
Kirill Dmitriev, rappresentante personale di Vladimir Putin per la cooperazione economica con l’estero, ha confermato alla Cnn che un incontro fra il presidente russo e Donald Trump “ci sarà, probabilmente più avanti”. Una dichiarazione che apre nuovi scenari sul fronte diplomatico internazionale, soprattutto in vista del possibile ritorno dell’ex presidente statunitense alla Casa Bianca.
Secondo Dmitriev, Mosca non punta a un semplice cessate il fuoco temporaneo nel conflitto con l’Ucraina, ma a una “soluzione definitiva”. Una formula che, nelle intenzioni del Cremlino, dovrebbe chiudere il conflitto in modo stabile e duraturo, ma che lascia aperti molti interrogativi sulla posizione che Washington potrebbe assumere.
Il rappresentante del Cremlino si trova attualmente negli Stati Uniti, dove domani incontrerà Steve Witkoff, inviato di Trump per il Medio Oriente. L’incontro, secondo fonti vicine al team dell’ex presidente, rientrerebbe in una serie di colloqui informali tra emissari americani e russi per esplorare possibili vie di dialogo.

Le parole di Dmitriev arrivano in un momento di grande incertezza nei rapporti fra Mosca e Washington, dopo mesi di sanzioni, accuse incrociate e tensioni militari. Tuttavia, l’idea di un contatto diretto tra Trump e Putin alimenta l’ipotesi di un possibile cambio di tono nella diplomazia americana.
Durante l’intervista, Dmitriev ha sottolineato che la Russia “non è interessata a una tregua fragile che possa essere interrotta in qualunque momento”, ma vuole “garanzie concrete per la stabilità della regione e per la sicurezza dei propri confini”.
Non è la prima volta che il nome di Donald Trump viene associato a un possibile ruolo di mediatore nel conflitto. Già nei mesi scorsi, l’ex presidente aveva più volte dichiarato di poter “risolvere la guerra in 24 ore”, suscitando reazioni contrastanti sia negli Stati Uniti sia in Europa.
Da parte americana, non sono arrivate conferme ufficiali su un incontro a breve, ma ambienti vicini al partito repubblicano non escludono contatti preliminari. Alcuni analisti ritengono che Trump voglia presentarsi come il leader capace di riportare ordine sulla scena internazionale.
Sul fronte europeo, invece, la prospettiva di un dialogo diretto fra Trump e Putin viene accolta con cautela. I governi dell’Unione temono che un negoziato bilaterale possa marginalizzare l’Europa nel processo di pace.
In attesa di sviluppi, l’annuncio di Dmitriev rappresenta un segnale politico chiaro: Mosca considera inevitabile il ritorno al tavolo delle grandi potenze, e guarda a Trump come interlocutore privilegiato per costruire un nuovo equilibrio geopolitico.


