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Gaza, anche gli italiani scendono in campo: il piano Usa entra in azione

Pubblicato: 26/10/2025 09:12

Kiryat Gat diventa il punto cruciale dove si gioca il futuro di Gaza: non proprio in zona cuscinetto, ma sufficientemente vicina al confine nord della Striscia per ospitare la base che gli Stati Uniti hanno scelto per il Comitato per il coordinamento civile e militare (Cmcc), l’organismo chiamato a connettere le forze militari arabe deputate a mantenere l’ordine e le autorità civili internazionali incaricate della ricostruzione. Alla guida dell’ente è stato nominato Steven Fagin, ambasciatore Usa per lo Yemen, affiancato dal colonnello Patrick Frank, responsabile della componente militare che coordinerà il personale statunitense, europeo e arabo destinato a operare dentro e intorno alla Striscia.

Già presenti alcuni militari italiani in numero ridotto, mentre domani le autorità civili faranno il loro ingresso: l’ambasciata italiana a Tel Aviv, il consolato di Gerusalemme e la Cooperazione allo sviluppo parteciperanno alla riunione convocata da Fagin per avviare interventi sulle macerie e sulle infrastrutture essenziali — reti elettriche, fognarie, approvvigionamento idrico — oltre a case, scuole e servizi pubblici. A coordinare il lavoro per l’Italia ci sarà Bruno Archi, ex rappresentante permanente presso le agenzie Onu di Roma ora inviato speciale della Farnesina per la ricostruzione.

Un quadro politico e militare in parallelo

In parallelo si spinge sul piano politico: restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani, costituzione di un comitato tecnico palestinese che lavori fianco a fianco con gli attori internazionali, disarmo di Hamas e ritiro graduale delle Idf. Sui movimenti israeliani gli Usa hanno piazzato droni di sorveglianza collegati al centro di Fagin e Frank, segno che l’amministrazione Trump osserva da vicino le mosse di Tel Aviv per evitare passi falsi che compromettano la tregua, come ricorda il New York Times. Il presidente Trump ha parlato pubblicamente dell’iniziativa: «presto una nuova forza di stabilizzazione» verrà schierata a Gaza, oltre alle forze israeliane, e «se necessario anche il Qatar invierà uomini»: «Ora avete un Medio Oriente sicuro e lo resterà per molto tempo», ha detto incontrando l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani.

Intanto Israele, che ha annunciato di aver ucciso «un terrorista della Jihad Islamica» a Nuseirat e ha autorizzato l’ingresso del team egiziano per la ricerca dei corpi degli ostaggi, continua a sostenere clan e milizie alternative per erodere il potere di Hamas: il leader di una di queste formazioni, Hossam al Astal, ha spiegato «Abbiamo un progetto ufficiale», aggiungendo «Creare una Nuova Gaza. Presto otterremo il pieno controllo e ci riuniremo sotto un unico ombrello». La complessità dell’operazione resta enorme: tra coordinamento militare, ricostruzione civile e negoziati politici la strada per una pace stabile appare ancora lunga.

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