
L’eco della notizia si è propagata con la rapidità di un’onda d’urto, spezzando il cuore di chi lo amava e lasciava dietro di sé un vuoto improvviso e incolmabile. C’è un dolore che non si può raccontare, un misto di incredulità e profonda malinconia che ruba il respiro. La sua assenza si fa sentire acuta, riportando alla mente cinquant’anni di risate, palcoscenici e avventure condivise.
Ogni amico, ogni collega, ogni persona che ha incrociato il suo cammino sente ora il peso di un’amicizia che s’è fatta fratellanza, il rammarico per le parole non dette, e la memoria viva di un’allegria contagiosa che ora non c’è più. Il mondo dello spettacolo ha perso un pezzo della sua anima più vera, un pilastro di quel cabaret milanese che fu fucina di talenti e risate ineguagliabili.
La scomparsa di Mauro Di Francesco
Il mondo dello spettacolo è in lutto per la scomparsa di Mauro Di Francesco, attore milanese molto amato e noto per le sue partecipazioni a numerose commedie cult degli anni ’80. Di Francesco si è spento all’età di 74 anni, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori dei colleghi, degli amici e del suo pubblico. Le reazioni alla notizia sono state immediate e cariche di profonda tristezza, testimoniando il grande affetto e la stima che circondavano l’artista. Jerry Calà e Diego Abatantuono, in particolare, hanno espresso un dolore fortissimo per la perdita di un amico fraterno e un compagno di innumerevoli avventure professionali e personali.
Il ricordo commosso di Jerry Calà: l’amico e il ragazzo prodigio
Jerry Calà, visibilmente scosso, ha ricordato Mauro Di Francesco come un amico prima che un collega, con cui ha condiviso un’intera vita, fin dagli esordi. La loro “casa” era il Derby, lo storico locale milanese, dove si ritrovavano tutte le sere negli anni ’70, un periodo d’oro per il cabaret e la comicità italiana. Calà ha sottolineato le grandi doti attoriali di Di Francesco, definendolo un “ragazzo prodigio” che aveva iniziato la sua carriera giovanissimo interpretando il ruolo di Robby nello sceneggiato Rai “La freccia nera” del 1968, al fianco di Loretta Goggi.
Ma oltre al talento, Calà ha voluto mettere in risalto le eccezionali doti caratteriali di “Maurino”, come lo chiamava affettuosamente. Era “un uomo divertente”, l’“anima della festa”, capace di far ridere tutti, compresi artisti del calibro de I Gatti di Vicolo Miracoli e Diego Abatantuono. I suoi “guizzi unici”, come l’imitazione delle nonne romagnole, sono ricordi che rimarranno indelebili.
Il loro sodalizio artistico è sfociato anche sul grande schermo, con film che sono diventati veri e propri cult generazionali, tra cui “Abbronzatissimi” e “Vado a vivere da solo re”, oltre alla partecipazione al cast di “Sapore di mare 2”. L’ultimo progetto che li ha visti insieme è stato il film del 2019 diretto dallo stesso Calà, “Odissea nell’ospizio”. In questa pellicola, Di Francesco interpretava il direttore della casa di riposo che ospitava i Gatti di Vicolo Miracoli.
Calà ha raccontato che quel film è stato realizzato per pura “amicizia e compagnia” e ha permesso al gruppo di vivere un mese insieme in un agriturismo vicino Roma, con Di Francesco che era il “fulcro delle serate”. L’attore ha espresso il desiderio che proprio “Odissea nell’ospizio” sia rispolverato per rendere un omaggio significativo all’amico scomparso. Calà ha anche rivelato che Di Francesco si era recentemente ritirato a vivere nella campagna toscana con la moglie, Antonella Palma di Fratianni, sposata nel 1997, dedicandosi con serenità alla pittura ed era molto bravo. Dal suo primo matrimonio con l’attrice francese Pascale Reynaud era nato il figlio Daniel.
Diego Abatantuono: ho perso un fratello
Il dolore è stato altrettanto profondo per Diego Abatantuono, che ha faticato a esprimersi. L’amicizia tra i due risale a ben 55 anni fa, un legame che l’attore non esita a definire fraterno. Abatantuono e Di Francesco hanno condiviso i set più importanti nella prima fase della carriera di Diego, partecipando a pellicole iconiche come “Attila flagello di Dio”, “I fichissimi” e “Eccezzziunale veramente”. Abatantuono ha descritto la perdita come un “grosso dispiacere” che “pesa tantissimo, come quando se ne va un fratello e inizi a provare il rimpianto…”. La notizia della scomparsa lo ha colto di sorpresa, in quanto si erano sentiti solo un mese prima e Di Francesco “stava bene, era allegro”.
L’inizio della loro avventura nel cabaret al Derby è legato alla formazione del Gruppo Repellente, un progetto ideato da Enzo Jannacci e Beppe Viola, che vedeva la partecipazione di talenti come Massimo Boldi, Giorgio Faletti e Giorgio Porcaro. Abatantuono ha condiviso un ricordo particolarmente toccante legato a quel periodo: una caricatura che gli fece un amico al Derby, in cui sono ritratti lui, “Maurino, Porcaro, Faletti” e si intravedeva un altro amico. Abatantuono ha constatato con amarezza: “Di quel gruppo sono l’unico in vita”, rendendo chiaro il suo stato d’animo e il peso di una perdita che chiude un’era di amicizie indimenticabili.
Il portento di simpatia: omaggi dai colleghi
Alle parole dei due amici storici si sono aggiunti anche gli omaggi di altri volti noti del mondo dello spettacolo, a testimonianza della grande umanità e simpatia che Mauro Di Francesco sapeva emanare. Attraverso i social, Francesco Oppini e Alba Parietti hanno voluto salutare l’amico e collega. Nel loro messaggio hanno ricordato Di Francesco non solo come un “portento di simpatia”, ma soprattutto come “una brava persona”. L’onda di affetto che ha seguito la notizia della morte di Mauro Di Francesco conferma il segno indelebile che l’attore ha lasciato nel cinema, nel cabaret e nella vita di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. La sua eredità artistica e umana continuerà a vivere attraverso i suoi film e i bellissimi ricordi che i suoi amici più cari serberanno di lui.


