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Mosca stringe il cerchio su Kupyansk: “Trattiamo la resa ucraina” 

Pubblicato: 26/10/2025 08:59

Le parole di Valerij Gerasimov segnano una nuova, pesante svolta sul fronte orientale. “Le forze russe hanno circondato Kupyansk, nella regione di Kharkiv, e le truppe d’assalto stanno assumendo il controllo dei passaggi militari ucraini sul fiume Oskil”, ha dichiarato il capo di Stato maggiore. L’annuncio è arrivato mentre Vladimir Putin si trovava in una base del comando militare dell’“operazione speciale in Ucraina”, dove ha disposto di “adottare misure per garantire la resa delle truppe ucraine e ridurre al minimo la perdita di vite umane”.

L’intervento diretto del presidente russo al fronte conferma l’importanza strategica dell’area: Kupyansk è una città chiave dell’oblast di Kharkiv, lungo una linea che divide il controllo russo da quello ucraino. In caso di caduta definitiva, Mosca consoliderebbe la propria presenza nel nord-est dell’Ucraina e otterrebbe il dominio su una direttrice logistica fondamentale che collega Belgorod a Sloviansk, nel cuore del Donbass.

Nodo strategico e simbolico

Kupyansk non è una città qualsiasi: occupata dalle truppe russe nelle prime settimane dell’invasione del 2022, venne riconquistata dall’esercito di Kiev durante la controffensiva dell’autunno dello stesso anno. Quel successo fu allora celebrato come una svolta della guerra, simbolo del riscatto ucraino. Ma nei mesi successivi la zona è tornata a essere teatro di bombardamenti costanti e di un lento logoramento.

Da settimane i combattimenti si sono intensificati. I villaggi a est del fiume Oskil sono stati ripetutamente colpiti e le autorità di Kiev hanno ordinato evacuazioni di massa, temendo un nuovo sfondamento russo. Se la notizia della “completa circolazione” venisse confermata, si tratterebbe della più importante avanzata russa in Ucraina dall’inizio dell’anno.

L’ombra di una nuova offensiva

L’obiettivo di Mosca sembra essere duplice: da un lato consolidare il controllo delle province orientali, dall’altro spostare l’asse del conflitto lontano dalle regioni di confine russe, dove negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli attacchi con droni e sabotaggi. Kupyansk rappresenta il punto d’incontro tra queste due esigenze. Controllarla significa avere una testa di ponte per ulteriori avanzate verso sud e garantire una fascia di sicurezza lungo il confine di Belgorod.

Le autorità ucraine non hanno finora confermato l’accerchiamento, ma hanno ammesso che la situazione nella zona è “estremamente difficile”. L’esercito di Kiev sta inviando rinforzi dal fronte di Chasiv Yar, mentre i bombardamenti russi proseguono senza sosta.

Dietro il linguaggio misurato dei comunicati russi — “ridurre al minimo la perdita di vite umane” — si nasconde un chiaro messaggio politico: Putin vuole mostrare al mondo e al proprio Paese che la guerra è di nuovo sotto controllo, che la Russia avanza, e che l’obiettivo di “denazificazione” dell’Ucraina non è stato accantonato.

A tre anni dall’inizio dell’invasione, il fronte di Kharkiv torna così a essere l’epicentro della guerra: una guerra che, tra diplomazia bloccata e logoramento militare, sembra ancora lontana dal vedere la fine.

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