
«Voglio l’ergastolo, sono pentito». Con queste parole Luigi Morcaldi, 64 anni, ha ammesso le proprie responsabilità davanti al giudice per l’uccisione della sua ex moglie Luciana Ronchi, accoltellata a morte il 22 ottobre a Milano con almeno quattordici fendenti. L’uomo, interrogato nel carcere di San Vittore, ha chiesto la pena più severa possibile. A riferirlo è stata la sua legale, Patrizia Iacobino, al termine dell’interrogatorio tenuto il 24 ottobre.
Il pentimento e la versione confusa dell’assassino
«Ha chiesto l’ergastolo, vuole l’ergastolo, è pentito», ha dichiarato l’avvocata ai giornalisti dopo l’udienza. Tuttavia, il pentimento non sembrerebbe emergere con la stessa chiarezza dal verbale dell’interrogatorio davanti ai magistrati Leonardo Lesti e Giovanni Tarzia. In quella sede, Morcaldi avrebbe sostenuto di non aver voluto uccidere la donna, ma solo di “spaventarla”, mescolando questioni economiche, presunti tradimenti, e un rancore profondo per la vittima, per il loro figlio e per il nuovo compagno di lei.

L’avvocata ha descritto il suo assistito come “un uomo solo, ai margini della società”, che da tempo dormiva in auto o in un dormitorio. «Non pensava di averla uccisa e non ricordava tutte quelle coltellate», ha aggiunto la legale, sottolineando come l’uomo si fosse reso conto solo dopo dell’orrore commesso.
“Un delitto d’impeto, non premeditato”
Secondo la difesa, non vi sarebbero prove di una pianificazione. Le voci su presunti “appostamenti” nei giorni precedenti, riportate da alcuni testimoni, vengono definite “non attendibili”. «Si è trattato di un delitto d’impeto, non premeditato», ha ribadito la legale. Tuttavia, dai verbali emerge che la sera prima dell’aggressione Morcaldi era stato visto davanti all’abitazione della donna.
I pubblici ministeri hanno ascoltato anche il figlio e il compagno di Luciana, che non avrebbero riferito di minacce o aggressioni precedenti. Al momento, la Procura non contesta la premeditazione, ma l’accusa resta aggravata dal legame affettivo terminato. È prevista a breve la decisione del giudice sulla convalida del fermo e la custodia cautelare, mentre l’autopsia sarà eseguita martedì 28 ottobre. La difesa valuta anche una perizia psichiatrica per il suo assistito.
Il video del delitto
Un filmato acquisito dagli inquirenti mostra l’intera scena: una moto si avvicina lentamente, il motore rompe il silenzio, poi l’uomo scende e si dirige verso Luciana. Dopo pochi istanti, la furia. Le immagini, oscurate per rispetto della vittima, mostrano l’aggressore che fugge lasciando il corpo esanime a terra. I soccorritori arrivano in pochi minuti, ma per la donna non c’è più nulla da fare.


