
Un urlo lacerante, poi il silenzio. È iniziata così, nel cuore della notte, la tragedia che ha sconvolto Collegno, alle porte di Torino. Le finestre chiuse, le luci spente, la città immersa nella quiete di un mercoledì qualunque. Poi, quelle parole disperate – «Che cosa fai?» – seguite da insulti e rumori sordi, hanno squarciato l’oscurità, svegliando i pochi residenti affacciati su una piccola traversa di corso Francia. Quando qualcuno ha trovato il coraggio di affacciarsi, a terra c’era già un corpo immobile, il sangue che si allargava sull’asfalto freddo.
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In pochi minuti la strada si è riempita di sirene. I soccorritori del 118 hanno tentato in ogni modo di rianimare l’uomo, ma ogni sforzo è stato inutile. Quello che fino a pochi istanti prima era un padre, un lavoratore, un vicino conosciuto e riservato, giaceva senza vita davanti alla casa dei suoi genitori.
Il delitto di Collegno
La vittima è Marco Veronese, imprenditore di 39 anni, ucciso con 13 coltellate nella notte tra mercoledì 22 e giovedì 23 ottobre. L’aggressione è avvenuta sotto l’abitazione dei suoi genitori, dove l’uomo si era trasferito da qualche mese dopo una separazione. Viveva con madre e padre pensionati, mentre i suoi tre figli erano affidati alla ex moglie.

Secondo le prime ricostruzioni, Veronese sarebbe stato sorpreso da un uomo incappucciato, che lo avrebbe aggredito senza dargli possibilità di difendersi. I fendenti, precisi e violenti, sono stati inferti al torace e all’addome, segno di una volontà omicida chiara e determinata. L’assassino, dopo l’attacco, è fuggito rapidamente facendo perdere le proprie tracce.
L’allarme è stato dato da alcuni residenti che hanno sentito le urla provenire dalla strada. «Si sentiva qualcuno gridare “bastardo” – ha raccontato una vicina – poi più nulla». I carabinieri della compagnia di Rivoli e del nucleo investigativo di Torino hanno immediatamente avviato le indagini, isolando la zona e acquisendo i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nel quartiere.
Marco Veronese era titolare della M&M Service, società che fornisce servizi di videosorveglianza. È stato proprio Veronese a installare le telecamere del bar e della tabaccheria sotto casa, che adesso potrebbero aiutare i carabinieri a dare un nome all’uomo incappucciato che lo ha ucciso con almeno 12 coltellate.
Le indagini e le prime ipotesi
Gli investigatori non escludono nessuna pista, anche se l’ipotesi più accreditata al momento è quella di un agguato premeditato. L’aggressore avrebbe atteso Marco Veronese fuori casa, approfittando dell’oscurità e della strada poco illuminata per colpirlo. Il numero delle ferite e la violenza dell’attacco fanno pensare a un gesto d’odio personale, forse maturato in un contesto di rancori o di contese private.
Sul corpo dell’imprenditore, gli inquirenti avrebbero trovato segni compatibili con un’arma da taglio lunga e affilata, probabilmente un coltello da cucina o da caccia. Nessun oggetto è stato rinvenuto sul posto, segno che l’assassino si è allontanato portando con sé l’arma del delitto.
Gli investigatori stanno ora analizzando i rapporti professionali e familiari della vittima, alla ricerca di elementi che possano chiarire chi potesse avere un movente per eliminarlo. Il 39enne, da poco separato, si appoggiava spesso a casa dei genitori, in corso Francia. Il padre è ormai in pensione, la madre è invece una badante. Gli amici lo descrivono come un uomo tranquillo, riservato, molto legato ai figli. Ma negli ultimi tempi, raccontano, appariva provato e teso, forse per difficoltà personali o per questioni legate al lavoro.

Un quartiere sotto shock
La comunità di Collegno è sconvolta. In quella piccola strada residenziale, nessuno avrebbe mai immaginato di assistere a una scena simile. Davanti al cancello della casa dei genitori di Veronese si sono radunati amici, conoscenti e vicini, lasciando fiori e biglietti. «Era un bravo ragazzo, sempre gentile – racconta una donna del quartiere – non riesco a credere che qualcuno volesse fargli del male».
La Procura di Torino ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima per stabilire con precisione la dinamica dell’aggressione e il tipo di arma utilizzata. Nel frattempo, i carabinieri proseguono con gli accertamenti, analizzando le celle telefoniche e cercando eventuali testimoni che possano aver visto l’aggressore fuggire.
Una morte che lascia troppe domande
Il mistero sulla morte di Marco Veronese è ancora fitto. Chi voleva la morte di un imprenditore di 39 anni, padre di tre figli, che aveva appena ricominciato una nuova vita? Cosa si nasconde dietro la furia cieca che lo ha colpito per ben tredici volte? Gli investigatori lavorano senza sosta per dare un volto all’uomo incappucciato che si è dileguato nella notte, mentre la città, attonita, attende risposte.
Un delitto efferato che ha infranto la tranquillità di una cittadina alle porte di Torino, lasciando dietro di sé dolore, paura e una domanda che pesa più di ogni altra: perché?