
Una piazza rossa e densa di rabbia, tra bandiere e cori che chiedono “democrazia al lavoro”. Oltre 200mila persone hanno riempito piazza San Giovanni a Roma, rispondendo all’appello della Cgil contro la manovra del governo Meloni, definita dal segretario Maurizio Landini “una truffa ai danni dei lavoratori e dei pensionati”.
Il leader sindacale ha parlato dal palco con toni duri, accusando l’esecutivo di “non dare risposte su salari, fisco e pensioni, ma di peggiorare tutto” e di “estorcere miliardi con una truffa”. E ha avvertito: se non ci saranno modifiche sostanziali alla legge di Bilancio, la Cgil è pronta a uno sciopero generale, il quarto consecutivo contro la politica economica del governo.
Attacco frontale a Salvini e alla legge di Bilancio
Landini ha riservato un passaggio diretto al vicepremier Matteo Salvini, accusandolo di aver detto “balle” sulle pensioni. “Aveva promesso di cancellare la legge Fornero – ha ricordato – e invece aumenta ancora l’età pensionabile”. Il sindacato contesta anche la detassazione dei premi contrattuali, che secondo Landini “fa sorridere, perché riguarda solo i lavoratori privati sotto i 28mila euro annui”. Una misura “di facciata”, dice, che lascia fuori la gran parte dei metalmeccanici e delle categorie più rappresentative.
Non meno critica la posizione sull’Irpef: il taglio della seconda aliquota dal 35 al 33% viene giudicato “una presa in giro”, con un beneficio “di appena 3 euro al mese” per chi guadagna 30mila euro. Landini ha calcolato che, negli ultimi tre anni, “i lavoratori hanno pagato oltre 2mila euro di tasse in più per effetto dell’inflazione e del drenaggio fiscale”.
“Chi demonizza le piazze ha paura della democrazia”
Il corteo, partito da piazza della Repubblica, ha sfilato fino a San Giovanni tra bandiere palestinesi, cartelli contro la precarietà e cori per il cessate il fuoco in Medio Oriente. In piazza anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli per l’Alleanza Verdi e Sinistra, una delegazione del Pd, ma non la segretaria Elly Schlein. Assenti i Cinque Stelle.
A sorpresa, in collegamento video, è intervenuto Sigfrido Ranucci, accolto da un lungo applauso in segno di solidarietà per le polemiche che hanno coinvolto Report e la libertà di stampa. Landini ha chiuso il suo intervento con un messaggio diretto al governo: “Chi demonizza le piazze ha paura della democrazia. Noi non ci fermeremo finché non arriveranno risposte vere per il lavoro e per il Paese”.
L’ombra dello sciopero generale torna dunque a incombere. E la piazza di Roma, stavolta, è il segnale che il conflitto sociale non è affatto chiuso: anzi, rischia di riaccendersi proprio mentre il governo porta in Parlamento la manovra più discussa dell’anno.
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