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Televisione in lutto, addio al mito della commedia all’italiana. Indimenticabile

Pubblicato: 25/10/2025 12:58

È scomparso a 74 anni Mauro Di Francesco, uno dei protagonisti più riconoscibili e amati della commedia all’italiana. L’attore, dallo sguardo dolce e ironico, si è spento nella notte in un ospedale di Milano, dove era ricoverato da circa un mese per alcune complicazioni di salute. In passato aveva già affrontato una lunga battaglia, culminata in un trapianto di fegato avvenuto vent’anni fa.

Nato nel capoluogo lombardo nel 1951, Di Francesco era diventato un volto simbolo del cinema degli anni Ottanta, grazie al suo talento naturale e a quella comicità spontanea che gli aveva permesso di conquistare intere generazioni di spettatori. Indimenticabile la sua partecipazione a “Sapore di mare”, film diventato un cult assoluto, in cui il suo sorriso malinconico e la sua umanità erano riusciti a lasciare un segno indelebile.

Dagli esordi teatrali ai grandi successi sullo schermo

Figlio di una sarta e di un direttore di palcoscenico teatrale, Mauro aveva respirato l’arte fin da bambino. A soli 15 anni entra nella compagnia di Giorgio Strehler, recitando accanto a Valentina Cortese. Poco dopo arriva anche il debutto televisivo nello sceneggiato “La freccia nera”, dove interpreta il giovane Robby. Negli anni Settanta si avvicina al mondo del cabaret, formando una coppia artistica con Livia Cerini e successivamente entrando a far parte del celebre Gruppo Repellente, fondato da Enzo Jannacci e Beppe Viola. Insieme a lui, in quella fucina di talenti, c’erano nomi destinati a fare la storia dell’intrattenimento italiano come Diego AbatantuonoMassimo Boldi e Giorgio Faletti.

La popolarità negli anni d’oro del cinema leggero

Negli anni Ottanta arrivano i successi cinematografici che lo consacrano al grande pubblico. Di Francesco prende parte a “Sapore di mare 2 – Un anno dopo”“Yesterday – Vacanze al mare”“Ferragosto OK” e, qualche anno più tardi, ai due film della serie “Abbronzatissimi”. Nel 2012 è tornato sul set per la commedia “Vengo a prenderti stasera”, diretta da Ninì Salerno, con la regia teatrale di Diego Abatantuono.

Negli ultimi anni aveva scelto una vita più tranquilla in Toscana, lontano dai riflettori, ma senza perdere la sua inconfondibile ironia. «Mi hanno cercato tanti, avrò detto almeno venti no. Mi muoverei soltanto se mi chiamassero Sorrentino o Tornatore, Pupi Avati magari Quentin Tarantino. Allora ci ripenserei…» aveva confessato con il suo solito sorriso. Una battuta che oggi suona come il perfetto epitaffio di un artista vero, che ha saputo far ridere e commuovere con la stessa naturalezza.

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Ultimo Aggiornamento: 25/10/2025 13:51

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