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“Trasmissione ostile!”. L’accusa gravissima a Formigli: l’ospite si ribella al conduttore

Pubblicato: 24/10/2025 10:43
Formigli accusa trasmissione ostile

Ci sono dibattiti televisivi che iniziano come un normale confronto e finiscono per trasformarsi in vere e proprie collisioni dialettiche. È quello che è accaduto durante l’ultima puntata di Piazzapulita, il talk politico di La7, dove Italo Bocchino e Corrado Formigli si sono confrontati duramente su un tema tanto delicato quanto divisivo: la libertà di stampa e il rapporto tra giornalismo e potere politico.
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In uno studio già carico di tensione, la discussione è degenerata rapidamente. Da una parte, il conduttore Formigli ha puntato il dito contro quella che definisce la “scarsa propensione del governo” a rispondere alle domande dei giornalisti “non allineati”; dall’altra, Bocchino ha difeso con decisione l’operato delle istituzioni e ha accusato la trasmissione di interpretare la realtà in modo ideologico.

Il servizio su La Russa e la scintilla del confronto

A far esplodere la polemica è stato un servizio firmato da Danilo Lupo, inviato di Piazza Pulita, dedicato all’inchiesta della Procura di Palermo sul presunto business della cultura in Sicilia, dove – secondo l’indagine – fondi pubblici sarebbero stati utilizzati per interessi privati. Nel servizio, il giornalista tenta di rivolgere una domanda diretta al presidente del Senato Ignazio La Russa: “Conosce Marianna Amato?”

Una domanda rimasta senza risposta, ma sufficiente a scatenare la reazione di Bocchino una volta rientrati in studio.

L’ex parlamentare ha preso subito posizione, affermando: “La Russa vi ignorerà, per una ragione: intanto perché ha la conoscenza a posto, e poi perché la vostra trasmissione viene considerata particolarmente ostile.

Una dichiarazione che ha innescato il botta e risposta con Formigli, deciso a difendere la propria linea editoriale.

Il confronto tra accusa e difesa

I fatti sono fatti”, ha ribattuto Corrado Formigli, respingendo l’idea che la sua trasmissione persegua logiche di partito. Il conduttore ha sottolineato come l’obiettivo del programma resti quello di raccontare la realtà “senza filtri e senza paura”, soprattutto quando si tratta di temi sensibili come la gestione dei fondi pubblici e la trasparenza politica.

Bocchino, invece, ha insistito sul rischio che un certo tipo di giornalismo possa diventare strumentale, trasformando le inchieste in strumenti di delegittimazione. “Strumentalizzare un’indagine ancora in corso significa gettare fango sulla politica. Non è così che si difende la democrazia,” ha affermato con tono fermo.

Formigli non ha ceduto: “Raccontare i fatti e fare domande è il nostro mestiere. Se un politico si rifiuta di rispondere, non può accusare la stampa di ostilità.

Tensione in studio e pausa forzata

La discussione è diventata rapidamente incandescente, con i due interlocutori che hanno incalzato l’uno l’altro senza risparmiarsi. Il pubblico in studio ha seguito in silenzio, mentre Formigli tentava di riportare il dibattito entro i limiti della moderazione, senza però riuscire a smorzare del tutto i toni.

Il conduttore ha cercato di chiudere il confronto ricordando che la libertà di stampa non è un privilegio ma un pilastro della democrazia, mentre Bocchino ha ribadito la necessità di “non usare le telecamere come arma politica”.

Alla fine, solo l’arrivo della pubblicità ha interrotto la discussione, lasciando lo studio sospeso in un clima di evidente nervosismo. Al rientro, Formigli ha proseguito con gli altri temi della serata, ma la tensione tra i due è rimasta palpabile.

Una frattura che riflette il clima politico

Lo scontro tra Italo Bocchino e Corrado Formigli non è solo un episodio televisivo: riflette una spaccatura profonda nel modo in cui politica e informazione si percepiscono a vicenda. Da un lato, il giornalismo d’inchiesta che rivendica il diritto di porre domande scomode; dall’altro, la difesa del mondo politico che si sente spesso sotto attacco.

La puntata di Piazza Pulita ha così messo in scena, ancora una volta, il conflitto tra libertà di informazione e legittima difesa politica, un equilibrio fragile che continua a dividere opinione pubblica e istituzioni.

Nel confronto tra il conduttore e l’ospite, è emersa tutta la difficoltà del giornalismo contemporaneo: raccontare la verità in un Paese dove ogni parola, ogni domanda e ogni silenzio diventano inevitabilmente gesti politici. E dove, come dimostra la serata di La7, anche un semplice “no comment” può accendere un dibattito che si trasforma in un vero e proprio caso mediatico.

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