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“Bugiardo a me? Sono scioccato!”. Volano insulti in diretta, Formigli impotente

Pubblicato: 24/10/2025 08:18
insulti diretta Formigli impotente

Nella serata del 23 ottobre 2025 la trasmissione televisiva “Piazzapulita”, condotta da Corrado Formigli, ha assistito a uno scontro al vetriolo tra Carlo Calenda e Jeffrey Sachs, alimentando un dibattito politico e mediatico di grande intensità.
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Contesto e dinamica dello scontro

Il momento di massima tensione è arrivato quando Sachs ha contestato la versione del leader di Azione in merito a presunti finanziamenti e rapporti internazionali: «Lei non c’era quando mi hanno portato in giro e mi hanno spiegato di aver dato migliaia di dollari a questo o quello. Sta dicendo che non è mai successo? Che non l’ho mai sentito?», ha affermato Sachs. Calenda ha replicato con tono molto duro: «Sì, penso che lei stia mentendo. Esattamente come sul vaccino». Poi Calenda ha proseguito: “Lei è veramente odioso. Mi sta chiamando bugiardo? (ripetuto tre volte) Sarò odioso ma penso che lei fa propaganda putiniana. Dal 2014 al 2022 l’Europa è stata completamente dipendente da Putin per quanto riguarda il gas. Me lo spiega quale sarebbe la politica aggressiva dell’Europa nei confronti di Putin?”. Sachs ha risposto: «Sono scioccato francamente. Mi ha chiamato bugiardo».
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In questo botta-e‐risposta, alcuni punti-chiave si sono fatti strada: la disputa sui fondi e finanziamenti internazionali, la questione della dipendenza europea dal gas russo, e il tema della verità e dell’affidabilità delle affermazioni pubbliche.

Le accuse incrociate

Le accuse di Sachs

Jeffrey Sachs ha accusato Calenda di ignorare o negare fatti concreti relativi a finanziamenti e alla sua presenza in certi contesti: l’affermazione «Lei non c’era… mi hanno spiegato di aver dato migliaia di dollari a questo o quello» punta a costruire l’idea che Calenda stia sminuendo o negando ciò che Sachs sostiene di sapere.

Le risposte di Calenda

Calenda non ha risparmiato attacchi personali: oltre a definire Sachs “mentitore”, ha insinuato che il suo interlocutore stesse conducendo una “propaganda putiniana”. In evidenza la frase «Mi sta chiamando bugiardo?» (ripetuta tre volte) che sottolinea la sorpresa e l’indignazione davanti all’accusa di Sachs.

Implicazioni politiche e mediatiche

La modalità dello scontro – molto vivace, con toni sopra le righe – riflette almeno due dimensioni rilevanti: da un lato l’accelerazione della polarizzazione nel dibattito politico italiano, dall’altro la crescente visibilità mediatica delle contrapposizioni tra esperti internazionali e leader politici nazionali. In un contesto in cui la fiducia nei numeri, nei dati, nelle fonti è messa a dura prova, lo scontro Calenda-Sachs appare emblematico.

La questione della dipendenza energetica europea dalla Russia (dal 2014 al 2022) messa in campo da Calenda rimanda a un tema strategico: l’autonomia dell’Europa nel quadro geopolitico, le relazioni con la Russia e la visione della politica estera europea. Allo stesso tempo, Sachs spinge sulla dimensione dei finanziamenti internazionali e delle reti globali di influenza, tema forse meno “popolare” ma altrettanto rilevante.

Perché ci interessa

  • Perché il leader politico Calenda – già noto per scontri televisivi – si trova questa volta ad affrontare un confronto diretto con un economista e accademico di fama internazionale come Sachs.
  • Perché lo scontro tocca temi ampi e complessi: finanza internazionale, propaganda, dipendenze energetiche, verità e menzogna nel dibattito pubblico.
  • Perché la scena televisiva – con toni al limite – mette in evidenza la crisi della mediazione politica e giornalistica: intervistatori, ospiti e protagonisti sono sempre più in modalità di attacco, e il pubblico ne è testimone diretto.

Riflessioni finali

L’episodio lascia alcune conseguenze: innanzitutto, la perdita di tono istituzionale – il confronto è molto personale, le accuse molto dirette. In secondo luogo, la diluizione della distanza tra politica e opinione pubblica esperta: quando un accademico di rilievo come Sachs entra in conflitto aperto con un politico di primo piano, mostra quanto complesse siano le ricadute mediatiche di temi che un tempo erano relegati all’ambito specialistico. Infine, la questione della verifica delle fonti: chi dice la verità? Come si documentano le affermazioni? In un’era di “post-verità”, questi scontri servono a ricordare che il giornalismo attento dovrebbe porre queste domande al centro.

In conclusione, lo scontro tra Carlo Calenda e Jeffrey Sachs a Piazzapulita non è solo un momento di tv ad alta tensione: è un piccolo specchio delle tensioni più vaste che attraversano l’Europa e l’Italia oggi – energia, finanza, fiducia, geopolitica – e suggerisce che la politica starebbe perdendo terreno nel dialogo pubblico, sostituita da duelli personali e teatrali.

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Ultimo Aggiornamento: 24/10/2025 10:44

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