
La Procura di Treviso ha avviato un’indagine per chiarire le cause della morte di Chiara Zardo, la 18enne trovata senza vita sabato mattina nella casa di famiglia a Pederobba. L’obiettivo è ricostruire con precisione ogni passaggio delle ultime ore di vita della ragazza e capire cosa abbia provocato il decesso. È stata disposta l’autopsia, mentre la salma si trova ora all’obitorio di Montebelluna, sotto la custodia dell’autorità giudiziaria. La comunità, ancora sotto choc, attende risposte chiare e definitive.
Al momento, l’unico dato certo è che Chiara si è sentita male nel sonno. Non aveva problemi cardiaci noti e, di recente, aveva effettuato un elettrocardiogramma di controllo. A trovarla priva di sensi è stata la madre, Elisa, che ha tentato di rianimarla in attesa dei soccorsi, purtroppo senza successo. Secondo le prime valutazioni mediche, la morte risalirebbe a diverse ore prima del ritrovamento, probabilmente nel cuore della notte.
Indagini in corso per capire cosa è successo
Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire ogni dettaglio di questa morte improvvisa che ha colpito una giovane apparentemente in buona salute. Verranno verificate le sue abitudini quotidiane, eventuali terapie seguite, la presenza di predisposizioni familiari e qualsiasi elemento utile alle analisi anatomo-patologiche e tossicologiche. Un lavoro tecnico e scrupoloso, affidato a specialisti, che richiederà tempo prima di poter dare una risposta definitiva alla famiglia.
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La sera prima il mal di gola e i medicinali
Un elemento importante riguarda la sera precedente alla tragedia. Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, Chiara era uscita di casa ma lamentava mal di gola e avrebbe assunto alcuni medicinali per alleviare il fastidio. Gli investigatori stanno verificando con attenzione i principi attivi dei farmaci, i dosaggi, gli orari di assunzione e possibili interazioni. Tutti questi dati saranno fondamentali per ricostruire un quadro completo e scientificamente accurato, evitando ipotesi premature.

Riservatezza e rispetto per la famiglia
La Procura di Treviso ha raccomandato la massima cautela nella diffusione delle informazioni, nel rispetto della privacy della giovane e dei suoi familiari. Solo gli esiti dell’autopsia e degli esami di laboratorio potranno fornire riscontri oggettivi e chiarire se vi siano legami tra i medicinali assunti e l’improvviso decesso. Nel frattempo, la famiglia Zardo, assistita da professionisti, attende con dolore i risultati, mentre l’intera comunità di Pederobba si stringe nel cordoglio e nel silenzio.

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