
Certe domeniche pomeriggio, la provincia si ritrae in una sonnolenta e rassicurante routine. Il tempo sembra scorrere con lentezza, scandito solo dal suono lontano delle campane o dal rumore sommesso di qualche auto di passaggio. È il momento in cui i pensieri si placano e la frenesia della settimana lascia spazio a una calma piatta, quasi sospesa. Eppure, a volte, sotto questa apparente immobilità, covano sentimenti torbidi e passioni distorte, capaci di erompere con una violenza inattesa, trasformando l’ordinario in un teatro di dramma. Un’oscura energia, alimentata forse da una gelosia covata a lungo e diventata ossessione, può infrangere il vetro della normalità, lasciando dietro di sé solo cenere e un’inquietante domanda: cosa ha potuto spingere un uomo a tanto?
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Quel giorno, la tranquillità è stata spezzata proprio da un’esplosione di violenza inaudita, l’atto finale di un’escalation emotiva che aveva trovato il suo catalizzatore in una relazione sentimentale. Il movente, secondo le prime indagini, affonda le radici in un sentimento di possesso deviato, una rabbia cieca e distruttiva nei confronti di un “rivale” che aveva osato prendere il posto nell’affetto di una donna. Il finale è stato doppiamente tragico: un tentativo di omicidio brutale e un suicidio che ha chiuso ogni possibilità di chiarimento per l’aggressore, lasciando un’ombra scura sulla comunità e un uomo in bilico tra la vita e la morte.
Cronaca Nera: l’agguato a Fiorenzuola d’Arda
Il teatro di questo dramma della gelosia è stata Fiorenzuola d’Arda, nel Piacentino, e la vittima dell’aggressione è Alessandro Mason, un 32enne raggiunto da numerosi colpi di coltello in un attacco fulmineo e brutale. Stando alla ricostruzione dei fatti, il 26 ottobre 2025, nel tardo pomeriggio, lungo via Lungo Arda, Mason è stato ferito gravemente da Mikhailo Drodyshevskyi, 37enne di nazionalità ucraina ed ex compagno della donna che ora frequentava la vittima. La furia dell’aggressore si è manifestata con una decina di fendenti, diretti in particolare al collo e all’addome di Mason, trovato in stato agonizzante accanto a una panchina.

Soccorsi e condizioni disperate di Alessandro Mason
L’intervento tempestivo dei soccorritori del 118 ha permesso di stabilizzare il ferito, sebbene le sue condizioni apparissero subito critiche. A causa della gravità delle lesioni riportate, si è reso necessario il trasporto d’urgenza in elicottero all’Ospedale Maggiore di Parma. Alessandro Mason è stato immediatamente ricoverato nel reparto di rianimazione, dove lotta per la sopravvivenza. La prognosi resta estremamente riservata, con i sanitari impegnati a scongiurare il peggio. L’uomo è attualmente in pericolo di vita.
L’atto finale: suicidio con l’auto in fiamme
Nel frattempo, le forze dell’ordine, ovvero i Carabinieri, si sono messe immediatamente sulle tracce di Mikhailo Drodyshevskyi. La ricerca ha avuto un esito macabro e rapido. L’aggressore è stato ritrovato senza vita a pochi chilometri dal luogo dell’agguato, in località Biraga. Qui, la sua auto è stata rinvenuta completamente avvolta dalle fiamme. Al loro spegnimento, i militari hanno rinvenuto all’interno i resti carbonizzati del 37enne, che si è dato fuoco presumibilmente subito dopo aver tentato l’omicidio, in un gesto che sottolinea l’estrema determinazione e la disperazione che hanno animato le sue azioni.

Le indagini e i punti oscuri sul profilo della vittima
Le indagini, coordinate dagli inquirenti, si concentrano ora sulla ricostruzione del contesto relazionale e sulla verifica di alcuni elementi emersi immediatamente dopo l’aggressione. Alessandro Mason, prima di perdere conoscenza, avrebbe fornito alcune informazioni sulla sua identità che sono ora al vaglio. L’uomo avrebbe dichiarato di risiedere a Como e, in particolare, di essere un pilota dell’Aeronautica militare in servizio in Veneto. Tuttavia, le verifiche incrociate effettuate dagli inquirenti hanno portato a una clamorosa smentita da parte dell’Aeronautica. Questa incongruenza aggiunge un elemento di mistero al profilo della vittima e rende più complessa l’identificazione completa e l’analisi del contesto in cui è maturata la tragedia. La donna, ex compagna di Drodyshevskyi e attuale di Mason, è stata sentita dalle autorità per fornire elementi utili alla ricostruzione della dinamica e della natura ossessiva della gelosia dell’aggressore.


