
“Se n’è andato lo stesso giorno in cui, nel 1977, apriva i battenti il Marabù, un luogo che gli era tanto caro e dove era amatissimo”. Una coincidenza che sembra scritta dal destino e che accompagna l’addio a Marco Campagnoli, storico dj e uomo di spettacolo che per anni ha fatto ballare intere generazioni tra le luci e i suoni delle discoteche italiane. Un artista della notte che ha saputo trasformare la musica in un linguaggio universale di libertà e amicizia.
Lauro Bonacini e Andrea Gasparini, gli “eterni ragazzi” del Marabù Celebration, lo hanno ricordato con parole colme di affetto e nostalgia. Campagnoli, modenese di origine ma da tempo residente a Castelnuovo Rangone, si è spento a 66 anni, lasciando dietro di sé un vuoto profondo nei cuori di chi lo ha conosciuto e amato. La sua vita è stata un lungo viaggio tra consolle, riflettori e incontri che hanno segnato un’epoca irripetibile della nightlife italiana.
Emilia Romagna, morto lo storico dj del Marabù

Il nome di Marco Campagnoli è legato a doppio filo alle più celebri discoteche degli anni d’oro: da Riccione a Milano, fino a Reggio Emilia, dove negli anni Ottanta divenne una vera leggenda. Insieme a Enzo Persuader e Bonvi, incarnava lo spirito di una generazione che viveva la notte come un’esperienza collettiva, fatta di energia, carisma e libertà. E lui, dietro la consolle, era sempre il protagonista più naturale.

Il ricordo degli amici e l’eredità artistica
“Era un ragazzo speciale. Quando lo conobbi, nelle discoteche reggiane, io avrò avuto 13 anni e lui, più grande di me, era già un grande protagonista della notte”, racconta Bonacini, commosso. “Inizialmente aveva lavorato al ’501’ di Gualtieri e da lì fu poi chiamato a fare parte dello staff del Marabù. Gasparini, patron della discoteca di Villa Cella, diceva sempre che Marco era il numero uno. Era empatico e con le donne ci sapeva fare, forse, più di tutti gli altri”.
Il suo ricordo si intreccia con quello di tanti amici e colleghi che, attraverso i social, hanno voluto rendergli omaggio. Anche Bonvi ha condiviso due immagini toccanti, accompagnate da parole semplici ma piene di emozione: “Tu, bello, giovane e sorridente. Io, te ed Enzo (Persuader) scatenati dell’indimenticabile ’Tre per te’”.


Oltre la musica, la passione per la fotografia
“L’ultima volta ci siamo incontrati a un evento a Reggio, ma anche ad una grande festa all’Acquatico”, aggiunge ancora Bonacini, ricordando quella vitalità che Marco trasmetteva anche lontano dalle piste da ballo. Dal 2000, infatti, Campagnoli aveva trovato un nuovo modo di esprimersi: la fotografia. Un’arte che gli permetteva di catturare emozioni e volti, come se volesse conservare per sempre l’essenza di una vita vissuta al ritmo di musica.
Con la sua scomparsa, non se ne va solo un dj, ma un pezzo di storia della notte italiana. Campagnoli lascia il ricordo di un’anima curiosa, brillante, capace di far sentire speciale chiunque gli stesse accanto. E forse, il suo vero lascito è proprio questo: l’eco di un sorriso che continua a risuonare, come una canzone che non smette mai davvero di finire.