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Draghi: «I nostri principi sotto attacco, i leader devono unire le forze e agire»

Pubblicato: 24/10/2025 19:50

Mario Draghi ha ricevuto il Premio Princesa de Asturias per la Cooperazione Internazionale a Oviedo, venerdì 24 ottobre 2025, sottolineando l’urgenza di un’azione comune europea di fronte alle crisi globali. Nel suo intervento, Draghi ha chiesto: «Quanto deve aggravarsi una crisi perché i leader uniscano le forze e agiscano?»

L’ex Presidente del Consiglio ha ricordato il suo percorso nella costruzione dell’Europa, iniziato con i negoziati per il Trattato di Maastricht, e proseguito come Capo del Tesoro italiano, Presidente del Consiglio e guidando la Banca Centrale Europea (BCE). Il servizio pubblico, ha sottolineato, ha sempre avuto come missione centrale la cooperazione e il rafforzamento dell’Unione Europea.

Draghi ha evidenziato che oggi i principi fondamentali dell’Europa sono sotto pressione: apertura, multilateralismo, diplomazia, responsabilità climatica e sicurezza condivisa affrontano sfide crescenti, mentre il protezionismo e le azioni unilaterali minacciano la stabilità europea.

Il mondo è cambiato radicalmente, e l’Europa fatica a rispondere con efficacia. Per Draghi, la domanda cruciale è perché non si riesce a tradurre le crisi in azione politica concreta. Le esperienze passate, come la crisi finanziaria e quella del debito sovrano, hanno dimostrato che solo un’azione comune può portare risultati.

L’ex Premier ha sottolineato l’importanza di settori come difesa, sicurezza energetica e tecnologie strategiche, che richiedono investimenti condivisi e una scala europea. Per questi ambiti, ha spiegato, è necessaria una maggiore legittimità democratica che consenta decisioni rapide e coordinate tra gli Stati membri.

Secondo Draghi, la governance europea attuale, rimasta sostanzialmente invariata dal 2007, limita l’azione comune. L’Europa, ha osservato, resta una confederazione senza un mandato condiviso approvato dai cittadini, incapace di affrontare le sfide urgenti e complesse del mondo contemporaneo.

Per questo motivo, Draghi propone un federalismo pragmatico, flessibile e basato su coalizioni di volenterosi che operano attorno a interessi strategici condivisi, senza attendere che tutti i Paesi avanzino allo stesso ritmo. Questo approccio consentirebbe di agire rapidamente in settori critici come tecnologia, difesa e infrastrutture.

Il federalismo pragmatico permetterebbe anche di rafforzare la democrazia europea, perché ogni governo dovrebbe ottenere il sostegno dei propri cittadini per obiettivi comuni, costruendo un senso di scopo condiviso dal basso e non imposto dall’alto. In questo modo, chi vuole avanzare può farlo senza essere bloccato dagli altri.

In conclusione, Draghi ha offerto una visione ottimistica e concreta dell’Europa del futuro, un’Europa in cui i cittadini, e soprattutto i giovani, possano vedere un futuro certo e partecipare attivamente alla costruzione di un continente più unito, forte e resiliente.

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