamente, Luigi Morcaldi, dimostrando una freddezza agghiacciante, è risalito sul suo scooter e si è allontanato rapidamente dal luogo del crimine efferato.
La morte e l’arresto
Nonostante i disperati tentativi di salvarla da parte del personale medico, Luciana Ronchi è morta in serata a causa delle ferite mortali riportate nell’aggressione. La sua morte ha aggiunto un altro nome alla triste lista dei femminicidi in Italia. Le forze dell’ordine hanno immediatamente avviato le ricerche di Luigi Morcaldi, che è stato rintracciato e arrestato circa otto ore dopo l’agguato, attorno alle 18:00. Gli agenti della polizia locale lo hanno individuato e bloccato all’interno del vicino Parco Nord, ponendo fine alla sua breve latitanza. La registrazione video dell’agguato è diventata un elemento chiave nelle indagini, fornendo una prova incontrovertibile della brutalità e della premeditazione del gesto.