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“Trump pronto al terzo mandato”: il piano segreto di Steve Bannon scuote l’America

Pubblicato: 25/10/2025 14:33

L’ex consigliere della Casa Bianca e stratega della destra sovranista americana, Steve Bannon, ha recentemente sollevato un’ipotesi che ha scatenato un dibattito acceso e preoccupato negli Stati Uniti e nel mondo: la possibilità di un terzo mandato presidenziale per Donald Trump nel 2028, aggirando di fatto il vincolo costituzionale.

Questa idea, inizialmente lanciata come una provocazione, è diventata un mantra tra i suoi fedelissimi del movimento Maga, tanto da spingere alla diffusione di merchandising con la scritta “Trump 2028“. In un’intervista esclusiva all’Economist, Bannon non solo ha ribadito con perentorietà questa previsione ma ha anche svelato di possedere un “piano” specifico per superare l’ostacolo del 22esimo emendamento della Costituzione americana.

Il vincolo costituzionale e l’audacia del piano Bannon

Il 22esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti è chiaro e perentorio: “nessuno può essere eletto alla carica di presidente più di due volte“. Questa norma fu introdotta nel 1951, a seguito dei quattro mandati consecutivi di Franklin Delano Roosevelt, con l’obiettivo esplicito di impedire la trasformazione della presidenza in un’istituzione a vita.

Nonostante questo saldo paletto costituzionale, Bannon, stratega della prima vittoria di Trump nel 2016 e conduttore del podcast War Room, ha affermato categoricamente: “Sicuramente Trump otterrà un terzo mandato” e “Trump sarà presidente nel 2028 ed è meglio che la gente inizi a prepararsi all’idea“. Egli ha sottolineato di avere diverse alternative per superare il vincolo e che il piano sarà svelato al momento appropriato. L’audacia di questa posizione è percepita da molti come un tentativo di minare i fondamenti democratici del Paese.

Le ipotesi sul tavolo: aggirare la parola “eletto”

Nei mesi precedenti, tra gli osservatori legali e i sostenitori di Maga, una delle possibilità più discusse per un ritorno di Trump alla presidenza nel 2028 si è concentrata sull’interpretazione della parola “eletto” all’interno del 22esimo emendamento. L’ipotesi vedrebbe Trump candidarsi e venire eletto come vicepresidente di una figura fidata. Questa figura, una volta pronunciato il giuramento, lascerebbe immediatamente il posto a Trump, aggirando così la limitazione che vieta l’elezione diretta per la terza volta. Tuttavia, Bannon, pur non svelando i dettagli del suo “piano”, ha difeso la legittimità di un terzo mandato basandola principalmente sulla volontà popolare, un approccio che, a suo dire, è l’espressione più pura della Costituzione stessa.

La legittimazione della volontà popolare e il rifiuto di “dittatura”

Interrogato dalla giornalista dell’Economist, la quale ha espresso la preoccupazione che tali parole potessero far pensare al desiderio di instaurare una dittatura, Bannon ha respinto l’accusa con forza. Egli ha insistito che non si tratterebbe affatto di dittatura se a volerlo fosse il popolo americano. “L’unico modo con cui il presidente Trump vincerà nel 2028 e rimarrà in carica sarà grazie alla volontà del popolo americano,” ha spiegato. Il suo ragionamento si fonda su un sillogismo a dir poco discutibile: se la volontà del popolo americano incarna la Costituzione, e il popolo americano eleggesse di nuovo Trump, tale elezione non andrebbe contro lo spirito della Costituzione, anche se violasse la sua lettera. Questa retorica mira a legittimare un potenziale strappo istituzionale in nome di una presunta volontà democratica superiore.

Il rischio di guerra civile e le manovre politiche

Bannon non ha escluso che l’ottenimento di un terzo mandato per Trump possa avvenire anche “con le buone o con le cattive“, arrivando persino a prospettare il costo di una guerra civile. Il messaggio ai detrattori del movimento Maga è perentorio: “Non possiamo essere sconfitti e non avete ancora visto niente“. Questo ideologo nazional-populista ha chiarito che il movimento Maga deve portare avanti battaglie fondamentali per consolidare il proprio potere, come la lotta al gerrymandering al fine di riorganizzare i distretti in modo da garantire il controllo permanente della Camera da parte del movimento. Se una modifica costituzionale, che richiederebbe numeri che i repubblicani non possiedono, è considerata improbabile, l’ipotesi di un ricorso alla Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, rimane una via più plausibile per tentare di scardinare il 22esimo emendamento.

La dimensione spirituale e il ruolo di “mose'”

La visione di Bannon per il terzo mandato di Trump non si limita alla politica e alla strategia legale, ma assume anche una dimensione spirituale e messianica. Egli ha definito Trump come un “veicolo della divina provvidenza” e uno “strumento delle volontà divina, un equivalente di Mosè“. Questo inquadramento, che si allinea con l’estremismo religioso che vede nel presidente un profeta scelto da Dio, legittima il desiderio di potere non solo dal basso (volontà popolare) ma anche dall’alto (volontà divina). Lo stesso Trump ha rafforzato questa narrativa dopo essere sopravvissuto all’attentato nel 2024, sostenendo di essere stato salvato da Dio per poter portare a termine la sua missione. La combinazione di una spinta populista radicale e di una giustificazione teologica rende la prospettiva di un terzo mandato una questione che trascende il normale dibattito politico, minacciando di sconvolgere gli equilibri istituzionali e democratici degli Stati Uniti.

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Ultimo Aggiornamento: 25/10/2025 14:41

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